L'Amletico

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Triumphs and Laments: Una passeggiata nella storia di Roma

Fabrizio De André cantava nella sua celebre canzone “Via del Campo”: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…”. Lo stesso verso mi è venuto in mente mentre passeggiavo sulle sponde del Tevere, ammirando Triumphs and Laments (trionfi e sconfitte), la monumentale opera di William Kentridge; artista sudafricano (classe 1955) noto per i suoi disegni, incisioni e soprattutto per i suoi film di animazione creati da disegni a carboncino.

Cosa c’entra la frase del cantautore genovese con la creazione di Kentridge?
La risposta è nell’opera: le enormi figure sono state realizzate pulendo la patina di sporco che l’inquinamento e gli agenti atmosferici hanno creato nel tempo.

L’artista, insieme a numerosi collaboratori (fra i quali molti cittadini volontari), ha applicato dei grandi stencil sui muraglioni per poi pulirne le parti vuote ed il contorno, dando alla luce (grazie proprio allo sporco, “dal letame” appunto) più di 80 straordinarie figure, alte fino a 10 metri.

Il tema, come si intuisce dal titolo dell’opera, è legato ai trionfi e alle sconfitte della storia di Roma, e le figure, che si stagliano come giganti per oltre 500 metri sui muraglioni del Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, sono tutte legate in qualche modo alla città.

Vediamo quindi la Lupa (che ha due brocche al posto di Romolo e Remo) e il Marco Aurelio a cavallo, le sculture di Bernini, i corpi senza vita di Aldo Moro e Pasolini, la celebre scena della “Dolce vita” (dove Mastroianni e la Ekberg non sono nella Fontana di Trevi, bensì in una vasca). Kentridge ripercorre così oltre due millenni di storia, reinterpretata in maniera personale, senza un ordine cronologico.

L’opera, inaugurata non a caso il 21 aprile 2016 (il Natale di Roma), è legata alla perdita della memoria, perché la particolarità di questi graffiti è proprio la loro durata: nel giro di 3 o 4 anni infatti le figure torneranno nell’ombra, fino a sprofondare nell’oscurità, proprio a causa della patina biologica, dei batteri, della vegetazione e dell’inquinamento.

Triumphs and Laments è quindi una grande riflessione sulla storia di Roma e non solo, sulla storia in generale, effimera, come queste figure destinate a scomparire.  

Per saperne di più cliccate qui: Triumphs and Laments.