L'Amletico

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Alla scoperta del Tirolo: Nella Valle dello Stubai

Fiume Ruetz e Stubai Gletscher

Andare in montagna regala sempre forte emozioni, il contatto diretto con la natura, sentire quel sapore fresco e frizzante nell’aria, i paesaggi mozzafiato che regala durante le lunghe ed a tratti intrepide passeggiate e la gioia di arrivare li dove ci si era prefissati per sedersi al sole, chiudere gli occhi e ascoltare il dolce sospiro del vento, i cinguettii di qualche uccellino dolcemente rumoroso e di tanto in tanto un muggito in lontananza a spezzare quella tranquillità che si va a scoprire e a ricercare lontano dalle caotiche città.

  Non servirebbe partire alle 4 di mattina, nella buia e silenziosa città, fare 755km, di cui gli ultimi nella Salerno-Reggio Calabria del Nord, l’autostrada del Brennero (A22), per andare a trovare queste sensazioni, ma vedere nuovi posti è una mia ossessione e per me la montagna non è mai uguale a se stessa, un po’ come i fiocchi di neve, e ogni sentiero e ogni valle ha da regalare storie e panorami quanto mai unici. Cosi dopo sole 14h di viaggio siamo arrivati nella valle dello Stubai. In realtà ne basterebbero solo la metà ma è fondamentale imboccare quanto mai prima l’A22 per non trovarsi imbottigliati per i successivi 233km, i chilometri che separano Verona dal Brennero.

  Cosa serve per andare in montagna? Non le scarpe che usate quotidianamente ne scarpe che usate per andare a correre, a meno che non vogliate andare in contro a qualche potenziale distorsione e giocarvi una volta per tutte le scarpe. Servono delle scarpe da trekking con una suola per i sentieri sterrati, preferibilmente alte e quando si indossano vanno strette bene in modo da fermare la caviglia ed evitare noiosissime distorsioni, almeno un paio di calzettoni da montagna, sono rinforzati nei punti strategici quali caviglie e punta dei piedi, se userete calzini normali preparatevi a buttarli dopo uno o due giorni. Una borraccia, meglio se isotermica, uno zainetto comodo, e a vostra indiscrezione pantaloni lunghi o corti. Per i meno allenati consiglio anche i bastoncini da camminata nordica oppure di trovarsi un bel ramo robusto e sfruttarlo. Un ultimo consiglio e bene controllare il meteo ogni giorno in modo da sfruttare meglio le giornate.

  Dei 7 giorni passati nella valle 4 tappe sono dedicate alla montagna e una alla città di Innsbruck, ma procediamo per punti.

                                                  

                                                      VIGNETTE E STUBAI SUPER CARD

  Per soggiornare col proprio mezzo in Austria serve munirsi di un bollo, la Vignette, che dura minimo 10 giorni al prezzo di 9,40€. Il contrassegno, una volta forato in corrispondenza della data, vi consente di girare sulle strade austriache, va poi attaccato sul vetro della macchina in modo da evitare multe che partono da 300€. Lo si può comprare comodamente negli autogrill della A22 o nei tabacchi in prossimità del Brennero.

  La Stubai Super Card è spesso inclusa nella prenotazione che fate, ma non sempre! E bene assicurarsi che sia inclusa altrimenti comprarla a parte costa 68,00€ per gli adulti, mentre per i bambini (10-14 anni) 34,00€. La carta vi consente una salita e una discesa al giorno dalle funivie, l’uso gratuito degli autobus tra Mutterberg e Innsbruck e del tram tra Fulpmes e Innsbruck e dulcis in fundo una discesa con lo slittino estivo a Mieders.

                                                              FULPMES-SCHLICK 2000 (2h01m; 5,9km)

  Soggiorniamo a Fulpmes, cosi la prima meta manco a dirlo e la vetta di Sonnjoch (2.457m). Il primo tratto decidiamo di farlo in cabinovia, un breve tratto tra gli alberi fino al giungere della prima stazione.,Trail at Schlick, qui scendiamo per proseguire a piedi ma la giornata poco propizia, con nebbia ed una leggera pioggia, ci nega un primo panorama sulla valle. L’inizio del percorso è molto facile un sentiero battuto con poco dislivello ma pochi metri e il sentiero inizia a farsi più ripido ed ad addentrarsi nel bosco. Procedendo a zig zag non è incosueto incontrare mucche, spesso lasciate libere per le montagne. La Nebbia, la poca luce e l’essere solo circondato solo dal pesante silenzio interrotto bruscamente da qualche campanaccio delle mucche mi fanno sentire un po’ come Jonathan Harker quando cerca di raggiungere il castello del principe Vlad. Ad 1,7 km dall’inizio del percorso troviamo una piccola area di sosta, un piccolo lago con panchine, sdraio e un punto fuoco, in estate le persone del luogo vi restano fino a tardi per chiudere una piacevole giornata attorno al fuoco e sotto le stelle.

Il sole inizia a scaldare il fianco della montagna e la nebbia inizia a sollevarsi lentamente dal bosco dando un tocco di magia al paesaggio. Dopo la breve sosta riprendiamo il cammino.

Il secondo tratto è il più lungo (4,5km) e ci fa lasciare il bosco per passare attraverso una piccola e rocciosa valle, il colore grigio-bianco domina questo primo tratto e la salita si fa più ardua. La particolarità di questo percorso è che presenta vari stop-point segnalati da un piccolo pannelo, delle volte accompagnato anche da una piccola statua di un animale locale, che descrive le fauna e la flora della sosta. Districarsi tra le rocce è difficile ma il percorso si fa più ripido ancora quando mancano solo 2km al punto di arrivo. Muta il paesaggio nuovamente e il sentiero ci riporta dentro il bosco, qui finalmente iniziamo ad incontrare qualche persona ma chissà perché nessuna che sale come noi. Continuiamo a salire accompagnati dai vari Stop-point quando ormai la stanchezza inizia a prenderci, ma iniziamo a scorgere la vetta, manca poco, non si può mollare ora. Dopo circa 3h dall’inizio del percorso arriviamo stanchi ed assetati alla tanto cercata Sennojuchhutte, la nebbia ancora ci circonda e poco si vede del panorama solo lo spiazzo dove ci fermiamo a riposarci e a gustarci un apfelstrudel immerso nel gelato alla vaniglia, un giusto premio per tanta fatica. Ma la montagna non ci lascia delusi e ci regala una magia, la nebbia si dissolve e ci appare all’improvviso una facciata rocciosa in tutta la sua maestosità, tra lo stupore e la meraviglia sparisce dopo pochi minuti tra la nebbia.

Riposati, rifocillati ed estasiati dal magico momento decidiamo di allungare e facciamo un altro centinaio di metri per raggiungere Panorama-Weg. Siamo a circa 2436m e con il diradarsi della nebbia si riescono a scorgere le montagne sul lato opposto, tra di esse svetta il Monte Serles con i suoi 2717m è visibile anche da Innsbruck. Secondo una leggenda popolare, un cavaliere, insieme ai suoi due figli, venne maledetto da un contadino per la sua collera, durezza e crudeltà. Da allora, il re Serles, pietrificato, deve restare lì, dove un tempo sorgeva il suo castello, accanto ai rampolli trasformatisi in vette minori.

                 

                                      MIEDERS-SANTUARIO DI MARIA WALDRAST (40m; 2,7km)

Se partite con la famiglia e con bimbi al seguito questo è un percorso molto consigliato, non particolarmente difficile, se non un breve tratto in salita sia perché molto attrezzato per chi la montagna vuole godersela col minimo sforzo e soprattutto per il rientro: lo slittino estivo!

  Si parte da Mieders, facilmente raggiungibile con poche fermate di autobus che vi porta fin sotto la Serlesbahnen. Arrivati in cima, la struttura è tutt’altro che modesta, accanto alla consueta Baita, sorge un lago con delle panchine e parco giochi per i più piccoli.

  La giornata è splendida poche nuvole in cielo, il verde scuro del bosco incontra l’azzurro limpido del cielo, l’aria è fresca, la giornata ideale per godersi la montagna, uno sguardo alla mappa e si parte! Questa volta non siamo i soli a partire a piedi.

  Il sentiero si immerge fin da subito nel bosco, consentendo a chi lo percorre di entrare più a stretto contatto con la natura. La quiete e il canto di qualche uccellino ci accompagnano e di tanto in tanto il bosco si apre e dona all’escursionista uno spazio dove si trovano delle piccole torrette per la visione del panorama sulla valle e per i più fortunati l’avvistamento di qualche rapace come il falco pellegrino o l’aquila reale.

 Il sentiero e veloce e in poco meno di un’ora si raggiunge il Santuario di Maria Waldrast che si apre su di un ampio campo che si apre a ventaglio verso Sud. All’ingresso, posto alla destra del santuario c’è un percorso, solo per i più coraggiosi, da fare dentro le acque di un piccolo laghetto.

 Posizionato a 1641m ai piedi del monte Serles, il santuario è uno dei più antichi luoghi di culto del Tirolo. La venerazione della Vergine risale al !407: due pastori trovarono poco sopra l’attuale convento dei Servi di Maria un effigie raffigurante la pietà di Maria. In quel luogo venne edificata una piccola cappella e solo nel 1622 iniziarono i lavori dell’attuale santuario.

  Al rientro si segue lo stesso percorso fino al raggiungimento della Baita. Qui si può scegliere se scendere con la cabinovia o con lo slittino estivo. Esso segue un percorso su di una rotaia attraverso il bosco, serpeggiando tra gli alberi e i pali della teleferica fino a raggiungere il punto di partenza. Lo slittino e ideato per un adulto o per due bambini non si può portare uno zaino a meno che non sia di piccole dimensioni, ma ricordatevi che alle 17:00 chiude e la fila è lunga!

 

         

                                               NEUSTFIT IM STUBAITAL-MONTE ELFER (3h; 4,6km)

  Scendendo lungo la vallata si raggiunge il paesino più grande della valle. Qui parte la Elferbah che raggiunge la zona più panoramica della valle, vista la sua posizione consente di vedere la valle in quasi tutta la sua lunghezza, non solo nelle belle giornate e meta ambita degli appassionati di parapendio, non è quindi incosueto prendere la teleferica assieme a loro e magari concersi qualche minuto per vederli decollare.

  La baita è posta più in alto rispetto alla cabinovia cosi l’ultimo tratto si fa su un sentiero ripido ma non particolarmente difficile, ma per chi preferisce farsi una bella camminata e non raggiungere subito la meta dal zona panoramica si diramano diversi sentieri con segnati i km e i tempi di percorrenza, qui una mappa è d’obbligo!

  Il sentiero che decidiamo di prendere ci porta in 1h ad un rifugio posto sul versante Sud del monte, una camminata facile e tranquilla tra gli alberi e i fiori regalando bellissimi panorami verso i grigi monti Kesselspitze (2728m), Roter Kopf (2526m), Wasenwandt (2563m) e Hammerspitze (2643m) i quali riforniscono di acque il Pinnisbach tramite delle cascate. Giunti al rifugio imbocchiamo una via battuta anche dalle macchine che costeggia il fiume.

 La strada torna in leggera salita fino al bivio per la baita dell’Innsbrucker Hutte am Habicht, percorso  consigliato per gli esperti, noi riprendiamo la via che risale sul fianco del monte Elfer (2505m) la salita si fa ardua e negli ultimi metri che sembrano chilometri a tratti si usano anche le mani, e quando si arriva nell’area sottostante alla vetta e rivedere il percorso fatto, rilassarsi per la dura fatica ammirando il panorama, si sente il cuore alleggerirsi dalla pesante fatica. L’ultimo tratto è una dolce camminata panoramica fino al rifugio posto solo 300m al di sopra della cabinovia, un pranzo e di nuovo un riposo meritato per godersi gli ultimi istanti che ci regala il Monte Elfer.

 

                                                                      INNSBRUCK

La montagna regala insidie e controllare il meteo è fondamentale per sapere se la metà prefissata è realizzabile o meno. Se non lo è una toccata e fuga ad Innsbruck è un ottimo piano B!

 Da Fulpmes parte il trenino che porta fin dentro la città, nulla di più agevole! Lasci la valle alla sua brutta giornata e ti godi la brutta giornata in città.

  Scesi dal treno, in un mix che va dal segui la folla al minimo senso dell’orientamento,<<Centrum! Di là!>> Pochi passi e ti ritrovi nel cuore di Innsbruck

 Il centro ci colpisce per il suo lato artistico delle facciate dei palazzi, alcuni di essi sono infatti simboli della città stessa come: Tettuccio d’Oro, balcone del palazzo residenziale di Massimiliano I costituito da un tetto di tegole di rame dorato, parapetti scolpiti da Turing e affrescato da Kolderer, o Casa Heibling, una classica dimora cittadina in colori pastello e stucchi rococò.

Non meno la residenza medievale dei Conti del Tirolo, divenuta in seguito residenza imperiale estiva degli Asburgo-Lorena, che la riedificarono dandole l’aspetto odierno.

Non si può non fare una passeggiata sull’Inn e attraversare il ponte Brucke, esattamente Innsbruck vuol dire Ponte sull’Inn, per ammirare il complesso di case sulla riva del fiume e una passeggiata nel giardino reale di Innsbruck Hofgarden, dove si puo passeggiare e ammirare l’albero secolare di Catalpa Bignonioides, o albero del sigaro. Il parco ospita una serra che contiene circa 1700 specie di piante e alcuni alberi sono stati piantati dalla stessa imperatrice Maria Teresa d’Austria. In estate è sede di mostre e di concerti all’aperto e non meno anche di partite a scacchi, grazie alle due scacchiere sovradimensionate.

Il Duomo di San Giacomo è un altro esempio massimo dell’Architettura Barocca austriaca, dopo essere devastata da un violento terremoto nel 1689 venne ricostruita nel suo aspetto odierno. Nel 1921 divenne la nuova diocesi di Innsbruck a causa del passaggio del Trentino-Alto Adige all’Italia.

 

                                                       STUBAIER GLETSCHER

Con le belle giornate estive è fondamentale cogliere l’occasione per una visita al ghiacciaio dello Stubai. E’ l’area sciistica glaciale più alta dell’Austria situato a oltre 3100m. Conta ben 26 piste da sci e il ristorante più alto dell’Austria, insomma, un invito a tutte le famiglie a visitarlo e a viverlo.

   La giornata è bella decidiamo cosi di tentare la fortuna è andare a visitare il Ghiacciaio dello Stubai. Presa la cabinovia ci fermiamo alla prima fermata qui si può visitare l’Eisgrotte, una grotta scavata nel ghiacciaio. Un percorso di circa 200m ci racconta e ci svela tutti i segreti del ghiacciaio tramite delle bacheche esplicative, scoprire i colori del ghiaccio: il bianco presenta molte bolle d’aria e il blu è dovuto a masse compatte dello stesso, trovare insetti del deserto trasportati dal vento, scoprire le formazioni del ghiaccio e le trasformazioni che produce, come la morena, una massa di detriti schiacciati e compressi tra la roccia e il ghiacciaio, ma ciò che più mi colpisce è il drastico ritiro che sta subendo a causa dell’innalzamento della temperatura, ma anche che molto si sta facendo per proteggerlo, dai minori emissione di CO2 ai 10ettari di telone per proteggerlo dal surriscaldamento.

  Riprendiamo la cabinovia per arrivare fin sul al Top of Tirol , una piattaforma posta a 3210m che regala una vista a tutto tondo sul ghiacciaio. Ahimè purtroppo chiusa per ghiaccio sulle scale, quindi momentaneamente impraticabile. Ci accontentiamo di una passeggiata sulla neve dove a tratti si affonda fino alle caviglie ma la bellezza paesaggistica del ghiacciaio è ineguagliabile, anche se i danni dell’uomo lo stanno distruggendo arrivare in questi luoghi e perdere la vista su una distesa di cime innevate ti fa, ancora, sentire sulla cima del mondo.

 

  L’indomani ci accingiamo a far ritorno nella nostra città, il terrore di dover affrontare l’A22, il caotico caos cittadino e il caldo afoso, ci tenta a restare ancora, controvoglia e indolenti ci avviamo verso casa, un ultimo sguardo alla valle e siamo già al casello del Brennero.

  Una vacanza che porterò con me sempre per tutto quello che mi ha regalato: dai paesaggi, al gioia di raggiungere una meta e al sapore dell’apfelstrudel dopo tanta fatica e la maggior consapevolezza di come tutto sia connesso, noi, gli oceani, i ghiacciai, l’aria e i deserti, dal più piccolo microorganismo alle mastodontiche balene, non siamo altro che piccole parti di un organismo più grande, la Terra.