"Animali Notturni": Un duplice sguardo sul dramma moderno
Anno: 2016
Durata: 116m
Genere: Noir; Thriller; Drammatico
Il nuovo romanzo di Edward (Jake Gyllenhaal), ex-marito di Susan (Amy Adams) evidenzia una rete di legami, colpe e rimpianti che, evidentemente, imbriglia ancora i due protagonisti. Lei una gallerista di successo di Los Angeles, fruisce una copia del manoscritto abbandonandosi ai ricordi della turbinosa relazione e, soprattutto, interpretando ciò che legge come un tentativo per chiarire le divergenze del passato arduo da dimenticare.
Tom Ford, prolifico stilista americano, fonda il suo secondo lungometraggio su questa premessa fragile e potenzialmente deviante: il confronto tra una coppia di amanti viene sostituito da un libro che tuttavia conserva l’ambiguità e la relatività proprie di un’opera d’arte; con questo film si fa nuovamente notare per il suo approccio originale alla materia cinematografica collocandosi, a pieno diritto, nella suite eterogenea di autori contemporanei, tanto da vincere il ‘Gran Premio della Giuria’ a Venezia 73 ed essere nominato a due Golden Globe come ‘Miglior Regista’ e ‘Migliore Sceneggiatura’.
Basato sul romanzo di Austin Wright, ‘Animali Notturni’ ci mostra una doppia rappresentazione dell’America contemporanea. Da un lato abbiamo la moderna Los Angeles, fatta di sfarzi, feste e vernissage: un mondo dominato dalle apparenze, dove Susan vive la sua quotidianità insieme al suo nuovo marito. Dall’altro abbiamo l’America gretta e provinciale che fa da sfondo al romanzo, popolata da personaggi violenti, senza morale, rozzi e sporchi. Il film segue sin da subito un doppio livello, sia narrativo che registico, addentrandosi nella vita di Susan presente e passata, dominata da una fotografia fredda e asettica. La macchina da presa – perlopiù statica – ci mostra la protagonista nei suoi ambienti giornalieri, chiusi, dove i rapporti che intrattiene, sia a lavoro che a casa, sono rarefatti; dai flashback veniamo a conoscenza che è diventata quel modello di donna (incarnato dalla figura materna) da cui aveva cercato di distaccarsi per anni. Nelle scene che seguono il romanzo, la fotografia diventa sporca, calda, non abbiamo più davanti le architetture patinate delle gallerie d’arte, ma il deserto, con le sue lunghe strade desolate, scenari che rimandano a ‘Lost Highway’ di Lynch e ‘Texas Chainsaw Massacre’ di Hooper. Come nell’opera lynchiana, Ford ci lascia intendere, a tratti, che quello che vediamo nella linea narrativa di Susan sia mostrato attraverso il filtro soggettivo della sua psiche e dei ricordi riafforati dalla lettura del romanzo. Tutto il continuo di rimandi, di collegamenti tra il mondo ‘reale’, i flashback e il romanzo, indicati dal montaggio e dalla composizione delle inquadrature, ci fa seguire storie diverse ma allo stesso tempo complementari, il personaggio di Susan è delineato dalla descrizione di Edward, sia come la donna dolce e romantica che aveva conosciuto, raffigurata dalla moglie di Tony, sia accostata alla figura dei tre villani del romanzo, tanto che il titolo ‘Animali Notturni’ viene da un nomignolo dato da lui alla ex-moglie.
I due mondi sono le diverse facce della stessa medaglia: un mondo borghese, dove tutto è apparentemente perfetto, ma in cui, a ben vedere, si nascondono storie violente e turpi tanto quanto la storia del romanzo. Questo è ben suggerito nella sequenza iniziale, dove donne dai corpi grassi, nudi e grotteschi ballano e si muovono come fossero delle modelle che posano per una campagna pubblicitaria di moda. Una critica velata al mondo borghese contemporaneo, in cui oltretutto Ford, noto stilista, è completamente immerso; un ambiente dove vincono le apparenze sui sentimenti reali, un mondo scostato dalle ‘vecchie istituzioni’ – come la famiglia e la giustizia, impersonate dai personaggi di Edward/Tony e dal detective Bobby Andes.
Film che si apre a molte chiavi di lettura. Le interpretazioni attoriali sono un gran punto di forza, una nota di merito va a Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson, che hanno dimostrato di saper affrontare ruoli non avvezzi a loro stessi; il ritmo verso il finale tende a dissuadersi, ma la cura quasi maniacale del profilmico rimane costante, ogni inquadratura è perfettamente costruita e curata, niente viene lasciato al caso.
Media Gradimento Pubblico e Critica*: 7.5/10
Gradimento Amletico: 7.5/10
Distribuzione: Universal Pictures
Paese: USA