Antonella Massa: “Più forte dell’abbandono”
La pittrice, art-therapist e scrittrice Antonella Massa presenta un romanzo dall’anima malinconica in cui conosciamo una donna che ama esplorare i luoghi abbandonati, considerati da lei ricchi di energia, di memorie e di vita. Una storia introspettiva che parla della necessità di solitudine ma anche del bisogno di appartenere a qualcosa, o a qualcuno.
Casa editrice: CSA Editrice
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 122
Prezzo: 10,00 €
«Chi e cosa cerco? Da dove deriva davvero il mio vagare tra le case abbandonate e nei luoghi dismessi? È un bisogno. Il bisogno di percepire il vissuto, di ritrovare la presenza assente»
“Più forte dell’abbandono” di Antonella Massa è un’opera poetica e intima, impregnata di nostalgia per un passato che dovrebbe restare confinato nell’ambito della memoria. Per la protagonista della storia, Bianca, è invece impossibile lasciarlo andare, perché ciò significherebbe affrontare tutti gli abbandoni che hanno costellato la sua esistenza: immobilizzando il passato in un limbo emotivo può anche cristallizzare i suoi dolori nell’ambra, rendendoli inoffensivi. È per questo motivo che Bianca ama passeggiare tra le case abbandonate nei paesi disabitati: il passato è lì, in stato di sospensione temporale, e lei può immaginare le storie di chi vi ha vissuto, e che sono ora impresse sulle pareti scrostate o racchiuse negli oggetti lasciati a loro stessi. La protagonista è ossessionata dal quel momento che si staglia tra il prima e il dopo l’abbandono - «È difficile che gli altri accettino la passione per i luoghi abbandonati. Difficile spiegare la sensazione che si prova di fronte a qualcosa che è stato in vita e che poi si è fermato e ha cominciato a sgretolarsi come per restituirsi alla terra, per ritornare al vuoto, per purificarsi del dolore, della fatica, dell’odio, dell’amore disatteso, della pena, del buio, dell’ignoranza, di tutte le cose pesanti che lo avevano colpito prima di essere abbandonato».
Bianca racconta, in una intensa prima persona, di una fase della sua vita molto turbolenta; ci sono tante decisioni da prendere, soprattutto dal punto di vista sentimentale, ma lei invece vuole rimanere ferma per un po' nel suo amato paese dove è nata e cresciuta prima di spiccare il volo, definito da lei «il luogo della sostanza». La protagonista torna sempre lì, per cullarsi nella sua amata e odiata solitudine; Bianca è sfuggente e inquieta, tenace ma anche fragile, e non è facile starle vicino quando lei non fa che creare vuoti e reiterare abbandoni, in una masochistica ritualità.
Antonella Massa ci racconta con delicatezza del viaggio introspettivo di Bianca, così sensibile da avvertire la vita nelle “pietre morte” ma a volte così inadeguata a vivere; nel suo percorso di consapevolezza imparerà a lasciare andare, e a darsi la possibilità di guardare avanti, senza più temere l’abbandono.
SINOSSI DELL’OPERA. Bianca è una fotografa e scrive di luoghi abbandonati. Anche la sua vita è stata segnata da abbandoni, eventi che l'hanno ferita e che l'hanno spinta progressivamente verso la solitudine. Il racconto dei suoi viaggi alla scoperta di posti fatiscenti, dove l'unica presenza viva è la memoria, si alterna alle sue complicate vicende personali facendo emergere un'emotività continuamente esposta tra il vivere una relazione o abbandonarla. Una serie di personaggi che le ruotano intorno fa da corollario alla sua complicata e intensa figura di donna visionaria, amante delle cosiddette "pietre morte" e dei silenzi, fino alla presa di coscienza finale che darà una svolta al suo cammino.
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Antonella Massa è nata a Sanremo, ha vissuto lungamente a Bergamo e da alcuni anni si è trasferita nella campagna pugliese, nei pressi di Cisternino. Si dedica all’arte contemporanea, è pittrice e dal 1989 ha esposto in Italia e all’estero. A Bergamo ha svolto anche l’attività di art-therapist presso istituti psichiatrici, scuole e nel proprio atelier, occupandosi di disagio emotivo, disturbi socio-cognitivi e conflittualità relazionale. Ama fotografare luoghi abbandonati che raccontano un vissuto e che esprimono una bellezza fatta di tempo e naturalità. Lo stile pittorico che la caratterizza racchiude infatti il concetto dell’imperfezione perfetta propria della cultura giapponese Wabi-sabi, che attualmente è presente nel suo percorso artistico. Nel 2018 ha pubblicato “Le cose da cui sei sparito” con Planet Book. Nel 2022 esce per CSA Editrice il romanzo “Più forte dell’abbandono”.
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