L'Amletico

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Le Antropolaroid di Paolo Gioli e l’uomo istantaneo

Dove: American Academy in Rome

Orari: 7, 8 e 9 Dicembre dalle 16 alle 19

Costo biglietto: gratuito

Il cielo sopra Roma è bianco, le luci della città formano una sorta di composizione eterea di cambiamenti istantanei, che si può vedere ma difficilmente comprendere. Per terra l’occhio si ferma su due finestre illuminate, che si contraddistinguono nel buio di un pomeriggio inoltrato di dicembre: sono le sale all’interno del palazzo dell’Accademia Americana di Roma, in cui vibra la dimensione Antropolaroid di Paolo Gioli.

Gioli, classe 1942, è fotografo residente presso l’Accademia Americana per l’anno 2018/2019. Maestro nella tecnica del transfer di Polaroid, la mostra presenta una selezione di opere realizzate tra 1979 e 2010, in cui l’artista mette il corpo umano al centro della sua concezione artistica.

“L’uomo di Eakins”

“L’uomo di Eakins” del 1982 ben rappresenta questo ideale, in quanto composizione fatta di Polaroid 8x10, stampa di Polaroid transfer su seta e un’applicazione di Polaroid tipo 88 su carta di disegno, con graffiti e pastelli. Il risultato è un’opera d’arte senza tempo e in costante movimento, in cui niente si sovrappone a nulla e la tecnica fotografica rimane il perno della produzione artistica.

In tempi digitali le creazioni dell’era analogica diventano una novità. Scommetto che - se ancora non esiste - sicuramente stanno sviluppando un filtro per una app fotografica con algoritmi basati sugli incroci tecnici di Gioli. Scherzi a parte, i creatori della fotografia istantanea veramente ci hanno messo molti anni per riconoscere il lavoro per niente ortodosso dell’artista con i film Polaroid.

Ma l’opera stessa di Gioli è un contrasto all’istantaneo. Lui avrà certamente impiegato molto tempo per creare le sue antropolaroid con la tecnica del transfer, senza contare l’intuizione artistica per completare ogni opera.

Antropolaroid è proprio come il cielo sopra la città, lo possiamo osservare mentre cambia colore, forma o testura, ma resta inesorabilmente etereo pur essendo materia che galleggia sui corpi dell’antropos istantaneo.

“Torace” in mostra presso l’Accademia Americana