L'Amletico

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"C'est la vie": la nuova commedia di Nakache e Toledano, registi di "Quasi amici"

Regista: Olivier Nakache; Eric Toledano

Anno: 2017

Durata: 117m

Genere: Commedia

C’era grande attesa intorno a "C’est la vie" (il cui titolo originale tradotto è “L'essenza della festa”), il nuovo film dei registi Olivier Nakache e Eric Toledano, che avevano conquistato il pubblico nel 2011 con “Quasi amici”, una commedia dalle forti tinte drammatiche. Quest’anno alla Festa del Cinema di Roma i due hanno presentato la loro nuova opera, già campione di incassi in Francia e oggetto di una vera e propria ondata di reazioni entusiaste.

“C’est la vie” racconta la storia di un matrimonio, o meglio di ciò che c’è dietro all’organizzazione di esso, e lo fa attraverso gli occhi del suo organizzatore: Max Angély (Jean-Pierre Bacri). All’interno di un palazzo francese del 17° secolo la narrazione segue le varie fasi della preparazione, soffermandosi su un insieme variegato di personaggi e sulle relazioni che fra essi si creano.

Per quest’opera i due registi francesi hanno deciso di alzare l’asticella: la storia è complessa, composta da un insieme di trame e sottotrame che si intrecciano indissolubilmente, mentre l’ampiezza del cast è notevole, così come il tentativo di tratteggiare ognuno dei personaggi - dai protagonisti ai personaggi secondari - in modo approfondito, senza fermarsi mai alla pura presenza scenica, nonostante essa rimanga comunque un elemento importante della caratterizzazione.

Il film dunque tenta di coniugare elementi di poetiche diverse, come ad esempio l’attenzione riservata a chi lavora ‘dietro le quinte’ dell’Altman di Gosford Park, la coralità di Monicelli e la comicità umana e drammatica che Nakche e Toledano hanno sempre cercato di inserire nelle loro commedie. Ma se i punti di riferimento e le intenzioni hanno creato le premesse per un ottimo film, il risultato non è stato soddisfacente.

Il problema principale di “C’est la vie” è che non fa ridere, o almeno non quanto dovrebbe. Da una commedia è lecito aspettarsi gag taglienti e situazioni fortemente comiche, due elementi che nella pellicola mancano salvo rarissime eccezioni. La sensazione è quella di trovarsi davanti a un insieme di situazioni che riescono al massimo a provocare un sorriso ironico, che diventa di scherno nel momento in cui i personaggi compiono azioni talmente illogiche e antirealistiche da risultare fastidiose.

Nemmeno nei momenti drammatici, che in un film come “Quasi amici” erano potenti ed incisivi, riusciamo a farci trasportare dal pathos che Nakache e Toledano cercano di inserire in più di una situazione. Tutti i personaggi si infilano in circostanze spiacevoli in modo volontario, conseguenza della necessità di provocare il caos in una situazione lavorativa che è stabile, ed in cui ogni caduta è coperta da un paracadute di soluzioni. Gli imprevisti che Max si trova ad affrontare durante la serata sono inverosimili, dettati da azioni illogiche. Invece di lavorare sulla casualità i due registi si perdono nella causalità, per cui ad un certo punto l’organizzazione cade in un vortice di scelte sbagliate che risultano forzate. 

Il cast è di tutto rispetto, ma gestito maldestramente. Jean-Pierre Bacri è padrone della scena quando compare sullo schermo, non solo per la sua indiscutibile abilità attoriale, ma anche perché è il personaggio scritto meglio. Al suo fianco però, nonostante tutti siano convincenti nei ruoli che interpretano, nessuno è altrettanto complesso. Ad ognuno degli altri personaggi viene dato un ruolo abbastanza importante, tuttavia nessuno risulta interessante, anzi, alcuni ci rimangono indifferenti, mentre altri sono semplici maschere che si limitano a ripetere la stessa azione.

Ciò che rimane del film è un insieme di idee buone che vengono sviluppate male. La coralità è un punto di forza, così come la complessità della trama, ma la mancanza di pathos e la forzatura di alcune situazioni sono seccanti, inoltre manca l’elemento su cui si basa la forza dissacrante di una commedia: le risate. E una commedia che non fa ridere è una commedia mal riuscita senza se e senza ma.

Gradimento Autore: 5/10 (Interpretazione: 5/10; Regia: 4/10; Scenografia: 6/10)

Gradimento Amletico*: 6.6/10

Attori principali: Jean-Pierre Bacri (Max Angély); Jean-Paul Rouve (Guy); Suzanne Clément (Josiane); Eye Haidara (Adèle)

Paese: Francia; Canada; Belgio

Produzione: Quad Production, Ten Films, Gaumont

*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore

Rotten Tomatoes: 67%

IMDb: 7.2/10

MyMovies: 3.5/5