L'Amletico

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“Definitely Soy” di Ruben Zaccaroni: anche un bicchiere di latte può essere letale

“Sei sicuro sia soia?” domanda l’azzimato cliente al cameriere insicuro. Poco prima aveva ordinato per lui, e per altre tre persone sedute al suo tavolo, quattro bicchieri di latte di soia. Di quel tipo di latte però non c’è traccia in frigo, pertanto l’inserviente decide di portarne di semplice pur di accontentare gli avventori. Uno di loro si scopre tuttavia essere allergico ai latticini.
Alla domanda riguardo alla qualità del latte, dunque, la tensione cresce, l’inquadratura si restringe e la musica diventa drammatica: si sta per compiere un omicidio o il latte è davvero di soia?     

Vincitore di diversi premi – tra cui quello di “Miglior Cortometraggio Internazionale” al Roma Cinema DOC e “Miglior Regia, categoria Cortometraggio” al Marina del Rey Film Festival a Los Angeles – il lavoro di Ruben Zaccaroni si apprezza soprattutto nella scelta delle inquadrature e nel ricercato contrasto tra i voluttuosi primi piani delle pin up nei cartelloni pubblicitari e quelli spigolosi dei clienti del diner. È sulla contrapposizione tra un mondo finto e quello reale che si sviluppa il corto, sempre al limite con la dimensione onirica.

Non solo le scelte registiche appaiono degne di merito, ma anche la selezione dei brani e il loro mixaggio sono da menzionare, poiché contribuiscono efficacemente ad accrescere la suspense. Grazie all’alternanza tra il rilassante ritmo delle canzoni “Only you”(The Platters) e “Cloudy Afternoon” (The Breathing effect) e suoni freddi e pungenti (come improvvisi trilli e snervanti gocciolii), si viene catturati dal flusso di rumori e di immagini per tutta la durata della pellicola.

Alla musica è quindi affidato un ruolo fondamentale, poiché consente al corto di svilupparsi al meglio. Come l’acqua su un involucro di cannuccia accartocciato, che permette allo stesso di prendere vita e assumere forme inaspettate.