L'Amletico

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Dove mangiare le migliori frappe e castagnole a Roma

Riconoscere i dolci tipici del Carnevale è semplice: sono tutti fritti. Chiacchiere, frappe, bugie e castagnole, ma anche i bignè di San Giuseppe, prevedono la frittura. Il motivo? Il maiale. Cosa c’entra la carne con il dolce? Il grasso del suino, ovvero lo strutto, una volta era usato per friggere i dolci. E durante il periodo carnevalesco era abbondante, visto che l’inverno è il momento della macellazione dei suini.

La carne è legata al Carnevale anche per un altro motivo. Il nome deriva dal latino carnem levare e indica il termine ultimo in cui è possibile mangiare carne prima dell’astinenza dovuta al periodo di Quaresima. Ma il Carnevale non è legato solamente alle usanze cristiane, sono ancora presenti echi delle feste pagane celebrate dagli antichi romani, a partire dalle frappe.

Secondo gli storici, l'origine delle chiacchiere risale all'epoca romana, in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati "frictilia" – proprio perché fritti nel grasso del maiale – e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). A basso costo e semplici da preparare, se ne sfornavano grosse quantità perché dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima e poiché la folla ne andava ghiotta.

A forma di nastri o rettangoli o rombi dentellati, fritte e cosparse di zucchero, le frappe sono una leccornia tipica del Carnevale. Così come le castagnole, con il loro impasto fatto a palline che ricorda il frutto del castagno da cui prendono il nome.

Tanti i posti a Roma dove poterle mangiare, ma solo pochi meritano davvero. Ecco allora i migliori indirizzi nella capitale dove gustarle.

Cipriani

(Via Carlo Botta 21 - colle oppio)

Non è il posto più antico dove si sfornano frappe a Roma, ma è il più buono. In questo biscottificio fondato nel 1906 da Pietro Cipriani, si seguono ancora le ricette originali, tramandate da padre in figlio per quattro generazioni. Da provare insieme ai dolci di Carnevale anche i biscotti al latte.

Prezzo 24 euro al chilo, Pagina Facebook


La deliziosa

(vicolo savelli 48 - piazza navona)

Passeggiando per via del Governo Vecchio, l’odore di dolci vi condurrà fino a qui. La Deliziosa ha le frappe più croccanti in assoluto, mentre le sue castagnole si distinguono per la forma rettangolare e il cuore tenero: si sciolgono in bocca.

Prezzo 22 euro al chilo


Cinque lune

(Corso del Rinascimento, 89 - piazza navona)

Solo a prenderle in mano rischiano di spezzarsi, talmente sono fini. Le frappe della pasticceria Cinque Lune hanno una tradizione che risale al 1902, proseguita poi con il rinfresco per la firma dei Patti Lateranensi nel 1929 e arrivata fino a oggi.


andreotti

(Via Ostiense 54B - gazometro)

Di frappe potete trovare le originali e le varianti con topping di miele all’arancia e cannella, miele al limone e pinoli, miele al pistacchio. Ma il motivo per cui vale la pena passare da Andreotti a Carnevale sono le castagnole. Una crosta esterna di zucchero croccante e l’interno fragrante le rendono tra le più gustose a Roma, se non le più.

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Napoleoni

(Via Appia Nuova 592 - furio camillo / metro colli albani)

Cospargere le frappe con la nutella o il miele è un peccato di gola. Da Napoleoni lo fanno sul momento: voi scegliete se preferite quelle fritte o al forno e loro aggiungono il topping che gradite. Una specialità del posto, così come le castagnole ripiene di crema al limone e al mandarino. Ma il simbolo di questa pasticceria fondata nel 1957 dalla famiglia Cavalieri rimane la Torta Napoleoni, a marchio registrato.

“Sopra un letto di soffice Pan di Spagna, esaltato dal succo d’ananas, una vellutata crema pasticcera si sposa con fragoline di bosco e succose persche del mediterraneo. Un sottile strato di cremosa gianduia e una carezza di panna montata preparano il tutto all’abbraccio finale dei Pistacchi di Sicilia”.


Roscioli

(Via dei Chiavari 34 - campo de’ fiori)

Solo a guardarle vien voglia di assaggiarle tutte. Le castagnole dell’Antico Forno Roscioli si mangiano con gli occhi. Nello storico forno-gourmet a due passi da Campo de’ Fiori quest’anno è presente anche la varietà con cacao, miele e cannella.

Prezzo 27 euro al chilo, Pagina Facebook


Bompiani

(largo Benedetto Bompiani 8 - fosse ardeatine)

Più che dolci, qui si tratta di vere e proprie opere d’arte. I prodotti della pasticceria ideata da Walter Musco sono da eccellenza. Piatto forte del Carnevale è la castagnola all’Alchermes, dal sapore che difficilmente si scorda.

Prezzo 30 euro al chilo, Pagina Facebook


Panella

(Via Merulana 54 - esquilino)

Da Panella si possono mangiare le frappe dell’antica Roma: le Laganum. Più regolari e uniformi, sono ricoperte da miele e semi di sesamo. Tra le varietà presenti c’è anche la cacio e pepe o quella con parmigiano e rosmarino. Ampia scelta anche per le castagnole: si trovano le tradizionali, quelle farcite con lo zabaione artigianale (lo stesso servito per dolcificare il caffè) e quelle regionali, come le siciliane ripiene di crema al pistacchio.

Prezzi 40 euro al chilo, Pagina Facebook


Nero vaniglia

(Circonvallazione Ostiense 201 - garbatella)

Già dal nome di questa pasticceria si può intuire il sapore delle frappe: alla vaniglia. Ma in vetrina c’è qualcos’altro che attira la curiosità. È una serie di sfoglie sottili e croccanti a forma di fiori. Cosa sono? I Fiori della Mancha (in spagnolo “Flores Manchegas”), dolci tipici della regione spagnola Castilla-La Mancha che si preparano tra Carnevale e Quaresima. L’origine risale all’epoca medioevale e la forma si ispira allo stemma dell’ordine militare-religioso dei Cavalieri di Calatrava (XII sec.), costituito da una croce greca stilizzata a forma di giglio.

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Farinando

(Via Luca della Robbia, 30 - testaccio)

Se gli altri indirizzi si distinguono per le frappe o le castagnole fritte, in questo forno a Testaccio troverete ottime castagnole al forno. Se ne possono trovare diverse varietà: crema, cioccolato, limoncello, pistacchio e ricotta e pera.

Prezzo 18 euro al chilo, Pagina Facebook


Dopo questa abbuffata, ci congediamo con una poesia:

CARNEVALE

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.

Gabriele d’Annunzio