Una visita ai Musei Capitolini vuoti
La riapertura dei Musei Capitolini dopo la quarantena è stata un’occasione unica per realizzare una visita quasi privata e godersi la sensazione di avere i musei tutti per sé.
Sale vuote e finestre aperte. L’aria ancora pulita della città pervade i corridoi del Palazzo dei Conservatori. La stanza della Lupa Capitolina è vuota e, dalla finestra spalancata, lei può finalmente osservare la sua Urbe. Gli adattamenti per le visite dopo la pandemia indicano che nella stanzetta possono rimanere soltanto quattro persone insieme, però questa volta non c’era nessuno: soltanto noi, la lupetta e l’addetta alla sicurezza.
I sentieri frecciati che ci conducono all’atrio vetrato dell’esedra fanno in modo che ci si arrivi frontalmente alla statua equestre di Marco Aurelio. Nel guardare all'insù gli occhiali si appannano. No, non ho pianto di emozione, è la mascherina che continua a dare fastidio, però l’indumento è di uso obbligatorio durante la permanenza all’interno dei musei.
Si va verso il Tabularium per prendere un po’ di aria fresca e osservare il Foro Romano, anch’esso privo dalle consuete orde di turisti. Nel camminare sotto gli imponenti archi, il silenzio di un tiepido pomeriggio di giugno fa uno strano rumore, quasi come se il riverbero dei miei passi fosse leggermente rallentato, in marcia verso un passato che si nasconde nell'intercapedine del vuoto presente.
In questo periodo le visite devono essere previamente prenotate. Consultate le nuove regole nel sito dei Musei Capitolini