L'Amletico

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5 film indipendenti che hanno arricchito il cinema gay

Sì, credeteci, nessuna delle pellicole elencate ha una fine alla Brokeback Mountain. Potete guardarle con la certezza che nessun omossessuale verrà ammazzato (o quasi, perché ancora non tutti hanno accettato che l’amore non conosce limiti). Dalla Finlandia a Israele, con un passaggio più che meritato per l’America Latina, cinque film che hanno arricchito la drammaturgia gay nell’ultimo ventennio. 

 

 A moment in the reeds (2018), Finlandia

Questo film diretto da Mikko Makela entra in questa classifica soprattutto per essere riuscito nelle scene di sesso! Sì, non è scontato registrare un rapporto sessuale tra due uomini senza subito cedere ai tranelli della pornografia o – peggio – girarla dalla prospettiva etero. Forse uno dei segreti di questo vincente traguardo sta nel fatto che entrambi i protagonisti sono omossessuali. 

La sceneggiatura si sviluppa a partire del difficile rapporto del figlio gay con suo padre. Tutto peggiora con l’arrivo di un emigrato siriano, che nel ragazzo provoca reazioni passionali e, nel padre, invece, reazioni xenofobe. 

 

 Trémulo (2015), Messico 

Un cortometraggio sincero e avvolgente, premiato in patria e negli States. Di sguardi intensi e balli calienti. Trémulo, in certi momenti, toglie il fiato nel bene e nel male. E non lontano dalla dicotomia pazza delle emozioni, un’improbabile relazione ha inizio, svolgimento e fine. 

La scena che sicuramente va menzionata in questa lista è quella del ballo tra i protagonisti, avendo come sottofondo un tormentone (Yo no se mañana) che non ricordo se sia o meno arrivato in Italia, ma che ha raggiunto il primo posto delle classifiche latinoamericane. 

 

Azul y no tan rosa (2012), Venezuela

Tra i cinque film selezionati, questo è senza dubbio quello che arriva subito al cuore dello spettatore tramite una potente carica emozionale. Molti dei tabù riguardanti la sessualità e la famiglia nel Venezuela ritratti in questa pellicola potrebbero perfettamente inquadrarsi in altri contesti, come quello italiano. 

Menzione speciale per la fotografia, che insieme alla recitazione e ovviamente la sceneggiatura originale ha permesso a Azul y no tan rosa di conquistare non solo il pubblico venezuelano, ma anche dei tappeti rossi di non pochi festival in giro per il mondo.

 

O Fantasma (2012), Portogallo

Caralho! Non si potrebbe introdurre con altra espressione questo film dell’acclamato direttore portoghese João Pedro Rodrigues. Una metafora perfetta dell’oscuro che abita ogni essere umano e che in tutti modi cerca di farlo diventare schiavo dei suoi desideri. 

Il protagonista conduce lo spettatore nelle corde della sua esistenza più intima, giocando con l’apparente normalità del suo lavoro, senza però nascondere la lussuria che gli fa da fantoccio. Dimenticate quella Lisbona da cartolina, la città più illuminata d’Europa, perché i fantasmi vivono nella notte e la scatologia sa di lardo. 

 

Walk on Water (2004), Israele 

Se oggi Tel-Aviv (Habibi!) è una delle città più arcobaleno del mondo sicuramente la filmografia di Eytan Fox ne ha dato il suo contributo. In questo film del premiatissimo direttore nato a NYC in una famiglia ebraica, il titolo rimanda alla famosa parabola di Gesù che cammina sulle acque del mare di Galilea. 

Ma non tutti possono fare lo stesso, prima bisogna purificarsi. Così un agente del Mossad abituato a uccidere dovrà fare i conti con se stesso quando non riuscirà più a mantenere una divisione tra lavoro e vita privata, tra Israele e Germania, affrontando i suoi dilemmi e pregiudizi.