Il mito di Ovidio: un lungo viaggio da Pompei a Botticelli
Durata della visita: 1.30/2h
Periodo: dal 17 Ottobre 2018 al 20 Gennaio 2019
Costo biglietto: 15€ intero; 13€ ridotto. Biglietto speciale pausa pranzo 8€ (dal lunedì al venerdì dalle 12.40 alle 14.20). Biglietto studenti universitari 5€(esclusivamente venerdì e sabato dalle 19)
Pochi personaggi del mondo antico si sono radicati nell’immaginario collettivo come Publio Ovidio Nasone. Lo si capisce fin da subito entrando alle Scuderie del Quirinale per l’esposizione “Ovidio. Amori, miti e altre storie” curata da Francesca Ghedini. Delle scritte col neon realizzate da Joseph Kosuth rievocano le frasi più celebri dell’autore di Sulmona, quelle che ancora oggi utilizziamo, spesso inconsapevolmente, nel lessico comune. Sebbene poco gradevoli esteticamente e più affini all’insegna di un Motel, le scritte ci introducono alla mostra annunciandone il leitmotiv: il dialogo tra immagini e parole. Durante il percorso espositivo si ripercorre l’influenza che gli scritti ovidiani più noti, Le Metamorfosi e l’Ars amatoria su tutti, hanno avuto nel corso dei secoli, esercitando grande fascinazione ed ispirando generazioni di artisti.
Oltre duecento le opere in mostra, fra statue, dipinti staccati, quadri, vasi, rilievi, gemme, codici miniati, in un affastellamento un po' da museo ottocentesco, che non lascia troppo respiro al visitatore. I prestiti sono notevoli, di particolare pregio è il nucleo proveniente dal museo archeologico di Napoli, con le pitture pompeiane e alcune straordinarie sculture antiche, fra le quali spicca la bellissima Venere Callipigia.
Di grande interesse anche alcuni dipinti dell’età moderna, come la celebre Venere pudica di Botticelli, proveniente dalla Galleria Sabauda di Torino, o il magnifico Ribera della Corsini (opera matura dell’artista spagnolo, dove il cupo caravaggismo lascia spazio ad un cromatismo veneto intenso), e ancora opere di Tintoretto, Cellini, Poussin e molti altri.
Nelle sale delle vecchie scuderie papali si susseguono i miti narrati nelle Metamorfosi, da Narciso a Pigmalione, da Adone ad Ermafrodito, ma anche le storie licenziose degli amori degli dei, raccontate dall’autore senza filtri. Ma Ovidio fu anche testimone di un momento storico di enorme importanza, quello del passaggio dalla Repubblica all’Impero, grazie al Princeps Ottaviano (poi Augusto). Il poeta fu cantore di questo evento epocale, che comportò un repentino cambio dei costumi, e finì per essere ostracizzato e costretto all’esilio dallo stesso Augusto per averlo osteggiato. Ovidio finì i suoi giorni a Tomi, sul Mar Nero, senza poter fare ritorno nella sua amata Roma. In occasione del bimillenario della sua morte il grande poeta torna nell’Urbe, celebrato in un’antologia che rende omaggio alle sue opere e alla sua fortuna immortale, che neanche la damnatio memoriae augustea è riuscita ad intaccare.
“Ho ormai compiuto un’opera che non potranno cancellare né l’ira di Giove, né il fuoco, né il ferro, né il tempo divoratore… e il mio nome resterà: indelebile”.
Alle Scuderie del Quirinale si riscopre uno dei grandi padri della cultura occidentale, ma soprattutto si svela l’enorme immaginario scaturito da Ovidio che appartiene da secoli alla collettività, attraverso un lungo viaggio nella storia dell’arte, da Pompei ai nostri giorni.
Nei prossimi mesi si svolgeranno inoltre per la città interessanti incontri per approfondire, insieme a professori e scrittori, la figura del poeta. Dal teatro Argentina all’Eliseo, da Villa Medici a Palazzo Altemps, la città si animerà tramite le storie e i miti ovidiani con un ciclo di incontri che sembra davvero imperdibile.