L'Amletico

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La Dea Fortuna di Özpetek: sfumature di una diversa normalità

La prima sequenza del film rivela l'impronta estetica che contraddistingue il regista e lo stesso vale per il modo in cui la trama si sviluppa e le storie dei personaggi si intrecciano. La terrazza romana che fa d'asse alla sceneggiatura tra la capitale e Palermo porta in sé una grande nostalgia di quell'altra indimenticabile terrazza di Le Fate Ignoranti e tutte le sue sovversioni.

Quasi vent'anni dopo quel capolavoro, sulla terrazza di La Dea Fortuna invece si festeggia un normalissimo matrimonio gay. È la celebrazione di Özpetek all'amore che, dopo tutto, ha vinto! 

L’universo delle relazioni umane e le sfumature che ne derivano sono stati e continuano ad essere leitmotiv per l’autore sconvolgere rottoli, stereotipi e far luce su temi che ancora devono essere messi in discussione. 

Emozioni che si evidenziano soprattutto nei dialoghi, una delle dimensioni più ammirate nella filmografia di Özpetek. Infatti, l’amore e le incertezze, la gioia e le paure vissute dai personaggi di La Dea Fortuna non hanno genere, sono solo sentimenti che emergono nel grande schermo così come fanno comparsa nella vita di ognuno di noi. “La fortuna è un caso e si presenta neutra, sta a noi il resto”, recita la pellicola.

A far risuonare tutto ciò ancora più intensamente è la colonna sonora marcata dalla intramontabile voce di Mina. Niente è scontato in La Dea Fortuna e il film si è aggiudicato un posto di rilievo nell'opera del regista. 

Non si può concludere senza dire che con il ritorno della cinepresa a Roma, Özpetek si riafferma nella difesa dei diritti civili promuovendo il dibattito sulle adozioni da coppie omosessuali, ahimè ancora un tabù in Italia.