"Elements Tour" di Ludovico Einaudi: Note dalla natura
Luogo: Roma, Terme di Caracalla Roma
Genere: Musica contemporanea; New age; Musica minimalista; Musica classica
Prezzo: 70, 55, 45 euro (più diritti di prevendita 15%)
Immaginate ciò che potrebbe pensare un Romano se gli venisse detto che nel luogo dove sorgevano le Terme di Caracalla si tengono oggi concerti, spettacoli d’opera e balletti. Senza dubbio rimarrebbe stupito da tale accostamento tra le più alte forme d’arte e quanto invece avveniva un tempo in quegli edifici pubblici. Eppure, le stesse terme dove si era soliti andare per rigenerare il corpo e depurarlo dalle tossine hanno mantenuto inalterata la loro funzione: regalano piacevoli serate che garantiscono un benefico rilascio di endorfine.
Delle antiche terme restano due colonne imponenti e una serie di archi a sesto ribassato; ciò che una volta costituiva il lato nascosto delle piscine è ora palcoscenico dell’estate romana. Indubbiamente un luogo simbolico e suggestivo: ma per quanto riguarda l’acustica?
È questa la domanda legittima che mi pone una giovane turista, preoccupata che in un posto del genere il suono possa disperdersi o venire alterato. Soggiogato dalla storia che mi circonda, la risposta non può che essere altrettanto spontanea: “Rimarrai ipnotizzata dall’atmosfera”.
È l’ora del crepuscolo. I ruderi romani si tingono di porpora. Una voce languida scandisce i secondi prima dell’inizio. Three. Two. One.
Dal lato sinistro il suono acuto della tastiera, da lato destro quello più cupo degli strumenti a percussione. In mezzo – nella stessa posizione del direttore d’orchestra – il timbro delicato del pianoforte di Ludovico Einaudi; il musicista dà le spalle al pubblico ed è rivolto verso le Terme, pronto a dialogare con gli spiriti del passato.
Il suo ultimo lavoro “Elements” combina suoni e sensazioni provenienti dalla natura. Il profumo della pioggia sulla terra asciutta (petricore, come il nome della prima canzone), il rumore del vento, il tintinnio della pioggia, la maestosità delle montagne e la forza del logos. Si è trascinati in una quarta dimensione creata da una rete spirituale di vibrazioni. Ed è proprio qui che si annida la capacità dell’artista, nel saper combinare tra loro i diversi strumenti che si trasformano in elementi naturali e realizzano una foresta di suoni, dove il tempo non è più scandito da orologi, ma dagli intervalli tra le canzoni: attimi congelati di trepidazione sotto il silenzio del solleone.
In molti dei componimenti la presenza del pianoforte è leggera, inavvertibile, poche note che tuttavia permettono di sublimare il concerto naturale. Nel percorso musicale tracciato dal musicista torinese verrà nondimeno anche il momento in cui ad occupare la scena sarà il suo strumento prediletto. I suoi movimenti sono misurati. Il suo tocco leggero. La sua figura composta. Le sue dita si muovono con eleganza, prima piano e poi forte, evocando in ogni istante la vita e rifuggendo con forza la morte.
Il nuovo mondo musicale realizzato da Einaudi si miscela alle immagini geometriche e variopinte proiettate sui reperti romani, ogni senso rimane coinvolto dall’entusiasmante spettacolo. Il pubblico è in visibilio e nell’ultima canzone molti degli astanti si affannano per scattare una fotografia, per immortalare la scena in un video e cristallizzare un momento irripetibile. Ma la macchina fotografica cattura la luce, non emozioni. Sensazioni che ognuno dei presenti ha scritte nella propria memoria; note di uno spartito nascosto dentro ognuno di noi, pronte per essere suonate non appena rievocate.