L'Amletico

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Notte aperta allo spettacolo delle luci ai giardini di Villa Medici 

Luogo: Villa Medici, giardini.

Durata della visita: 1h

Periodo: fino il 28 Gennaio 2018 (dal venerdì alla domenica)

Costo biglietto: gratuito

Una grande scacchiera con un tocco di labirinto. A questa combinazione, degna di fantascienza, vanno aggiunti grandi fari che guidano i visitatori del Ouvert la Nuit, Festival des Lumières nei giardini di Villa Medici. Ogni carré custodisce un'opera o installazione in cui la luce è protagonista. A volte questa diviene così sottile che letteralmente non ci si può vedere, in altre sbalordisce. 

Come succede quando si attraversa il raggio di luce di un antico proiettore e, all'improvviso, ci si ritrova al centro di questo film a intervalli non regolari; e non trovando un grande schermo per rivelare i quadri di una pellicola assente, il fascio di luce fredda risale illuminando in contré-plongee un pino marittimo, che dall'alto si contraddistingue su tutto il perimetro della mostra.

Un piccolo filamento di luce che scappa in orizzontale, invece, accende visi privi di corpi, ma pieni di espressione, dalla curiosità allo spavento, davanti a questo dinosauro vivente.  D'altronde, la luce ferma dei fari squarcia il buio, e ci conduce al prossimo porto sicuro ovvero, un orinatoio all'aperto.

L'opera di Elmgreen & Dragster da lontano ricorda gli esordi del dadaismo, e sono soprattutto le donne a divertirsi con gli illusori giochi di specchio. L'illusione segna tutto il percorso in cui il viavai di persone non porta con sé l'angoscia dei posti affollati, perché sono solo silhouette spettrali che vagano tra la nebbia e i suoni del bosco. A questa atmosfera artificiale va aggiunto il cielo terso di una notte d'inverno stellata, un'ulteriore luce che arriva dall'oscuro confine dell'universo direttamente ai giardini della grande bellezza. 

Roma vittoriosa con Venere in mano: una statua che adesso parla anche di una luce non continua, frammentata. Come se la lunghezza d'onda dei neon arrivasse al cervello a metà, riflettendo un'immagine incompleta, disordinata. L'opera di François Morellet è fina, incisiva, e allude a qualcosa di mancato che troviamo anche in un altro punto cardinale del giardino: la loggia di Cleopatra. Le ghirlande di Felix Gonzales-Torres conferiscono allo spazio un'aria di esuberante luminosità, ma lì brilla anche l'oscurità della scomparsa del suo compagno; tutto incorniciato da una testa perduta, o tagliata, nostalgica di un tempo che, nonostante immortalato, non ritorna più. 

Questo scenario ci spinge ancora dentro al labirinto, direzione Sud. L'architettura del Palazzo dei Medici viene messa in evidenza dall'illuminazione speciale e, pur non essendo parte del percorso, è una magnifica presenza. Il faro indica la fine del tragitto. Torniamo indietro verso l'uscita. Cani che abbaiano, rane impazzite, odori non familiari. Nel buio gli altri sensi si aguzzano, la visione già non è credibile. Vedo piccole lucciole lungo le siepi. Saranno vere? La notte ci saluta con trasporto in tutta la sua maestà, aprendosi a noi. Saremmo noi aperti allo splendore della notte?

Gradimento Autore: 10/10