Sanremo 2020, Lamborghini irriconoscibile, Junior Cally sorprende tutti. Il nostro podio
Ieri sera il festival di Sanremo 2020 ha fatto il 52% di share. Non andava così bene dal 2005. In questa seconda serata, tra l’esuberanza di Sabrina Salerno, il ritmo di Zucchero, l’entusiasmo in salsa reunion dei Ricchi e Poveri e la perfomance commovente di Paolo Palumbo, rapper malato di Sla, sono andate in scena le seconde 16 canzoni del festival. Questa volta lo share sale al 53%, al top dal 1995. Diamo un altro po’ di voti e il nostro podio ideale.
BIG
Tosca – “Ho amato tutto”
VOTO: 5 e mezzo
Classica, ma non vecchia. Sanremese, ma stilosa. Tosca torna dopo diversi anni al festival cantando un amore perduto e una vita vissuta con intensità. Vene poetiche e note appoggiate con classe, in un pezzo da musical senza ritornello. Ma l’ottima interpretazione non colma i vuoti di un testo che non si capisce dove voglia andare a parare.
Dignitosa, ma non sufficiente
Piero Pelù – “Gigante”
VOTO: 2-
In quarant’anni di carriera non ha mai partecipato al festival. Forse oggi capiamo il perché. Il suo “Gigante” è una dedica al nipote. Racconta la sua emozione di nonno e i sogni del piccolo. Per carità, rispetto per l’intenzione. Di quello che si vede sul palco, però, funziona poco e nulla. Piero appare stanco, non molto intonato e pieno del suo mestiere, oramai trito e ritrito. Il rock è evaporato. Da gigante a topolino il passo è breve. Poco meglio di Riki, meno di Elodie.
Che flop!
Rancore– “Eden”
VOTO: 6 e mezzo
Il rapper “ermetico”, che a Sanremo 2019 duettò sulla fortissima “Argento vivo” con Daniele Silvestri, non delude. La sua “Eden” ruota attorno alla mela proibita, come simbolo del nostro mondo di peccatori e guerrafondai. Immagini letterarie, riferimenti storici, paragoni arditi. Tra Paride, Newton, Magritte e Guglielmo Tell, Rancore affascina l’ascoltatore. Da segnalare la tensione che rompe a tratti la voce, interrompendo per qualche frazione di secondo il beat. Ma ci può stare, considerando la difficoltà d’esecuzione.
Ammaliante
Elettra Lamborghini– “Musica (e il resto scompare)”
VOTO: 0+
È forse la big più sorprendente tra i 24 in gara a questo Sanremo 2020. Ma la sua performance è più disastrosa della panchina di Giampaolo Ventura in Nazionale. Si veste come un barboncino sbrilluccicante e rimane ferma quasi tutto il tempo. Il pezzo è un reggaeton senza carica, che forse non va bene nemmeno d’estate. Può darsi che nella versione registrata sia più convincente, d’altronde il canto dal vivo non è il punto forte di Elettra. Alla fine fa vedere il lato B e accenna una mezza tweerkata (per il “coraggio” merita il +). Ridateci l’Elettra di “Pem Pem”! Fa compagnia ad Alberto Urso.
Letteralmente il nulla
Levante– “Tikibombom”
VOTO: 6-
Solitudine, l’essere diversi e isolati, il cappio mortale degli stereotipi. Levante arriva a Sanremo e come al suo solito canta parole non scontate. Il pezzo, però, non decolla mai e alla fine non è efficace. Lei prova a compensare con il suo tono affascinante, modulato tra alti e bassi. Ma è inutile negarlo: da una giovane artista della sua qualità di scrittura ci si aspettava tanto di più.
Sottotono
Paolo Jannacci – “Voglio parlarti adesso”
VOTO: 3 e mezzo
Un padre parla alla figlia mentre dorme. Le dice, teneramente, che per lei ci sarà sempre. Fine. Il figlio ed erede del grande Enzo Jannacci non colpisce affatto. Le sue parole sono troppo blande, il carisma purtroppo è davvero poco.
Insignificante
Junior Cally – “No, grazie”
VOTO: 7-
Non giriamoci intorno. Il rapper romano è il protagonista della serata. Lo aspettano tutti, dopo un mese di polemica su quella sua canzone del 2017 (“Strega”) in cui inneggerebbe alla violenza sulle donne. Polemica forse corretta, ma slabbrata, visti i casi simili del passato (lui dice di aver raccontato una storia che esiste nel paese e che non condivide). Adesso sale sul palco più mainstream d’Italia senza travestimenti e in maniera forse non troppo marcata (si sarà spaventato) tira bordate a raffica contro il populismo e la politica di destra e sinistra. Il suo “No grazie” è un rifiuto di un certo modo di vivere in società, quando dal politico all’artista si fa la voce grossa senza cambiare mai le cose. Dà del razzista a Matteo Salvini e del liberista incallito a Matteo Renzi. Iper-divisivo, può essere giudicato giusto o totalmente inopportuno a seconda delle diverse opinioni. Ma il vero punto è che per la prima volta la politica italiana del momento entra esplicitamente all’Ariston. Senza maschera, senza veli.
Sorprendente
Michele Zarrillo – “Nell’estasi o nel fango”
VOTO: -1
Michele. Zarrillo. Nel 2020. Con un pezzo uguale a quello portato le ultime cinque volte al festival. O forse ugualmente inutile. Si lamenta al microfono per tre minuti parlando di sé. Nel paleozoico sarebbe stato attualissimo. I voti erano da 0 a 10, ma lui merita una menzione speciale.
Terribile
Giordana Angi – “Come mia madre”
VOTO: 6
Va bene il testo è semplice, ma il messaggio (l’amore di Giordana per la madre, suo modello di vita a cui chiede scusa per non averle sempre voluto bene) è giusto. La seconda classificata all’ultimo Amici a tratti incarna Mia Martini e il suo graffio parla all’anima. Forse sarebbe risultata sufficiente anche se avesse cantato l’elenco telefonico.
Intensa
Enrico Nigiotti– “Baciami adesso”
VOTO: 2 e mezzo
Voce incerta, nasale come non mai, pezzo frivolo. L’Enrico Nigiotti dei tempi di X Factor è sparito come il brio di Elettra. Manca il suo vecchio tono caldo, tra parole sentimentali mediocri. Ad un certo punto stonicchia. Forse ha avuto problemi vocali, resta il fatto che il mini-assolo di chitarra è l’unico momento degno di nota.
Spento
Pinguini Tattici Nucleari – “Ringo Starr”
VOTO: 4-
Sono la quota “indie” del Festival. Tutti si aspettano “Lo Stato sociale” 2.0, ma del gruppo bolognese non c’è nemmeno l’ombra. Il pezzo, obiettivamente divertente, esalta l’essere sfigati. “In un mondo di John e Paul, io sono Ringo Starr” dice il ritornello. “Indie” come Tommaso Paradiso svestito al Grande Fratello.
Indie-centi
Francesco Gabbani – “Viceversa”
VOTO: 1
È uno scherzo? Francesco Gabbani ha vinto nel 2016 Sanremo giovani con quell’ ”Amen” che cantava una società falsa e incapace di ribellarsi alle storture del mondo e nel 2017, tra i big, con il tormentone “Occidentalis Karma”, che irrideva il modello di vita occidentale e il suo tentativo di “scimmiottare” quello asiatico. Oggi sul palco dell’Ariston canta una canzone, nemmeno orecchiabile, su una storiella d’amore. Non serve aggiungere altro.
Dalle stelle alle stalle
Dopo aver ascoltato tutte le canzoni in gara tra i big (qui le pagelle di ieri), questo è il podio ideale de l’Amletico:
Ed ecco la classifica provvisoria della giuria demoscopica delle prime due serate (lo stesso podio che abbiamo scelto noi, no?):
1 Francesco Gabbani
2 Le Vibrazioni
3 Piero Pelù
4 Pinguini Tattici Nucleari
5 Elodie
6 Diodato
7 Irene Grandi
8 Tosca
9 Michele Zarrillo
10 Levante
11 Marco Masini
12 Alberto Urso
13 Giordana Angi
14 Raphael Gualazzi
15 Anastasio
16 Paolo Jannacci
17 Achille Lauro
18 Enrico Nigiotti
19 Rita Pavone
20 Riki
21 Elettra Lamborghini
22 Rancore
23 Bugo e Morgan
24 Junior Cally
NUOVE PROPOSTE
Prima sfida:
1) Fasma – “Per sentirmi vivo”
VOTO: 4
Sguardo enigmatico, lungo cappotto cool. Usa l’autotune, apparentemente più per moda che per necessità, sull’ennesimo pezzo d’amore. Il ritmo della canzone è coinvolgente e le parole scorrono. Peccato, però, che il testo sia impegnato come quelli di Pupo.
Modaiolo
2) Gabriella Martinelli e Lula – “Il gigante d’acciaio”
VOTO: 7 e mezzo
Una mini-Fiorella Mannoia con tanto di chitarra rock e una rapper decisa si esibiscono su una bella canzone. “Il gigante d’acciaio” è la famigerata Ilva di Taranto. Le parole trasudano la disperazione di una città avvelenata e priva di speranze. Il tema è più attuale che mai, visto che il governo italiano sta discutendo proprio in questi giorni con la nuova proprietà di Arcelor Mittal per tentare di salvare lo stabilimento e i suoi 10mila lavoratori. Gabriella Martinelli ha uno stile già visto, Lula è convincente. I big prendino appunti, perché avrebbero solo da imparare.
Meriterebbero di vincere tra i giovani, infatti vengono eliminate
Passa alle semifinali Fasma
Seconda sfida:
Marco Sentieri – “Billy Blu”
VOTO: 7
Seconda miglior canzone dopo quella di Gabriella Martinelli e Lula. Il bullismo, di cui parla il pezzo, è un fenomeno oscuro troppo spesso sottovalutato e Marco Sentieri sceglie di trattarlo raccontando una storia. Si chiama Billy Blu, un ragazzo magro e primo della classe, vittima dei più prepotenti. “Io sono solo uno dei tanti Billy Blu – si immedesima Sentieri - quelle vittime di un bullo che ogni giorno li tormenta, ma bulli non si nasce, lo si diventa quando hai una famiglia distratta e disattenta”. Più che cantare, recita bene e conciato così, con i capelli rasati e una giacca con strisce gialle, il bullo sembra quasi lui. Però è davvero potente nel trasmettere il suo messaggio.
Chapeau, adesso vinca lui!
Matteo Fustini – “Nel bene e nel male”
VOTO: 3
Il ragazzo, protagonista mancato di Sara e Marti di RaiGulp, si impegna parecchio. Si sforza di apparire emozionante e forse emozionato lo è davvero. Però è così acerbo da fallire qualche nota. Il testo (indovinate un po’? D’amore!) non è scontato, ma nemmeno originale. Il titolo è sbagliato, c’è quasi solo il male.
Anonimo
Passa alle semifinali Marco Sentieri