"Storie dell'arte per quasi principianti": uno strumento per comprendere
Mentre la storia dell’arte esce di scena da quasi tutti i programmi scolastici, osteggiata a fronte di nuove materie ritenute più importanti, il numero dei visitatori nei grandi musei e presso le mostre aumenta a dismisura. La domanda e l’offerta continuano a crescere, ma chi ne stabilisce la qualità?
Cosa resta al visitatore che attraversa ignaro e frettoloso le collezioni vaticane o le sale ricolme di pittura degli Uffizi, o che si appresta a vedere le innumerevoli mostre dedicate ai soliti pochi nomi e movimenti artistici?
Se al visitatore vengono a mancare gli strumenti, sarà difficile trasformare l’estenuante visita in arricchimento culturale e spirituale: il museo o più in generale la cultura verrà allora percepita come qualcosa da consumare, da fruire come mero intrattenimento (non che non ci sia anche un aspetto ludico e ricreativo, beninteso) o talvolta percepita come un obbligo civile da adempiere. Come fare dunque ad abbattere, o quantomeno a diminuire, il divario che separa gli specialisti e gli addetti ai lavori dal grande pubblico?
La divulgazione in tutto ciò gioca un ruolo fondamentale. Ma se questa è affidata per lo più a ciarlatani da talk show televisivi o da presunti studiosi millantatori?
Valter Curzi, professore ordinario di Storia dell’Arte moderna alla Sapienza Università di Roma è ben conscio di questa situazione delicata, per non dire critica. Studioso del Settecento, egli ha pubblicato articoli e saggi specialistici ed ha al contempo curato diverse mostre (si ricorda, fra le più celebri, “Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova” del 2016 presso le Scuderie del Quirinale), con un occhio attento all’attività accademica e a quella divulgativa.
Lo studioso ha deciso di imbarcarsi in impresa non semplice, ovvero quella di creare uno strumento utile sia ai suoi giovani studenti, che, soprattutto, a tutti coloro che vorranno cimentarsi nella comprensione dell’opera d’arte.
“Storie dell’arte per quasi principianti”, edito da Skira, nasce con questo intento: quello di fornire un buono strumento, pratico, maneggevole, ma anche e soprattutto interessante, a un pubblico vasto ed eterogeneo. Valter Curzi evita di ripercorrere la storia dell’arte per intero riassumendola per sommi capi, operazione quantomai impossibile e da inutile Bignami, ma sceglie cinque percorsi, che corrispondono ai cinque capitoli del libro, nei quali si affronta il contesto, le “etichette” storico-artistiche, il soggetto, lo stile e l’eredità artistica. Nell’idea e in parte nell’impostazione, il libro si rifà al celebre “Dietro l’immagine. Conversazioni sull’arte di leggere l’arte” di Federico Zeri, maestro imprescindibile per qualsiasi storico dell’arte. Ma Curzi, pur occhieggiando a Zeri, si muove su piani metodologici più ferrei e strutturati e non in maniera serpentina, casuale ed eclettica come faceva l’istrionico studioso (bisogna ricordare che il libro di Zeri era nato da alcune lezione che egli aveva tenuto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 1985, ed in seguito messe per iscritto).
Con grande maestria il lettore viene preso per mano e accompagnato in un viaggio che lo porterà a scoprire luoghi incantevoli come Urbino, col suo Palazzo Ducale e lo Studiolo del duca di Montefeltro, il parco della Reggia di Caserta o ancora la Firenze del primo Quattrocento (il tutto corredato da un bellissimo apparato di immagini di qualità), ma soprattutto lo spingerà a porsi domande, offrendogli spunti di riflessione e approfondimenti.
Nell’ultimo capitolo c’è spazio anche per un affaccio sul panorama artistico contemporaneo: da Bill Viola a David LaChapelle fino a Fabio Viale, di cui vediamo un’opera in copertina, Souvenir Pietà (Madre), si riflette su come questi artisti si siano posti in linea col passato, meditando sull’eredità artistica di grandi maestri da cui hanno tratto linfa vitale per i loro lavori.
Con una scrittura piacevole e scorrevole, bella e mai imbellettata (rischio sempre dietro l’angolo per gli storici dell’arte), il libro riesce nell’obiettivo prefissatosi, grazie anche a un’intuizione non da poco, quella di inserire una bibliografia (ed una sitografia) al termine di ogni paragrafo, elemento prettamente scientifico assente in quasi tutti i libri divulgativi. Il lettore in questo modo avrà l’occasione di approfondire i temi che più lo hanno appassionato e interessato, tramite una selezione di volumi e di siti scelti fra i migliori. Si può concludere affermando che la coniugazione dell’aspetto scientifico e di quello divulgativo, della parte conoscitiva e di quella emotiva sia riuscito appieno.
Un libro che si consiglia a tutti, a chi è digiuno da nozioni e da strutture metodologiche ed anche a chi è affamato di conoscere e di affacciarsi nello straordinario mondo della storia dell’arte.