"The Broken Key": Conversazione con il regista Louis Nero
Anno: 2017
Durata: 120m
Genere: Fantascienza, Thriller
Louis Nero porta nelle sale “The Broken Key”, il suo ultimo film in uscita il 16 Novembre, distribuito in oltre 60 paesi. Il regista torinese non è mai stato avvezzo al circuito italiano canonico, intraprendendo progetti sempre più laboriosi dal punto di vista tecnico e produttivo, a tale riguardo ha esplicitato la sua scelta in questo modo: “Il cinema per me non è mestiere, è espressione dell’artista, come un’artista rinascimentale porto temi a prescindere dal mercato. I contemporanei molte volte non vengono apprezzati dai critici. Io realizzo quello che voglio esprimere, delle volte arriva al pubblico, delle volte no.”
Riguardo ai suoi precedenti film, come “Pianosequenza” del 2005 e “Golem” del 2003 (progetti dove lui ne ha curato quasi tutte le fasi: dalla sceneggiatura, la produzione, la fotografia e il montaggio) spiega: “Quando uscirono in sala, la critica e gli spettatori mi volevano letteralmente ‘picchiare’, dopo anni quegli stessi giornalisti sono venuti da me e mi hanno detto che si ricordavano ancora dei miei film, e questa è una grande soddisfazione”.
Anche “The Broken Key” si presenta come un progetto di base molto ambizioso, un thriller-sci-fi ambientato in una Torino futuristica del 2033, con un cast colmo di volti noti al grande pubblico come, Christopher Lambert (Highlander, Nirvana), Rutger Hauer (Blade Runner), Geraldine Chaplin (Il Dottor Zivago, L’età dell’Innocenza), William Baldwin (Fuoco Assassino), Michael Madsen (Le Iene, Kill Bill), Franco Nero (Django), Kabir Bedi (Sandokan). Amalgamato con nuove leve uscite per lo più dalla fiction o dai reality italiani, come Andrea Cocco, Alex Belli, Walter Lippa e Diana Dell’Erba.
Se ne deduce un grande omaggio ai personaggi iconici del cinema di genere, specialmente di quei film cui Louis Nero è molto caro; nel parlare di come ha dovuto rapportarsi con questi ‘mostri sacri’, ha dichiarato: “Credevo che con Lambert in particolare sarebbe stato difficile. Per me era Highlander, ricordo ancora quando lo guardavo in continuazione sulle mie prime videocassette. Il primo giorno di riprese ero molto teso, pensavo che mi avrebbe distrutto, invece mi ha subito tranquillizzato dicendomi che gli era piaciuta la sceneggiatura e che avrebbe fatto quello che io, in quanto regista, dicevo di fare. Attori di questo calibro non hanno bisogno di dimostrarsi più forti, hanno parecchia modestia. Geraldine Chaplin ha voluto girare senza controfigure; fino al mio ennesimo ciak, mi ricordava che fare cinema è anche questo, rifare una scena in continuazione finché non si è soddisfatti. È stata una grande lezione per me”.
La trama segue il modello del viaggio dell’eroe, narra le vicende del ricercatore inglese Arthur J. Adams (Andrea Cocco), che, venendo spinto dal padre putativo, il professor Moonlight (Rutger Hauer), parte per ritrovare il frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus. La ricerca porterà sempre di più a nuove scoperte ed enigmi e verrà ostacolata da misteriosi omicidi legati ai sette peccati capitali.
Louis Nero ha sempre lavorato con il genere cinematografico, toccandone gli aspetti più disparati, non sempre riuscendoci ha realizzato film di genere con una sua personale impronta autoriale. Parlando proprio di questa sua caratteristica, e della sua scelta di passare a temi fantascientifici con “The Broken Key”, ha spiegato: “Io amo la fantascienza. Mi permetto di viaggiare nel futuro. Consente di raccontare grandi temi validi. In Italia è difficile fare un film di fantascienza, specialmente perché devi fare un compromesso con l’architettura italiana per le ambientazioni. Richiede un impegno produttivo che per il cinema italiano risulterebbe troppo costoso”. Commentando questa nuova tendenza dei giovani registi italiani a guardare al genere afferma: “La nuova generazione ha la mia stessa formazione. Abbiamo un immaginario comune. Quando si parla di fantascienza c’è sicuramente Philip K. Dick o come nel mio caso Bruce Sterling, ma anche loro stessi ritornano a Dante. Un ciclo di valori eterni che poi vengono declinati in modo riuscito e non, ma l’importante è che questi valori vengano adattati al pensiero di chi deve viverli, se viene espresso un valore eterno senza un pensiero contemporaneo, non serve a niente”.
“The Broken Key” è strutturato su diverse chiavi di lettura e infarcito di molteplici riferimenti che spaziano dalla storia dell’arte rinascimentale, a Dante e alla mitologia egizia, risultando leggermente forviante. Il voler far entrare lo spettatore in empatia con il viaggio fisico e interiore del protagonista, secondo l’intento registico, è impossibilitato dal continuo flusso di eventi che non sono adeguatamente sviluppati e approfonditi. La scelta di affiancare un grande cast ad attori non consoni a un prodotto cinematografo, non dà prova del volere di Louis Nero di realizzare un film di fantascienza complesso e ricercato. La vera volontà di Louis Nero non si evince: si rimane in bilico tra il pensare se si abbia davanti un film ambizioso ma non riuscito nei suoi intenti o che togliendo tutta la simbologia presente e pedante, rimanga un film che vuole semplicemente omaggiare il genere fantascientifico, strizzando l’occhio al b-movie anni 70.
Una cosa rimane certa, quella di dare plauso a un regista che continuamente e imperterrito realizza film dove mette tutto se stesso. Dimostrando un’ampia cultura e sagacia, una grande conoscenza del mezzo cinematografico e del genere, qualunque esso sia o quello che decida di fare; ma che forse si dovrebbe avvalere, oltre di grandi nomi già presenti, di giovani attori più capaci e di produzioni più vantaggiose.
Gradimento Amletico*: 5.5/10
Paese: Italia
Produzione: LOUIS NERO FILM, TFP, Red Rock Entertainment
*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore
Mymovies.it: 1.5/5
ComingSoon.it: 4/5