L'Amletico

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“Uno zio Vanja” al Teatro Ambra Jovinelli: un terremoto di idee rende instabile la messinscena

In scena al: Teatro Ambra Jovinelli, dal 15 al 25 Febbraio

Durata: 2h e 30’, con intervallo

Autore: Anton Čechov

Regia: Vinicio Marchioni

Zio Vanja è un uomo caparbio, gran lavoratore, persona su cui poter contare. Zio Vanja è un parente affidabile, sempre al servizio degli altri, ma spesso irresoluto. Zio Vanja è in qualche modo ognuno di noi.

Da anni lavora incessantemente nel teatro ereditato a seguito della morte della sorella, garantendo risorse sufficienti all’amata nipote Sonja e all’indesiderato cognato, professore tanto intento alle letture quanto poco attento ai suoi familiari. Vivono tutti sotto lo stesso tetto, insieme alla nuova e giovane moglie del letterato e al medico Astrov, lì per curare il prof. Serebrjakov.
È in questo ambiente promiscuo che nascono legami nascosti, sentimenti tuttavia coperti sotto il velo di un falso perbenismo morale, che tardano perciò ad essere rilevati o sono tenuti celati pur di non dare scalpore. Ed è tale mancanza di sicurezza, tale mancanza di determinazione che porterà ad un conflitto tra i diversi personaggi, culminante in un ultimo sparo nel vuoto.

“Il pubblico vuole che ci siano l’eroe, l’eroina, grandi effetti scenici”, sottolinea Anton Čechov a proposito del suo teatro. “Ma nella vita ben raramente ci si spara, ci si impicca, si fanno dichiarazioni d’amore. E ben raramente si dicono cose intelligenti. Per lo più si mangia, si beve, si bighellona, si dicono sciocchezze. Ecco che cosa bisogna far vedere in scena”.

Con quest’opera il drammaturgo russo non vuole creare tensione o sorprendere lo spettatore, vuole piuttosto raccontare la vita così com’è, con i suoi limiti e le sue difficoltà insormontabili.

Nel rappresentare il dramma di Čechov Vinicio Marchioni decide di restare fedele al testo, sceglie però di ambientare l’opera in un teatro colpito dal terremoto anziché in una tenuta di campagna. Il cambiamento funziona soprattutto grazie alle splendide scene realizzate da Marta Crisolini Malatesta: il teatro appare distrutto all’interno, la parte centrale del muro è crollata; ma dietro vi è uno stupendo albero di ciliegio in fiore, con i suoi rami sottili e i suoi petali rosa che lasciano sperare in un futuro migliore. L’illusione però svanisce con l’arrivo della tempesta, che porta via con sé tutte le foglie e le residue possibilità di modificare quella palude di anime in pena.  

Se la scelta spaziale convince, non altrettanto il tentativo di contestualizzare l’opera, realizzato attraverso l'inserimento di allusioni alla situazione italiana; tali invettive appaiono forzate, slegate, e con difficoltà si intrecciano al resto della messinscena.

Non impeccabile alla regia, Vinicio Marchioni si esalta nondimeno nel ruolo dello zio Vanja, conferendo spessore al suo personaggio tramite la sua voce profonda e la sua intensa recitazione. Anche la prova di Nina Torresi è degna di nota, la sua Sonja è teneramente fragile quanto le fondamenta della sua famiglia.

“Bisogna scegliersi bene i posti con l’abbonamento, altrimenti si rischia di vedere solo le poltrone davanti a sé.” Il problema dell’inclinazione delle sedie al Teatro Ambra Jovinelli è riconosciuto da gran parte del pubblico. Un ambiente che era stato pensato come locale per vedere degli spettacoli cinematografici, oggi incontra evidenti problemi con le rappresentazioni teatrali, dove il palco è posizionato ad un’altezza inferiore rispetto a quella dello schermo.

Ma probabilmente non tutti incontrano lo stesso disagio, probabilmente chi si trova in galleria non ha di che lamentarsi. Forse allora, come sempre, è solo una questione di punti di vista, dove ognuno ha il suo. D’altronde anche lo zio Vanja, Sonja e il professore hanno ciascuno il loro modo di vivere la vita, ciascuno il loro modo di ingannare l’inesorabile passare del tempo.

Gradimento Autore: 6/10 (Regia: 5/10; Interpretazione: 5/10; Scenografia: 8/10)

Adattamento: Letizia Russo

Interpreti: Lorenzo Gioielli, Nina Torresi, Milena Mancini, Andrea Caimmi, Alessandra Costanzo, Nina Raia

Scene: Marta Crisolini Malatesta

Costumi: Milena Mancini e Concetta Iannelli

Musiche: Pino Marino

Luci: Marco Palmieri