Uomini separati al Teatro dell’Angelo: un seducente tango di risate
Scritta e diretta da: Rosario Galli
Aristotele affermava che ci sono tre tipi di amicizia: per vantaggio, per piacere e per virtù. Quest’ultima è “l’amicizia perfetta, quella degli uomini per bene e simili per virtù, perché essi si augurano il bene allo stesso modo”. I primi due tipi di amicizia sono occasionali e destinati a durare poco, il terzo invece è eterno ed è uno dei beni più importanti a cui può aspirare l’uomo.
La relazione che lega Alfredo, Pippo, Marco e Franco appartiene all’ultimo genere: non appena uno di loro si trova in difficoltà, gli altri sono pronti a soccorrerlo e prestargli il proprio aiuto. Sebbene l’amicizia tra loro sia ben salda, non si può dire lo stesso della loro vita sentimentale. Franco è un facoltoso commerciante xenofobo, che tuttavia non fa distinzioni quando si tratta di donne (è d’altra parte uscito di recente da un matrimonio con una svedese); Pippo è un azzimato signore con il vizio del divorzio, che ha lasciato già due appartamenti alle sue ex-mogli; Marco è un sincero giovane balbuziente che lavora per Alfredo, ed anche lui si è da poco separato dalla compagna; Alfredo infine è un garbato libraio, appena messo alla porta da sua moglie, sicché gli amici lo stanno aiutando con il trasloco.
Nel trambusto del seminterrato dove si sta trasferendo Alfredo, sarà l’avvenente vicina di casa Laura a portare ordine, affascinando i quattro amici. Da apparente sconosciuta, la giovane psicologa si scoprirà invero essere la nuova fiamma di Pippo, che non voleva svelare la relazione agli amici per timore che lo giudicassero, essendo Laura già sposata.
E ne avrebbero avuto ben donde. Laura infatti non si mostrerà fedele nemmeno nei confronti di Pippo, iniziando una storia con Alfredo e frequentandosi nel frattempo anche con Marco. La realtà è che Laura non è sposata e non è invaghita di nessuno di loro. Laura non è neanche una psicologa. Laura è una cortigiana, intrattiene relazioni per mestiere.
Così come apparsa, la giovane presto svanirà, partendo verso l’America del Sud per continuare a coltivare la sua passione per il tango. Il suo addio non lascia però alcuna amarezza nei quattro amici, ma la dolcezza di aver riscoperto l’amore per l’universo femminile, che la separazione dalle loro mogli gli aveva fatto dimenticare.
Rosario Galli scrive e dirige una commedia incentrata sui riflessi delle separazioni matrimoniali negli uomini. Nella sua ideazione sceglie quattro prototipi diversi di mariti, che si combinano bene tra loro, esaltando le differenze dei propri caratteri. Particolarmente riuscito risulta il contrasto tra la figura del libraio, che mantiene sempre il suo aplomb trattenendosi dall’usare linguaggio volgare, e la schiettezza dell’imprenditore, che invece non va mai per il sottile. Il merito di tale aspetto vincente va a Massimiliano Giovanetti (Franco), trascinante con le sue battute e la sua spiccata ironia, e Paolo Gasparini (Alfredo), che si improvvisa dapprima un credibile libraio compito, per poi invece lasciarsi andare a modi meno compassati nel prosieguo dello spettacolo.
Stride tuttavia con l’atmosfera leggera e divertente, creata grazie agli scherni e gli sberleffi tra i quattro amici, la seconda parte dello spettacolo, dove si pretende di riportare la messinscena sui binari di un teatro moraleggiante (citando Platone ed altri filosofi) che non hanno nulla a che vedere con una rappresentazione che si apprezza proprio per la sua studiata semplicità. L’improvvisa rivelazione da parte di Franco agli amici della sua crisi economica, così come il repentino cambio di amante da parte di Laura, sono tasselli che hanno difficolta ad inserirsi nel tessuto narrativo.
Riesce al contrario ad incidere sullo spettacolo Caterina Shula (Laura), in una parte che la vede splendere in tutta la sua bellezza. È grazie al ruolo da lei interpretato che i quattro amici ritrovano il senso dell’amore e che il pubblico si ricorda che l’amicizia non è altro che una forma di amore.