Arcimboldo: tra invenzioni e bizzarrie
Durata della visita: 1h 15m circa
Periodo: dal 20 Ottobre 2017 al 11 Febbraio 2018
Costo biglietto: 15€ intero; 13€ ridotto. Gratuito per i minori di 18 anni
Artista bizzarro, eclettico, sui generis, Arcimboldo arriva per la prima volta a Roma, a Palazzo Barberini, con una selezione di circa venti dipinti autografi.
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Nato a Milano nel 1526, Giuseppe Arcimboldo si è formato nella bottega del padre, nell’ambito dei leonardeschi (i seguaci di Leonardo da Vinci), dai quali si distacca però per intraprendere uno stile del tutto personale. Celebre soprattutto per le sue “teste composte” di frutti e fiori, conobbe in vita una grande fama, in particolare presso le corti asburgiche di Vienna e Praga; caduto poi nel dimenticatoio per secoli, venne riscoperto dai surrealisti negli anni Trenta del Novecento, considerato da loro come un importante antesignano.
Le sue effigi create con frutti, fiori ed animali si sono insinuate nel patrimonio collettivo, fino ad essere utilizzate nelle pubblicità, tanto che chiunque è in grado di riconoscere i suoi quadri; ma la sua figura è stata semplificata e sottovalutata, finendo per essere considerato semplicemente un artista giocoso e divertente.
La mostra analizza dettagliatamente il percorso e la produzione artistica di Arcimboldo, articolandosi in sei sezioni; nella sala introduttiva si trova l’Autoritratto cartaceo, dove l’artista ritrae sé stesso fatto materialmente di carta, metafora del suo essere uomo di lettere, filosofo e scienziato.
La prima sezione della mostra vuole ricreare l’ambiente milanese di quegli anni, raccogliendo opere di artisti a lui contemporanei, ma anche opere di arte applicata, come cristalli, armature e arazzi, a testimonianza dell’avanguardia di Milano nell’ambito della produzione di oggetti di lusso. Straordinarie le vetrate del Duomo di Milano, narranti le vicende di Santa Caterina, realizzate su disegno di Arcimboldo.
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Si prosegue con la sezione A corte tra Vienna e Praga, dove si ripercorre il periodo in cui divenne il ritrattista della corte asburgica. Alcuni effigi, come quella dell’Arciduchessa Anna, testimoniano la sua abilità nel realizzare ritratti anche senza particolari e bizzarre composizioni. In uno spazio espositivo ottagonale sono poi le opere più significative, ossia le personificazioni delle stagioni: la Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno dialogano con i quattro elementi, l’Acqua, l’Aria, il Fuoco e la Terra. Le quattro coppie di dipinti testimoniano il capillare interesse nei confronti degli elementi naturalistici, floreali ed animali, dato anche dall’allora recente scoperta del nuovo continente, e dal successivo arrivo di nuove specie esotiche.
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Interesse per le meraviglie della natura che si riflette nella terza sezione, quella dedicata agli Studi naturalistici e Wunderkammer; qui si vuole rievocare l’atmosfera delle “camere delle meraviglie”, ambienti in voga tra i collezionisti a partire dal Cinquecento, dove si univano in un affastellamento generale naturalia e artificialia, ossia oggetti meravigliosi e curiosi come zanne, coralli, animali rari, ma anche quadri e oggetti d'arte. Particolare interesse denotano alcuni dipinti raffiguranti gli “irsuti”, uomini ipertricotici, ossia straordinariamente pelosi, che venivano portati in giro per le corti come divertissement e intrattenimento.
Le Teste reversibili occupano poi la quarta sezione della mostra; si tratta apparentemente di immagini di semplici nature morte, che però, ruotate di 180 gradi, si trasformano in singolari ed eccentrici ritratti.
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La quinta sezione, Il bel composto, analizza il tema del composito in diversi contesti culturali, mostrando busti che a un primo sguardo appaiono naturali, ma si mostrano poi sapientemente costruiti tramite l’incastro di forme diverse, naturali e artificiali.
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Conclude infine l’esposizione la sezione Pitture “ridicole”: Arcimboldo, sulla scia della tradizione leonardesca e lombarda della caricatura, eseguì diverse personificazioni dei mestieri, fortemente ironizzanti, come quelle in mostra del Giurista e del Bibliotecario (quest’ultimo è una copia da Arcimboldo).
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Una mostra interessante e divertente, da non perdere, per scoprire uno degli artisti più singolari del Cinquecento e di tutta l’arte italiana.