Dove: Teatro India
Quando: dal 24 al 27 luglio
Orari spettacolo: ore 21.00
Costo biglietti: intero 18€, ridotto 15€
Fuori Programma, con la direzione artistica di Valentina Marini, alla sua quarta edizione torna in scena nell’estate 2019 appunto con un “Fuori Programma” tracciando un itinerario di spettacoli e laboratori diffusi per la città. Dalla precedente sede del Teatro Vascello a Monteverde si sposta per abitare gli spazi del Teatro India.
PROGRAMMA
24 luglio ore 21.00, Teatro India
La Veronal (ES)
Equal Elevations - prima nazionale
regia e coreografia Marcos Morau
Interpreti Lorena Nogal, Marina Rodríguez, Manuel Rodríguez, Sau-Ching Wong
produzione La Veronal
Equal Elevations è un progetto realizzato per il Museo Nacional de Arte Reina Sofía di Madrid, legato all'opera di uno dei più noti scultori viventi, Richard Serra: "Equal-Parallel: Guernica-Bengasi" (1986). Marcos Morau si discosta dal dialogo tra il movimento generato da La Veronal e una scultura che Richard Serra concepì non come riferimento alla memoria storica, ma come sperimentazione spaziale e analogia temporale di due fatti storici: il bombardamento di Guernica (1937) e l'attentato di Bengasi (1986). Questa conversazione tratta della giustapposizione spaziale tra danza e scultura, tra movimento e peso, tra leggerezza e gravità.
“The work of La Veronal is hypnotic and leaves the audience successfully exhausted. “EL PUNT AVUI
24 luglio ore 21.45, Teatro India
Spellbound Contemporary Ballet (IT)
Future Man - prima assoluta-coproduzione
coreografia Mauro Astolfi
interpreti: Spellbound Contemporary Ballet
produzione Spellbound con il contributo di Mibact Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo
Nell’ambito del Festival Fuori Programma la compagnia Spellbound Contemporary Ballet presenterà una creazione inedita, uno short time a firma di Astolfi che completa la ricca serata del 24 luglio, condivisa con gli artisti de la Veronal.
Spellbound Contemporary Ballet
Nasce nel 1994, dietro volontà del coreografo Mauro Astolfi che fonda la Compagnia al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. A partire dal 1996 Astolfi condivide il progetto produttivo con Valentina Marini con cui la Compagnia avvia un processo di intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali. Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale, espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, convincendo le platee dei principali Festival di Europa, Asia, Americhe. L’ensemble si avvicina al venticinquennale di attività, un arco di tempo in cui alla produzione di spettacoli di danza ha unito da sempre e con sempre maggiore interesse progetti di formazione ed educazione sia del pubblico che di almeno due generazioni di danzatori. Le attivita’ di Spellbound, oltre alle creazioni di Astolfi, abbracciano una serie di produzioni e progetti in rete con altri artisti e istituzioni su scala internazionale, come il recente “La Mode”, installazione a firma di Tomoko Mukayiama e Tojo Ito che ha inaugurato il National Taichung Theater a Taiwan nell’ottobre 2016. Le attivita’ di produzione sono inoltre sostenute dal Ministero per i beni e le Attivita’ Culturali e del Turismo a partire dal 2000.
“An artfully evening of extraordinary dancing” by Susan Fulks, Palm Beach Daily News U.S.A.
“If Spellbound were a car, it would be a Ferrari” The Annenberg center of Performing Arts-Philadelphia U.S.A.
“...spellbinding.” By Donald Rosenberg, The Plain Dealer , Cleveland U.S.A.
“60 minutes of breath taking art of dance …“ Sabine Rother, Letzte Aktualisierung, Germany
“Astolfi exhilarating choreography is a model of invention” Janet Soares, Ballet Review U.S.A
“The troupe has an alien beauty to its movement that has become the touchstone of reputable contemporary dance. The performers are magnificent in appearance, and their technique is remarkable.” Susan Fulks, Palm Beach Daily News
“Dancers of such chameleon-like suppleness, they were not only spellbinding, but breathtaking.” Merilyn Jackson, The Philadelphia Inquirer
27 luglio ore 21.00, Teatro India
Sita Ostheimer Company (DE) in collaborazione con Bolzano Danza
Us - prima regionale
concept Sita Ostheimer
danzatori Sita Ostheimer, Jonathan Sanchez, Manuel Molino, Jens Schyth Brøndum,
Patric Lindström
musica Pepo Galán
disegno luci Barnaby Booth and Daniel Paiva de Miranda
Two - prima regionale
coreografia Sita Ostheimer
danzatori Jonathan Sanchez, Manuel Molino
musica Sita Ostheimer
disegno luci Barnaby Boot
Un dittico di lavori per scoprire l’universo creativo di Sita Ostheimer, coreografa tedesca, danzatrice e assistente di Hofesh Shechter da qualche anno dedita a sue originali creazioni per la prima volta in tour in Italia con due tappe, prima a Bolzano danza il 25 luglio e a seguire a Roma il 27. In Us (2018) la ricerca dell’autrice sull’improvvisazione e il ritmo si spinge fino al punto in cui il corpo del singolo si fa ritmo per condividere con altri lo spazio e il tempo. Avvolti nella nebbia, cinque corpi galleggiano con il loro precipuo movimento, instaurando un gioco di progressiva empatia fino al raggiungimento della comunione sulla musica avvolgente di Pepo Galan. Two (2018) è invece un duetto potente e ironico danzato da Jonathan Sanchez e Manuel Molino su musiche composte dalla stessa Sita Ostheimer. Potrebbero essere due fratelli, ma anche due nemici. Sita sembra volerci ricordare qui che l’incontro con l’altro è sempre una piccola o grande ‘deviazione’ al proprio percorso.
Dal 2015 la danzatrice e coreografa Sita Ostheimer si concentra principalmente sullo sviluppo del proprio lavoro artistico. Ispirandosi e conoscendo gli approcci specifici al movimento e alla ricerca basati sul movimento di coreografi famosi come Hofesh Shechter, Izik Galili, Kriszina de Chatel e Alexandra Waierstall con cui ha collaborato in passato, oggi la sua attenzione principale è rivolta all'assorbimento e all'elaborazione della propria estetica del movimento. Questo processo di ricerca è basato sull'interazione di corpo, mente, spirito ed emozione. Il corpo impara a percepire gli stati attuali dello spirito e a tradurli in movimento, il più puro e non dissimulato possibile. Non si tratta di un'estetica nel senso della tecnica, ma dell'educazione di questa connessione corpo-spirito. La ricerca sul movimento si basa sull'improvvisazione e su un intenso esame del ritmo, mentre il ritmo è visto come qualcosa di familiare e molto vicino al corpo umano. In termini di ritmo il lavoro si concentra sulla discussione e la negoziazione tra la percezione personale del tempo, del respiro e della perdita e del controllo.
Nell'ultimo lavoro Us (2018) questa ricerca specifica sull'improvvisazione e sul ritmo ne è la base ma anche l’elemento da decantare e superare per mettere in discussione le possibilità del ritmo come strumento atto a creare un linguaggio umano. Per facilitare questa intensa ricerca sul movimento e sulla sua relazione con la musica, Sita Ostheimer collabora dal 2016 con i danzatori Jonathan Sanchez, Manuel Molino, Jens Schyth Brøndum, Patric Lindström e Clémentine de Bras, così come con i musicisti Donald Bateille, Adrien Casalis e Pepo Galán. Con questo team fino ad ora sono stati creati i seguenti lavori Chasm (2017), Molimo (2017), Two (2018), Human in Pieces (2018) e Us (2018), rappresentati sia a Berlino che in Spagna, Corea e Ginevra. Sita Ostheimer ha inoltre creato come artista indipendente tra gli altri per il progetto Bodhi di SEAD a Salisburgo, Frontier Danceland Singapore, CobosMika in Spagna , Verve in Leeds e Folkwang a Essen e Staatstheater Wiesbaden.