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"Il nome della rosa"nell'adattamento di Stefano Massini, regia di Leo Muscato, dal 23 gennaio Teatro Argentina


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Dal 23 gennaio al 4 febbraio al Teatro Argentina

la prima versione teatrale di uno dei più celebri romanzi del secondo Novecento,

Il nome della rosa di Umberto Eco, best seller tradotto in 47 lingue e Premio Strega nel 1981,

adattato per la scena da Stefano Massini e diretto da Leo Muscato con un cast di grandi interpreti

IL NOME DELLA ROSA

di Umberto Eco

versione teatrale di Stefano Massini (© 2015)
regia e adattamento Leo Muscato 

con (in ordine alfabetico)

Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti,

Luca Lazzareschi, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello,

Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni

scene Margherita Palli - costumi Silvia Aymonino

luci Alessandro Verazzi - musiche Daniele D’Angelo - video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii

Produzione Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale/Teatro Stabile di Genova/Teatro Stabile del Veneto -Teatro Nazionale

in accordo con Gianluca Ramazzotti per Artù e con Alessandro Longobardi per Viola Produzioni

con il sostegno di FIDEURAM – Intesa Sanpaolo Private Banking

Il nome della rosa di Umberto Eco è pubblicato da Bompiani

 

Dal 23 gennaio al 4 febbraio sul palcoscenico del Teatro Argentina debutta IL NOME DELLA ROSA, prima versione teatrale italiana del capolavoro di Umberto Eco, omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, scrittore e drammaturgo, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. La regia di questo straordinario best seller – tradotto in 47 lingue, Premio Strega nel 1981, la sua versione cinematografica è stata firmata da Jean-Jacques Annaud nel 1986 con protagonista Sean Connery – è affidata a Leo Muscato, che dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro» – annota Leo Muscatoche ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante, e nei suoi Appunti per una messa in scena continua a raccontare: «La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornate in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento. Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo [..] Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo».