La tempesta è un’illusione, un artificio, una malìa teatrale organizzata da Prospero, il protagonista della pièce, che, come un direttore d’orchestra o un moderno regista, crea la realtà e la manipola a suo piacimento, intervenendo sugli elementi naturali.
L’isola del mago Prospero coincide con il palcoscenico, pochi metri quadrati, estremo rifugio da un mondo in cui non ci si riconosce più. È un’isola bizzarra, in cui la realtà muta incessantemente, un labirinto in cui ad ogni istante è possibile smarrirsi irrimediabilmente, un luogo di riflessioni, rifrazioni, trappole mortali, miraggi ed utopie. Il teatro diviene così il luogo di una seconda chance, il “campo di battaglia” immaginario in cui Prospero/Shakespeare si prende una rivincita sulla vita reale.