Dove: Teatro Valle
Quando: dal 28 novembre al primo dicembre
Orari: ore 21.00 _ mercoledì 20 e 27 novembre ore 19.00 _ domenica ore 18.00
Ingresso su prenotazione alla mail community@teatrodiroma.net
Dal 28 novembre all’1 dicembre i visitatori del Teatro Valle diventano protagonisti di un “dramma di presenze e suoni” che abiterà gli spazi della storica sala con Senza quinte né scena. Un non spettacolo per un non teatro, restituzione finale del laboratorio guidato da Muta Imago con gli attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma.
Un percorso drammaturgico dalla forma ibrida che prenderà le mosse da una delle opere più famose di Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore, rappresentata per la prima volta al Teatro di Valle di Roma nella burrascosa sera del 9 maggio 1921, in cui molti spettatori contestarono lo spettacolo al grido di “Manicomio! Manicomio!”.
Otto figure dimorano negli spazi del Teatro Valle: un teatro dove non si può più recitare, dove non si può più andare in scena. Orfani di un palcoscenico possibile, queste persone/personaggi sono immersi in un limbo che li contiene tra la verità del teatro e la finzione della realtà: «Come incontrare il reale quando la finzione non è più permessa? Come creare lo scandalo dell’intimità, della verità che affiora, dello strappo improvviso della maschera che riveli la verità della sua stessa natura?». Ogni personaggio si rivolgerà singolarmente a ciascun visitatore (in gruppi di 5 persone per ogni turno della durata di 55 minuti), invitandolo e conducendolo nella propria dimensione intima e privata dove poter, faccia a faccia, confessare e “narrare i loro tristi casi, gridare le proprie ragioni, avventare le loro scomposte passioni”.
Otto attori e attrici per otto confessioni: otto monologhi tutti diversi tra loro, in cui il testo pirandelliano dei Sei personaggi in cerca di autore si mescola senza soluzione di continuità con le biografie e i drammi di ognuno di loro, veri o inventati che siano. Otto inciampi, otto tentativi di aprire una breccia, di accedere alla realtà, improvvisa e inaspettata, attraverso la finzione.
Al centro del progetto non c’è uno spettacolo, ma il suo pubblico, per una riflessione più ampia sul ruolo sociale e civile del teatro, non solo a carico degli artisti, ma anche degli spettatori, a cui è richiesto di farsi tramite principale tra arte, reale e tempo presente.