Dove: Giardino della Basilica di Sant’Alessio
Quando: dal 9 luglio al 4 agosto
Orario spettacoli: 21.15
Costo: € 18,00 (ridotto € 15,00)
Giunta quest’anno alla XXIII edizione, Pirandelliana – la rassegna organizzata dalla Compagnia Teatrale La bottega delle maschere, fondata e diretta da Marcello Amici – propone, a sere alterne, opere teatrali di Luigi Pirandello.
La Rassegna, in programma dal 9 luglio al 4 agosto 2019, ha nel cartellone:
- Tutto per bene (in scena il martedì, il giovedì, il sabato);
- Atti unici: L’altro figlio, Male di luna, Notte, L’uomo dal fiore in bocca, All’uscita (in scena il mercoledì, il venerdì, la domenica).
TUTTO PER BENE
Martino Lori ha sempre ignorato il tradimento della moglie morta, ormai, da sedici anni e ignora di non essere il padre di Palma. Tutti, intorno a lui, hanno sempre pensato il contrario: Martino, dicono, ha accettato di rappresentare la commedia per sfruttare la situazione. L’uomo apprende dell’infedeltà della moglie proprio dalla figlia, da colei che fino a quel momento egli ha creduto sua figlia. Esplode in Martino un’ansia di ribellione e vendetta, il suo sdegno chiede in qualche modo giustizia: ma chi potrebbe credere alla sua angoscia per un’offesa recatagli tanti anni prima?
Non si vendicherà, tutto si accomoderà, tutto si concluderà nel più beffardo dei modi: dovrà continuare a comportarsi come prima. Tutto per bene!
Ferito a morte dalla verità, l’uomo non la rifiuta, perché ha recitato, inconsapevole, la parte in un copione sconosciuto. È qui la grandezza di Pirandello: cercare di capire! Solo chi comprende può accettare di stare al giuoco impostoci, spesso beffardo e crudele.
Come Proust, anche Pirandello dà sostanza drammatica al sentimento del tempo, quando esso ha trasformato in farsa la tragedia: non si fanno drammi con un mucchio di ceneri!
Per dimostrarlo Pirandello utilizza un ingenuo con una facoltà di abbagliamento incredibile, una creatura come L’idiota di Dostoevskij. È una storia vista ed espressa con occhi indulgenti e con il tributo del desolante sfacelo di un povero impiegato.
L’ALTRO FIGLIO
L'altro figlio è un atto unico tratto dall'omonima novella del 1905. Fu rappresentato al Teatro Nazionale di Roma il 23 novembre del 1923 ad opera della Compagnia Raffaello e Garibalda Niccòli.
Protagonista è una donna anziana, Maragrazia che ha due figliacci emigrati in America. Ad ogni partenza degli emigranti la donna diventa l’interprete di un rituale grottesco, la stesura di una lettera che non sarà mai consegnata ai suoi figli, a Rosario di Santa Fè. Nel paese vive un altro figlio della donna che vorrebbe prendersi cura di lei. Quel figlio è il frutto di uno stupro subito da un brigante che le uccise il marito. La donna sa che quest’altro figlio non voluto meriterebbe almeno lo stesso affetto che lei riserva agli ingrati figli lontani. Non posso, è tal quale suo padre, finanche nella voce, dice Maragrazia, non sono io! È il sangue che si ribella!
MALE DI LUNA
Male di luna è una novella di Luigi Pirandello, pubblicata nel 1913 sul Corriere della Sera e inserita poi tra le Novelle per un anno nel volume Dal naso al cielo. La bottega delle maschere, per la prima volta, la mette in scena. È una novità assoluta.
Un contadino, Batà, è affetto da licantropia. Sidora, la giovane moglie ignara della malattia, rimane atterrita dalla prima crisi a cui assiste in una notte di luna piena. Corre sconvolta dalla madre che, per convincerla a ritornare dal marito, le promette di starle vicina in tutte le notti di luna piena, assieme al giovine cugino Saro di cui Sidora è ancora innamorata.
NOTTE
È una novella inserita nella raccolta “L’uomo solo”. Fu pubblicata il 1 agosto 1912 sul Corriere della Sera.
Silvestro Noli, appassionato d'arte, teatro e musica e insegnante da sette anni in Abruzzo, sta tornando a casa dopo essere andato a trovare la sua famiglia, a Torino. Ripensa con tristezza alla moglie abruzzese, così diversa da lui, che non vuole assolutamente trasferirsi, e un figlio quasi estraneo, come se fosse solo di sua moglie. E' frustrato e le lacrime gli rigano il viso. Alla stazione incontra la moglie di un suo collega, da poco deceduto. La donna gli chiede se canta ancora, come faceva un tempo, quando si conobbero a Matera.
– Noli, non cantate più?
– Io… cantare?
– Ma sí, voi cantavate, un tempo, nelle belle notti… Non vi ricordate più, a Matera? Cantavate… Vi ricordate, Noli?
Tacquero. La fresca, placida tenebra, trapunta da tante stelle avvolgeva il loro cordoglio…
Si racconciò con le mani i capelli sulla fronte e disse, sorridendo, al Noli:
– Chi sa che faccia avrò, caro amico, non è vero?
E si allontanò nella notte.
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA
L'uomo dal fiore in bocca è un atto unico, rappresentato per la prima volta il 24 febbraio del 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Pirandello aveva tratto il testo teatrale da una sua novella intitolata La morte addosso.
Nella notte, un uomo parla con un passeggero che ha perduto il treno; gli racconta del suo aggrapparsi alla fantasia, come un rampicante attorno alle sbarre di una cancellata. Spiega come si confeziona un pacchetto, lo ha visto fare tante volte dai giovani commessi di negozio. Descrive le sale d’aspetto dei medici dove i clienti sono in attesa del loro consulto. Insorge contro la moglie che lo sta seguendo a distanza, nascondendosi dietro gli angoli delle case. All’improvviso, dice che gli è spuntato in bocca un fiore che ha un nome dolcissimo, più dolce di una caramella.
«Venga... le faccio vedere una cosa... Guardi, qua, sotto questo baffo... qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo? Ah, un nome dolcissimo... più dolce d'una caramella: - Epitelioma, si chiama. Pronunzii, sentirà che dolcezza: epitelioma... La morte, capisce? è passata. M’ha ficcato questo fiore in bocca, e m’ha detto: – «Tientelo, caro: ripasserò fra otto o dieci mesi!»
Questa sua situazione lo spinge a indagare nel mistero della vita e a tentare di penetrarne l'essenza. Per chi, come lui, sa che la morte è vicina, tutti i particolari e le cose, insignificanti agli occhi altrui, assumono un valore e una collocazione diversa.
ALL’USCITA
All'uscita è una breve commedia in un atto unico scritta nell'aprile del 1916. Inizialmente l'opera, definita dallo stesso Pirandello mistero profano, non era destinata ad essere rappresentata, era stata pensata per la narrazione. Fu invece messa in scena per il suo contenuto altamente drammatico il 29 settembre del 1922 al Teatro Argentina di Roma per l'allestimento della Compagnia Lamberto Picasso.
L’autore immagina l’incontro, all’uscita di un cimitero, di alcuni morti che, lasciato nella tomba il loro ormai inutile corpo, prima di scomparire del tutto, ancora per un po’ consistono nell’apparenza che ebbero. A tenerli legati in qualche modo alla vita è un desiderio, un sentimento, la ricerca di una risposta.