- Dove: Teatro Argot Studio
- Quando: dal 23 al 28 gennaio
- Orari: martedì a sabato ore 20.30, domenica ore 17.30
- Durata: 65 minuti
Una donna in scena, su un tappeto di rose. O forse è una tomba. Anne Sexton, con la sua vita e le sue poesie ci racconta il suo sentirsi inadeguata, ignorante, disadattata, non corrispondente al modello della società borghese, che la vuole madre e moglie esemplare. La sua anima inquieta, controcorrente, intelligente e contorta cerca di liberarsi attraverso le sue poesie. Che parlano di lei, ma in definitiva, parlano di noi. Quello che ci lascia è un’eredità dolorosa, quel senso di perdita che giace da qualche parte, dentro. Come ha potuto una casalinga folle diventare una celebrità e arrivare a vincere il Pulitzer?
Tutti i miei cari è un testo di incredibile attualità, che attraverso la vita e le poesie della Sexton, racconta il nostro mondo liquido, dove si sono persi i punti di riferimento e dove tutti noi - come lei - siamo in attesa di qualcosa, anche se non sappiamo bene di cosa. Anne Sexton era bella e dannata, infantile e sexy, atea e religiosa; le sue contraddizioni sono le nostre; il suo bisogno di comunicare si estende nella nostra smania di rendere pubblico - in tempo reale - ogni nostro pensiero. Una donna in anticipo sui tempi che, da casalinga frustrata, arrivò a vincere il Pulitzer. Un’intensa interpretazione di Crescenza Guarnieri che con questo testo porta per mano gli spettatori dentro un mondo che sembra lontano, ma che invece è proprio dietro l’angolo, a un passo da noi. La regia di Francesco Zecca, come una partitura musicale, esalta i pieni e i vuoti dell’anima di questa donna, perennemente in bilico.
"L'amore è un'onda. Enorme, fragorosa che ti abbatte, o piccola e silenziosa, si ritira senza ferire... Molte volte ho aspettato di essere colpita e invece era tutto un bluff... Io sono un bluff... Continuo a vincere premi! Premi per le mie poesie... Ho vinto il Pulitzer! Io! Anne Sexton. E non ho nemmeno finito la scuola... Sono un bluff, ve l'ho detto... Non mi piaceva andare a scuola. Non riuscivo a concentrarmi. I miei mi mandarono in una scuola "professionale", dove più che altro volevano insegnarmi ad essere una moglie e una madre perfetta... Non ci sono riusciti".