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Trastestorie, rassegna di Teatro di Narrazione


  • Teatro Trastevere (map)
  • Dove: Teatro Trastevere

  • Quando: dal 3 al 9 febbraio

  • Orari: Dal martedì alla domenica ore 21 (Esclusivamente domenica 9 febbraio alle 17:30)

  • Costo biglietti:  12 euro intero; 10 euro ridotto


Affabulazioni, Racconti, Fatti di Cronaca, Vissuto Quotidiano. Trasparenze, Dissolvenze, Esistenze: Specchi di Vita...Trascorsa, Presente e Futura.

4 e 5 febbraio

IL DOTTORE E LO SPECIALISTA

di e con Marco Valeri

 

"Il Dottore e Lo Specialista...Metafora di un Disastro" prende le mosse da una lettera che scrissi ai miei concittadini in seguito a un fatto realmente accaduto: un terremoto, nell'Aprile del 2009, a L'Aquila. L'esigenza però era quella di parlare in modo più ampio a chi quella vicenda non poteva conoscerla e comprenderla empaticamente: così è nata l'esigenza di una metafora, di una storia che mettesse al centro l'uomo e che potesse essere diretta, immediata, più vicina ad ognuno di noi. La metafora può essere uno strumento potente e quella utilizzata è una metafora medica dato che proprio nella medicina l'attenzione dovrebbe essere incentrata sulla cura della persona, ma il progredire di tecnologia, scienza, linguaggio ci fa percepire la realtà in modo diverso e quando gli interessi vengono spostati dal fuoco principale diventa difficile capire come quando e a chi affidarsi.

 

“...per fortuna che c'è Mario - dico io - che ha la malattia del secolo, che chi ce l'ha soffre e che nessuno ti può aiutare che sono in pochi ad avere la malattia del secolo: sono in pochi ad avere la...Memoria.”

6 e 7 febbraio

I BAFFI DI ANGELICA

di Mosè Previti

Regia

Rosaria Valentina Sfragara ed Enrico Maria Carraro

con

Rosaria Valentina Sfragara

 

Angelica ha i baffi perché è una paladina, una guerriera dell’Opera dei Pupi, una donna, un'attrice. Angelica è un pupo femmina che non ama i fili e che da filo da torcere a chi vuole amarla, a chi vuole comandarla. Il monologo è una riflessione sul ruolo dell’individuo all’interno della società, arte e vita si intrecciano e in un flusso di coscienza dai molteplici registri. Ma non si tratta solo di una riflessione individuale, psicologica. Il testo è anche una riflessione sul potere, sulla costrizione imposta dalle convenienze e da quello che, la vita o la vocazione, impone come legame inscindibile. Angelica ha i baffi perché sono segno della sua forza ma anche della sua ambiguità, tuttavia, il testo non è un lavoro sul “genere”, ma piuttosto sull’essere umano in generale. La donna oggi, forse meglio dell’uomo, incarna quella fitta rete di contraddizioni e di sfide che impegnano l’esistenza come una guerra, una guerra dove la capacità di affrontare il conflitto, accenderlo o domarlo, è decisiva.

"Angelica ha i baffi, perchè Angelica è una donna di guerra e prende del mondo tutto, parte femmina che stordisce, parte maschia che massacra. Ma rimango femmina, perchè da qui inizia e da qui finisce il mondo."

 

 

8 e 9 febbraio

GLI ARROVESCIATI

di e con

Giorgio Cardinali

Regia

Caterina Mannello con il contributo di Marco Luly

 

Storia di un paese dove si campa di terra e si muore di fame. Storia di uomini al servizio dei baroni locali. Storia di chi immagina il proprio avvenire e lo costruisce. Tra i pochi sogni accarezzati dai pezzenti del paese, c'è quello di una strada diretta alla montagna, una via che aprirebbe nuovi sbocchi commerciali e porterebbe opportunità di sviluppo e di emancipazione dalla sudditanza verso il baronato. Il progetto però, nonostante sia approvato da anni dalle istituzioni, prevede l’attraversamento delle terre del barone, che impone il suo potere impedendone la realizzazione. I contadini disertano il lavoro nella terra del barone, con uno sciopero al rovescio impugnano pale e picconi e si costruiscono la strada. Il racconto, in bilico tra storia e fantasia, è il frutto di numerose ricerche bibliografiche, interviste, raccolta di testimonianze di chi visse in prima persona lo Sciopero a Rovescio del 1950 di un paese nel profondo sud, isolato e dimenticato dallo Stato. In definitiva, quei braccianti “Arrovesciati”, pezzi pregiati di memoria collettiva, raccontano qualcosa di quello che siamo stati capaci di essere e fare, ci interrogano su quello che siamo diventati e stiamo facendo e suggeriscono che per fare la Rivoluzione ci vuole Fantasia, uno slogan che sarà gridato in tutto il mondo, una ventina di anni dopo.

 

"Il lavoro fa bene anche all'amore!"