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VIRGILIO SIENI con l'acclamata creazione PETRUSKA + LEZIONE SUL GESTO

Petruska foto GIUSEPPE DI STEFANO.jpg
  • Dove: Teatro Argentina

  • Quando: 14 giugno

  • Orario: 21

  • Biglietti: intero 15 euro - ridotto 10 euro


In occasione del debutto dello spettacolo Virgilio Sieni offre ai cittadini romani la singolare occasione di partecipare alla LEZIONE SUL GESTO, un momento di condivisione sulle potenzialità espressive del proprio corpo. Il laboratorio è rivolto a persone di tutte le età (da 9 a 99 anni) e condotto dallo stesso Sieni il 14 giugno (ore 19.30) nella Sala Squarzina.

Tra i coreografi più creativi e anticonvenzionali del panorama europeo, con la recente acclamata creazione PETRUSKA, rilettura del capolavoro di Stravinskij, Virgilio Sieni realizza una coreografia sulla nascita dell’uomo che trasmigra nei corpi dei sei danzatori, marionette tra l’umano e il non umano, metafora del passaggio sulla terra, della caducità umana, della ricerca dell’identità. Lo spettacolo si sviluppa intorno alla relazione tra marionetta e tragedia, gioco e archeologia: un ciclo di azioni sentimentali sulla natura del gesto e l’abilità di stare al mondo. La composizione musicale di Chukrum – che anticipa e introduce lo spettacolo – sembra addentrarsi nel “notturno del corpo” svelando piani percettivi che richiamano alla notte rivelatrice di un mondo di forze ancestrali, dell’origine. Quattro quadri introducono un altro punto di vista del fantoccio Petruska e delle sue vicende “umane”: uno sguardo sulla natura dell’uomo, dove il lato oscuro non è altro che l’essenza del corpo nel suo mostrarsi orfano di orpelli. Petruska getta un legame con l’impossibile. Tra noi e il vuoto, tra noi e il nascosto. Pétruska è una marionetta e non è una marionetta, convive nei due mondi, nelle due visioni e esperienze, trascendendo l’esistenza stessa dell’uomo per identificarsi con il gesto liberatorio. In cammino tra lazzi e innamoramento, tra gioco e tragedia, si dimentica della sua incorporeità e da angelo delle fiere e del divertimento apre uno squarcio nella vita.  Ci permette di penetrare in quel tratto dell’immaginario dove l’essere marionetta ci guida nel vissuto: marionetta che disattiva con le sue movenze e le danze, l’inesorabile decadimento. Dunque, danzare fino alla fine del mondo, fin dal primo momento che già assapora di tragedia nonostante il clima festoso.