Claudio Imperatore: la rivalsa della Zucca
Durata della visita: 1h
Periodo: fino al 27 ottobre 2019
Costo biglietto: Intero € 10,50 Ridotto € 8,50. Per i cittadini residenti nel Comune di Roma (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): Intero € 8,50 Ridotto € 6,50
Nascosto dietro una tenda, pallido in seguito all’assassinio del nipote Caligola che pure consegnerà il potere imperiale nelle sue mani all’età di 51 anni.
Si nasconde dietro una tenda, pallido di terrore per aver assistito all’assassinio del giovane nipote Caligola, terzo imperatore romano della dinastia Giulio-claudia. Non certo un comportamento da sovrano, ma ciò che gli consentirà di diventarlo all’età di 51 anni.
L’aneddoto più comunemente associato a Claudio, certamente poco edificante, è stato tramandato ai posteri da Svetonio, e che sia vero o meno ha contribuito a creare il mito di un uomo insignificante, inetto e succube delle proprie mogli. Altrettanto celebre è il ritratto che ce ne dà Seneca nel suo pamphlet satirico “Apokolokyntosis” (letteralmente “l’Apoteosi della Zucca”) che ce lo descrive come un uomo in preda a deliri di potere, che, a causa delle continue adulazioni dei cortigiani una volta spirato non ascenderà al cielo, ma verrà trasformato in un vegetale simbolo della vacuità e vuotezza delle sue aspirazioni.
Se il giudizio delle fonti antiche fu sempre durissimo, gli storici moderni tendono a riabilitare la figura di questo imperatore dal carattere mite e introverso, tanto da scegliere l’immagine della Costanza per rappresentare il proprio impero.
Proprio questa rivalutazione è la chiave di lettura della mostra “Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia”, ospitata al Museo dell’Ara Pacis fino al 27 ottobre e frutto di una collaborazione con il Musée des Beaux-Arts di Lione, sua città natale.
L’imperatore Claudio regnò dal 41 al 54 d.C., e fu il primo sia a essere nato fuori dall’Italia che ad essere eletto per acclamazione dai pretoriani e non adottato dal predecessore?. Nonostante appartenesse alla famiglia più importante di Roma, fin da ragazzo venne tenuto in disparte: la balbuzie e la salute cagionevole che lo contraddistinguevano, lo rendevano poco adatto a incarnare il modello di virtus romana. Ma fu proprio questo a salvarlo dalle purghe familiari che caratterizzarono i primi anni dell’Impero, e al momento dell’assassinio di Caligola si ritrovò come unico membro superstite della dinastia, venendo acclamato dai pretoriani che probabilmente lo consideravano inoffensivo e manipolabile.
A differenza di quanto ci racconta Svetonio, oggi si pensa che egli sapesse o almeno sospettasse della congiura, e non fece nulla per sventarla. Appassionato di storia (anche grazie all’influenza di maestri come Atenodoro di Tarso e Tito Livio), di carattere schivo e intelligenza non comune, seppe mettere a frutto queste doti una volta sul trono. Infatti, come spesso accade quando il potere cade nelle mani di chi non vi è destinato, Claudio si dimostrò un regnante capace e attento: tra i suoi successi si annoverano le conquiste della Britannia (anch’essa sminuita dal sempre spietato Svetonio), della Tracia e della Licia, la costruzione del porto di Ostia e numerose altre opere pubbliche, e una riorganizzazione della burocrazia imperiale, ammettendo per la prima volta in Senato uomini provenienti dalle province.
Contrariamente a quanto pubblicizzato nel titolo, nella mostra viene invece dato relativamente poco spazio alle mogli Messalina ed Agrippina – eccetto una pruriginosa digressione circa i presunti famigerati appetiti sessuali della prima – mentre trovano posto le vicende dinastiche che portarono alla sua ascesa al potere, che obiettivamente fanno invidia alle più intricate finzioni televisive contemporanee. Curiosamente infatti, nonostante tutti gli sforzi di Augusto per assicurare la successione a membri della famiglia a lui più vicini, per uno scherzo del destino il trono finì per andare ad un diretto discendente del suo acerrimo rivale Marco Antonio, Claudio appunto, di cui Marco Antonio era il nonno materno.
Pur tentando di mantenersi al di fuori da intrighi e congiure, anche il suo principato fu caratterizzato da fatti di sangue e tragedie familiari: la moglie Messalina, di 35 anni più giovane, venne uccisa con il suo probabile consenso, e il loro adorato figlio Britannico sarebbe divenuto vittima ancora adolescente del fratellastro Nerone, figlio della nuova moglie Agrippina. Secondo alcuni ci fu proprio lei dietro al piatto di funghi avvelenati che causarono la morte del marito, e che consegnò il trono nelle mani del figlio.
Tra i pezzi più interessanti in mostra si segnalano certamente i prestiti della Tabula Claudiana dal Musée et Théâtres romains di Lione e un cameo con ritratto di Claudio Imperatore dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, mentre il percorso espositivo è arricchito da installazioni multimediali (tra cui vere rarità, come il film Messalina di Enrico Guazzoni del 1923) e pannelli esplicativi bilingue.