Design Eterno. Showroom e gallerie fra le vie del centro

Lavoro grafico di Mattia Cucurullo

Lavoro grafico di Mattia Cucurullo

Dopo la conferma del Salone del Mobile 2021 ci è sembrato giusto presentare alcuni luoghi di culto per gli appassionati di design della capitale. In questo settore Roma è sempre stata adombrata dall’ingombrante presenza di Milano, tuttavia nonostante questo scarto evidente può vantare ugualmente la presenza di diverse realtà, showroom e gallerie, che mostrano la vitalità di questo mondo di raffinatezze e lusso. Infatti, in questa veloce rassegna abbiamo selezionato tre spot che ci mostrano come la quasi assenza di cultura progettuale e oggettuale nella città eterna non limiti la promozione di una particolare idea di design, che nel nostro paese è stata per molto tempo una condizione necessaria (nonostante tutte le difficoltà del caso) allo sviluppo di un estetica radicale e internazionale, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Ma non si tratta solo di Made in Italy, in queste tre piccole “Mecche” disperse fra le vie del centro possiamo trovare una moltitudine di oggetti prodotti da aziende straniere.

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Il primo di questi luoghi è Arcon (via della Scrofa 104/108), nato nel 1956, che dal 2008 ha dato vita ad uno spazio gemello chiamato Fortuna (via Monte Brianzo 51/56). Questi due show-room propongono una selezione di oggetti che va dal segnalibro di Marco Ferrari per Danese alla libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti. Concentrandoci su Arcon, luogo emblematico impossibile da non notare mentre si passeggia in zona centro, vediamo come questo propone “pezzi storici” che hanno segnato il panorama italiano, e che, grazie alla produzione continuativa da parte di determinate aziende, è possibile visitare per farsi un’idea di come un prodotto, seppur distante di qualche decennio, non si renda estraneo o schizzinoso, “antipatico”, per questo suo passato prestigioso, ma anzi, forse proprio per questa distanza dal contesto in cui è nato assume quell’aura che ne conferma un alto grado di interesse, estetico e storico, ma soprattutto progettuale.

(ATTENZIONE! Gli oggetti esposti non sono pezzi vintage). Una piccola precauzione: camminate piano all’interno di questi spazi, perché molti oggetti esposti a bric-à-brac possono sfuggire alla vista, e chiedete sempre se potete toccare.

Ingresso principale di Arcon.

Ingresso principale di Arcon.

Vetrina che si affaccia su via della Scrofa. Sulla sinistra, la libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti, del 1977.

Vetrina che si affaccia su via della Scrofa. Sulla sinistra, la libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti, del 1977.

Il secondo spot è AD’ Architettura d’interni (via Leonida Bissolati 27). Questo spazio (500 mq) si differenzia dal più stoico Arcon, perché la selezione di oggetti è più virtuosa. Innanzitutto, possiamo trovare i prodotti di aziende come la Memphis S.r.l., che a distanza di quarant’anni precisi (il 14 settembre 1981 fu presentata la prima collezione) produce gli storici pezzi del gruppo milanese capitanato da Ettore Sottsass senza interruzione. Piccola precisazione storica: da AD potete trovare anche i prodotti Post Design, marchio creato sempre dalla Memphis S.r.l ma che propone ogni anno (1997 anno della sua nascita) sia collezioni di designer contemporanei sia lavori di firme storiche come: Nanda Vigo, Johanna Grawunder e l’ultima “Night Tales” di Masanori Umeda (il creatore del Tawaraya ring del 1981 fotografato con l’intero gruppo di designer).

Fino al 20 Giugno ricordiamo che al Macro di Roma sarà aperta la mostra “Campo di Marte” su Nathalie Du Pasquier, la più giovane delle fondatrici del gruppo Memphis, curata da Luca Lo Pinto.

Un altro brand “storico” che possiamo trovare mentre passeggiamo all’interno di AD è Gufram, storica azienda che produce ancora pezzi del radical design, nato verso la fine degli anni Sessanta.

Le poltrone dei Fratelli Campana sono dei pezzi particolarmente rari da trovare, noti per la loro iconicità, che hanno invaso il mondo del design internazionale, che qui possiamo ammirare in tutto il loro provocatorio gioco fra funzionalità e kitsch. Si può guardarle e restare affascinati, e perplessi. Ti ci puoi sedere, ma devi soltanto capire se una poltrona con all’incirca quaranta peluche non implichi una sovrapprozuione di polvere. Oltre ai singoli pezzi, da AD potete trovare veri e propri spazi nello spazio. Alcuni metri quadri sono arredati su un’unica linea di ricerca, che va dal colore al tappeto.

Sia Arcon che AD’ Architettura d’interni si avvalgono di un servizio di progettazione di interni e di consulenza.

Ingresso principale di AD’architettura d’interni.

Ingresso principale di AD’architettura d’interni.

Libreria Totem Cartlon, Memphis (1981).

Libreria Totem Carlton, Memphis (1981).

Tappeto di Richard Woods per Post Design (2010).

Tappeto di Richard Woods per Post Design (2010).

Tra questi due show-room, si inserisce una piccola galleria nata nel 2009, Giustini / Stagetti.

In questo spazio simil museale - che in questo momento accoglie (fino al 17 Maggio) un’esposizione di alcuni lavori dello studio Formafantasma provenienti dalla Serpentine Sackler Galleries - possiamo trovare una selezione di oggetti molto ricercati. Trattandosi di firme molto importanti, questi abbracciano un pubblico più sofisticato che nel design vede una forte idea simbolica e di decorativismo tout court.

Ci ha colpito, fra gli oggetti esposti, una rivisitazione di una lampada di Umberto Riva per la Barovier&Toso, che dimostra come verso la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta la lampada sia diventata un vero e proprio esercizio di stile e “una sfida irresistibile per ogni creatore, artista o designer”.

Il design esposto in queste brevi righe dimostra come la “cultura materiale” sia impossibile da slegate dalla nostra quotidianità. Sta a noi decidere se e come riempire e trasformare il grande scaffale a nostra disposizione, attraverso quelle “scelte etiche, estetiche e politiche” che trascendono le distinzioni formali, che, citando Andrea Branzi, “non sono più l’esperienza fondamentale dell’uomo”.

Ingresso principale di Giustini Stagetti.

Ingresso principale di Giustini Stagetti.

A sinistra: Collezione Formafantasma, “Cambio”.A destra: Cabinet 2, (2017), e tavolini della collezione Delta collection 2016.

A sinistra: Collezione Formafantasma, “Cambio”.

A destra: Cabinet 2, (2017), e tavolini della collezione Delta collection 2016.

Vasi di Fulvio Bianconi, per Venini.

Vasi di Fulvio Bianconi, per Venini.