Fiabe Svedesi, una raccolta che ci offre un ritratto della tradizione nordica

 
 
Fiabe Svedesi
 
Titolo: Fiabe Svedesi

Casa Editrice: Iperborea

Edizione: 2017

Pagine: 163

Fiabe svedesi è il quarto volume della serie di fiabe nordiche curata da Bruno Berni per Iperborea, dopo Fiabe lapponi, Fiabe danesi e Fiabe islandesi. Una selezione che attinge alle prime versioni scritte di questi racconti popolari, per offrire un ritratto il più possibile incontaminato dell'immaginario nordico e riscoprire la ricchezza della sua tradizione orale. Seguiranno le antologie dedicate agli altri paesi del Nord.

Spesso, quando si parla delle fiabe, sembra innata e radicata in noi la credenza che siano puramente una raccolta di racconti adatti ai più piccoli e a persone mai del tutto cresciute.
In realtà le fiabe da sempre rappresentano e preservano un grande patrimonio letterario (che rischia di scomparire insieme alla tradizione orale) nonché fonte infinita di credenze, miti e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi.

Così come altre, le Fiabe svedesi, tra le più raffinate nel panorama nordico, posseggono e trasmettono un forte senso di appartenenza alla propria terra e rappresentano l'essenza, le tradizioni e la cultura di un popolo che vuole essere ricordato dagli altri come realmente è.

Le dieci fiabe, selezionate e tradotte da Bruno Berni (bibliotecario, traduttore e saggista italiano) e accompagnate dalle bellissime illustrazioni di John Bauer (pittore e illustratore svedese(Jönköping, 4 Giugno 1882 - 20 Novembre 1918), giungono a noi grazie a Gunnar Olof Hyltén-Cavallius che ebbe presto la coscienza della progressiva scomparsa del patrimonio narrativo popolare: fu proprio questo uno dei motivi che lo spinsero ad affrontare la sua opera di trascrizione.
Nel 1839 fece la conoscenza dello studioso George Stephens, e presto nacque tra loro un'amicizia destinata a durare nel tempo. Per anni raccolsero con passione e impegno un patrimonio di antiche fiabe e leggende, altrimenti destinato in breve tempo a scomparire, e riuscirono a pubblicare i due fascicoli (rispettivamente nel 1844 e nel 1849) delle Svenska folk-sagor ock äfaventyr (Fiabe e leggende popolari svedesi).
Ma, nonostante il materiale fosse di grande interesse, i due studiosi non riuscirono ad attirare sull'opera l'attenzione del pubblico che essa meritava e che solo molto più tardi avrebbe conquistato.
I motivi del parziale fallimento, come riconobbe lo stesso Hyltén-Cavallius in seguito, possono essere ricercati nell'apparato scientifico, che traeva spunto da concetti ancora scarsamente apprezzati; oltre che dalle scelte stilistiche dello studioso, che invece di adottare una lingua semplice e fresca per le fiabe (vicina allo stile orale dei narratori popolari) decise di rielaborarle in un tono spesso artificioso e antiquato, molto distante dal pubblico, nel tentativo di ricostruire la lingua delle antiche ballate.
Nel leggere le fiabe svedesi ci si rende conto della contaminazione: nonostante la varietà dei temi, il materiale spesso risulta monotono e a volte ripetitivo. Basti pensare infatti al carattere triplo della prova, che viene rispettato anche più volte nella stessa fiaba con quasi perfetta identità di formule. 
Ma, nonostante tutto, Hyltén-Cavallius e Stephens diventarono per le fiabe svedesi ciò che i fratelli Grimm erano stati per quelle tedesche.

Tutti i racconti sono sottratti a un tempo e a uno spazio ben definiti, e ciò gli conferisce un'atmosfera magica, quasi onirica ed in tutti è molto forte la presenza del narratore.

Pagina dopo pagina, le fiabe svedesi si popolano di astute principesse e nobili principi, di orrendi troll e stupidi giganti, di metamorfosi e di incantesimi malefici, di fattorie e di foreste, di re, regine e poveri contadini, di animali magici e folletti fatati, di fanciulle intelligenti, di matrigne invidiose e streghe diaboliche.
Tutte le storie hanno come perno centrale la saggezza popolare, raccontano di un mondo magico e allo stesso tempo crudele, in cui gioca un ruolo fondamentale il legame dell’uomo con la natura, colei che detta le dure leggi della vita.
Natura che, se rispettata e apprezzata, può rivelarsi benevola e favorevole ma, se disprezzata e violata, può divenire malvagia e avversa.
I protagonisti sono sempre dei buoni, con animo nobile e cuore puro, che devono affrontare prove ardue anche grazie all'assistenza di aiutanti quasi sempre inaspettati. Dall'altra parte, invece, dei malvagi con animo fragile e corrotto, che cercano in ogni modo di ostacolare il cammino verso il classico leitmotiv finale "...e vissero felici e contenti". 

Un mondo che ci dischiude le sue credenze, paure, leggende, rivelando allo stesso tempo le varianti svedesi di motivi universalmente noti, diventati oggi dei classici, immortalati da Basile, Perrault, i fratelli Grimm e Hans Christian Andersen; come quelli di Cenerentola e Biancaneve, o ancora una fiaba che intreccia a sorpresa le avventure del Gatto con gli stivali e della Principessa sul pisello.

Gradimento: 7/10