"Hostiles": il western di Scott Cooper che apre la Festa del Cinema di Roma
Anno: 2017
Durata: 127m
Genere: Avventura, Western, Drammatico
L’apertura della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è affidata ad una vecchia conoscenza: quello Scott Cooper che qui, nel 2013, aveva già presentato il suo secondo lungometraggio ‘Out of the Furnace’, ottenendo un tiepido consenso. Questa volta Cooper realizza un western classico, assecondando certe ispirazioni che avevamo già riscontrato nelle sue opere precedenti, ad esempio il tentativo di raccontare l’America di oggi, l’analisi dell’animo umano, nonché un gusto spiccato per determinate soluzioni visive – come i campi lunghissimi –, che lo rendono un regista adatto per un genere come il western.
‘Hostiles’ racconta la storia del capitano dell’esercito Joseph J. Blocker (Christian Bale) che viene incaricato di scortare Yellow Hawke (Wes Studi) – un capo Cheyenne in fin di vita – e la sua famiglia nella loro terra natia. Il gruppo verrà messo a dura prova da forze interne ed esterne, nel tentativo di attraversare una natura selvaggia ed inospitale, in cui fra difficoltà, scontri e riflessioni, ognuno dei protagonisti capirà molto su se stesso e sugli altri.
Il film, pur essendo un western ambientato nel 1892, riesce a presentarsi come un’analisi dell’America odierna, in quanto, più che concentrarsi sul puro accadimento filmico, si soffermi sulle reazioni che questi eventi provocano nell’animo dei personaggi, continuando quello studio sull’umanità che Cooper aveva già intrapreso nei suoi film precedenti. La violenza allora si presenta come attento strumento di analisi e di coesione: il pericolo esterno costringe il gruppo ad unirsi e a superare le divergenze interne, che passano così in secondo piano, mentre la convivenza e il dialogo si rivelano luoghi di comprensione della sofferenza altrui.
Seppur supportato da un intento condivisibile e tutto sommato raggiunto, ‘Hostiles’ ha dei difetti evidenti, primo su tutti la ripetitività di alcune situazioni e l’eccessivo soffermarsi su altre, due aspetti che rendono alcune parti della pellicola decisamente stucchevoli. I personaggi secondari inoltre non convincono, e se i protagonisti vengono tratteggiati dettagliatamente, gli altri sembrano figurine con cui risulta difficile empatizzare, anche per la troppo ridotta presenza di alcuni di essi sullo schermo in termini di tempo.
I due protagonisti sono in grado di reggere da soli il peso della recitazione. Christian Bale, caratterizzato in maniera decisa ma non macchiettistica, regala una performance molto convincente. Il suo capitano, Blocker, risulta affascinante non tanto per come è scritto quanto per come è visto. L'attore inglese riesce con la sua espressività a comunicare anche senza parlare, garantendo al suo personaggio una profondità incredibile. Rosamund Pike (Rosalie Quaid) interpreta invece un ruolo che le riesce sempre bene: quello della donna ferita, mentalmente sull’orlo di una crisi ma allo stesso tempo forte e coraggiosa, una donna-cowboy che rovescia i ruoli tipici del western.
Cooper torna a Roma con grandi aspettative che non vengono soddisfatte. Nonostante l’ottima recitazione, l’intento umanistico e la regia impeccabile, i difetti sono così evidenti da pregiudicare la piena riuscita dell’opera. La narrazione risulta troppo dilatata, e, se in alcuni punti riesce a coinvolgere e ad emozionare, in altri è statica e stucchevole. Il peso dato ai due protagonisti, infine, non è sufficiente a bilanciare la leggerezza con cui vengono trattati la maggior parte dei personaggi secondari.
Gradimento Amletico*: 7/10
Paese: USA
Produzione: Waypoint Entertainment
*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore