Non mi ricordo più tanto bene di Gérard Watkins: fragile memoria
Scrivere di uno spettacolo teatrale senza parlarne bene non è semplice. Bisogna valutare ciò che non ha funzionato e distinguerlo da quello che invece è riuscito, valorizzando gli aspetti degni di nota. Se poi interpreti della rappresentazione sono attori come Carlo Valli, Gianluigi Fogacci e Federica Rossellini, il compito diventa ancora più difficile.
Non mi ricordo più tanto bene è un testo di Gérard Watkins che non parla solamente della perdita di memoria, ma si concentra anche su come ciò influisce nelle diverse relazioni. Quante volte sarà capitato di dire “non mi ricordo più tanto bene” ed essere poi accusati di scegliere i propri ricordi, come se si potesse decidere ciò che vogliamo dimenticare e quanto invece vogliamo conservare. Ma la memoria sfugge ad ogni controllo: è come un vaso d’argilla che con il vento del passare del tempo pian piano si sgretola, senza che possiamo sapere quale parte sia andata perduta.
Non sceglie i suoi ricordi neanche Antoine D (Carlo Valli), storico che tiene a mente tutti gli avvenimenti più importanti – dalla battaglia di Waterloo all’armistizio di Badoglio – ma ha scordato la sua di storia. Lo aiutano nel percorso di ricerca di sé l’attento Didier Forbach (Gianluigi Fogacci) e la giovane Céline Brest (Federica Rossellini), che finiranno anche loro per perdersi nel labirinto della memoria. Non prima, però, di aver ricordato di avere tutti lo stesso cognome e di far parte di un’unica famiglia: di cui Antoine è il nonno, Didier il figlio e Céline la nipote.
Il percorso che porta a questa rivelazione è tuttavia lento, tortuoso ed è più facile perdersi che ritrovarsi. Pieno di ostacoli dalla forma di monologhi, che tracciano deviazioni senza via d’uscita. Sebbene i personaggi siano estremamente caratterizzati, specialmente dal punto di vista psicologico, sono costituiti più da emozioni che da elementi concreti, finendo anche loro per essere facilmente dimenticati.