Il pungente “Non ti pago” di Ernesta Marselli
Non ti pago per Eduardo De Filippo segna uno spartiacque nella valutazione critica della sua drammaturgia, una specie di colpo d’ali verso un successo che lo porterà a promuovere l’ essenza della napoletanità a livello nazionale e oltre.
Esportatore dei suoi valori culturali, questa rappresentazione scenica enuclea il sogno degli uomini che rivelano se stessi con espressioni pungenti e nello stesso tempo grotteschi. Nel grande patrimonio di personaggi che il Maestro campano ha addotto in scena, mai come in questo testo sono presenti profondi sentimenti dettati da una forte superstizione. La vita quotidiana degli interpreti è scandita dalla cabala del gioco del lotto, alimentata da credenze popolari per le quali si scatenano contese e dispute.
“Commedia comica e tragica”, la definì lo stesso autore. La struttura drammaturgica ne rivela la pungente ironia, la costruzione comica magistralmente diretta dalla regista Ernesta Manselli entra nel cuore degli attori, nella loro gestualità e nell’acuto estro, tipico della gente del sud. Il contenuto mette a fuoco il sapere tutto partenopeo della smorfia, delle credenze, della jella e della buona sorte tutte comandate da sogni premonitori, che determinano le fortune o le sfortune del popolo. La esegesi risalta il modus vivendi di uno spaccato storico ancora vivo nella nostra memoria. La trama è il compiuto modello di opera teatrale eduardiana, che sotto una finta leggerezza è invece la superficie riflettente di una società ironica ma confusa.
“Non ti pago” è la vicenda di Ferdinando Quagliuolo (Francesco Toscano attore poliedrico che ha la capacità di trasformare in icastiche anche battute inerti) e del suo continuo vivere barcollando tra sogno e concretezza. Il Nostro, con la sua forte attrazione per il lotto (di cui, peraltro, gestisce la ricevitoria ereditata dal padre), fa sì che sperperi di continuo una parte importante dei suoi proventi per giocare numeri sotto il consiglio di Aglietiello (Raffaele Insabato, brillante caratterista), suo uomo di fatica, ma puntualmente non sono favoriti dalla sorte. Diversamente, il suo dipendente Mario Bertolini (Ilario Andreoli) frequentemente vince notevoli somme. Il gestore della ricevitoria mal sopporta tutto questo e a malincuore sta al gioco, fino al giorno in cui Mario vincerà una quaterna da quattro milioni di lire, giocando i numeri dati in sogno dal defunto padre di Ferdinando.
Reso cieco dal rancore, Quagliolo contesterà il pagamento della somma, pretendendola per sé, in quanto suo padre: nel dare in visione i numeri a Bertolini, avrebbe commesso uno scambio di persona. Il mosaico di comicità continua senza sosta con l’arrivo dell’avvocato Lorenzo Strumillo (Luigi Aversa), personaggio stravagante che nella sua particolarità si mantiene fedele alla trama. E poi le donne, che in scena non si piegano alle bizzarrie del propriétaire e cercano di farlo tornare alla ragione. È la moglie Concetta (Marinella Pedrone) a riassumere eccellentemente il suo doppio ruolo di sposa ma ribelle, infine la figlia Stella (Simona Musella) costretta a dividersi tra un padre eccentrico e l’essere innamorata di Mario. Senza dimenticare le altre attrici e attori che calcano la scena con maestria: Erminia (Tina Raffone), Carmela (Anna Galano), Luigi (il giovane promettente Matteo Aversa), Vittorio (Francesco Auricchio), Don Raffaele Console ( Mirco Fornari), per arrivare a Margherita (Ernesta Manselli, sempre encomiabile ), ricordando anche il preziosismo fonico di Carmine Esposito e le scenografie di Salvatore D’Amore.
In palcoscenico un gruppo di interpreti affiatati, ricchi di ironia che calcano la scena nei tempi perfetti che questa opera esige. Tutti valori aggiunti alla pregiata regia di Ernesta Manselli, con la précieuse collaboration di Luigi Aversa, senza dimenticare il merito di tutti gli attori e del talentuoso capocomico . La regista Ernesta Manselli è la vera tessitrice di napoletanità, e la C. Teatrale Pullecenella è ormai un vero e proprio Patrimonio Culturale, punto di riferimento del teatro napoletano in Provincia della Spezia e in Liguria.