La scuola delle mogli secondo Arturo Cirillo: l'ingenuità dell'amore
L'amore non ha catene, non può essere addomesticato, ma ruota, gira e si trasforma come la casa presente sul palco del Teatro Eliseo. A spingerla e a farla muovere è Arturo Cirillo, che nel ruolo di Arnolfo vuole confondere e imprigionare Agnese (Valentina Picello), farla sua per evitare di essere nuovamente tradito. Ma non tiene conto che il sentimento sfugge alle regole della ragione e che qualcuno è pronto a far saltare i suoi piani.
Il progetto di Arnolfo è quello di crescere una ragazza priva di educazione. Pensa che, ingenua e senza malizia, non sarà mai in grado di avvicinarsi a nessun altro diverso dall'uomo che gli ha dato la possibilità di crescere in un ambiente lussuoso, tirandola fuori dalla miseria. Non sa però che le vie dell'amore sono infinite. È a questo punto che entra in scena il giovane Orazio (Giacomo Vigentini). Il prezioso completo rosso damascato di lui si fonde con la semplicità dell'abito in lattice rosa di lei. Arnolfo li scopre, e decide allora di mettere su una commedia.
Nasconde a quello che in realtà è un suo amico, Orazio, pronto a confidargli tutto, di essere lui a tenere reclusa Agnese e a impedirle di uscire. Così il giovane svela le proprie intenzioni, mentre l'altro trama alle sue spalle. E decide di mettere una coppia d'inservienti (Marta Pizzigallo e Rosario Giglio) a controllare che la giovane non esca di casa. Da obbedienti (e goffi) dipendenti, i due presto diventano però personaggi chiave, in uno scenario destinato a cambiare. Dove ad avere la meglio non è l'intelligenza e l'arguzia, ma l'ingenuità: in questo caso dell'amore.
Del testo originario di Molière, la regia di Arturo Cirillo mantiene l'impianto ma aggiunge particolari su particolari. Azioni al ralenti, costumi eccentrici e una scena ricca e colorata. La casa al centro del palco che gira mostra al pubblico le diverse angolazioni dell'abitazione e dell'amore. Una giostra che continuerà a girare se gli applausi a fine spettacolo saranno sempre così copiosi.