Lo spirito che suona: il ritorno dei Cor Veleno

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Anno: 2018

Genere: Rap, hip-hop

Etichetta: Music First

Sembrava non ci fosse più molto spazio per l’hip-hop old school, etichettato ormai come un genere di nicchia per pochi nostalgici. L’ondata trap con le sue nuove sonorità ha invaso il mercato musicale, insieme alla ventata pop che ha intriso il rap, creando una crasi che ha reso il genere molto popolare anche nel Belpaese.

“Perché il mercato sembra morto eppur si muove” canta Willie Peyote in Interludio, ed effettivamente qualcosa si sta muovendo, e, a guardare le ultime importanti uscite, l’hip-hop italiano sembrerebbe tutt’altro che morto. L’anno scorso il veterano Bassi Maestro è tornato con un disco in studio, mentre questi ultimi mesi dell’anno hanno visto il ritorno di due fra i più importanti gruppi hip-hop della scena romana e italiana: i Cor Veleno e i Colle der Fomento. Il gruppo guidato dal rapper Danno uscirà con un nuovo album, “Adversus”, il 16 Novembre, dopo ben undici anni di assenza dall’ultimo disco “Anima e Ghiaccio” (2007).

Il ritorno forse più inatteso è stato però quello dei Cor Veleno, con “Lo spirito che suona”, fuori dal 26 Ottobre per la Music First. Nel 2016 uno dei due MC del gruppo, Primo Brown (uomo simbolo della compagine), veniva a mancare. La morte di David Maria Belardi è stata sentita da tutta la scena rap italiana come una grave perdita, sia dal punto di vista artistico che umano. Difficilmente ci saremmo potuti aspettare un disco dal gruppo romano rimasto orfano del proprio leader; e invece Grandi Numeri e Squarta si sono rimboccati le maniche, sono tornati in studio per rompere il silenzio discografico che durava da otto anni (dai tempi di Buona pace, 2010). Tornati in archivio, il dj-producer e l’MC hanno recuperato vecchi pezzi di Primo non terminati ed hanno deciso di lavorarci su.

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Sono uscite fuori ben diciassette tracce, che hanno visto importanti collaborazioni, dalle vecchie alle nuove leve. Molti i rapper che hanno deciso di omaggiare Primero, da Coez a Gemitaiz (che affondano le radici nell’underground romano), passando per gli storici Danno e Marracash, fino ai giovani MezzoSangue e Johnny Marsiglia. Accanto ai vecchi beat, potenti e crudi, sui quali i rapper sputano parole grezze senza filtri e censure, ci sono sonorità nuove: sono le chitarre di Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion e la tromba di Roy Paci, che, insieme alla voce di Giuliano Sangiorgi (Negramaro), donano linfa al disco. Difficile non emozionarsi ascoltando ancora la voce e la fotta di Primo, la sua grinta mista a rabbia, quella di chi ha lottato fino alla fine contro un male più grande di lui.

Al di là della nostalgia e dell’omaggio, questo è un disco che merita di essere ascoltato da tutti gli amanti del genere, dai vecchi affezionati ai nuovi ascoltatori. È un disco doloroso e autentico, un grande dono per l’hip-hop italiano, che torna a far vibrare uno dei suoi talenti più puri, dando nuovamente voce a “chi è Primo a pieno titolo”.

Lo spirito di Primo Brown suona ancora.

Gradimento Autore: 7.2/10

Tracce Consigliate: "A pieno titolo"; "Rap The Casbah"; "Una rima una jam".