Il sacrificio del cervo sacro

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Regista: Yorgos Lanthimos

Anno: 2017

Durata: 109m

Attori principali: Colin Farrel, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy, Sunny Suljic, Alicia Silverstone, Bill Camp

L’ultimo atteso lavoro di Yorgos Lanthimos, vincitore insieme a Efthymis Filippou del Prix du scénario nel 2017 al Festival di Cannes, ha come tema centrale una vendetta dalle dinamiche misteriose e disturbanti.

Il cardiochirurgo Steven Murphy si divide fra il lavoro e la famiglia composta dall'affascinante moglie Anna ed i figli Kim e Bob. Nella sua perfetta vita borghese però alberga il segreto che lo lega a Martin, un sedicenne ombroso ed orfano di padre che intrattiene con il medico un rapporto esclusivo e soffocante, che si intuisce essere frutto di un mai sopito senso di colpa da parte di Steven. 

 Martin lentamente riesce a far breccia nella vita familiare del medico e sembra essere apprezzato da tutti, soprattutto da Anna e Kim, la quale inizierà anche provare nei suoi confronti qualcosa in più di una semplice amicizia superficiale.

Un giorno però, Bob si sveglia senza riuscire a muovere le gambe e Steven sa che in qualche modo misterioso, a causare questa inspiegabile paralisi è proprio Martin. Interrogando il ragazzo Steven ottiene una terribile risposta: l’impossibilità di muovere le gambe è solo il primo di una serie di sintomi che porteranno inevitabilmente alla morte non solo Bob, ma anche Anna e Kim, se Steven non sceglierà ed ucciderà un membro della sua famiglia.

Questa è la vendetta o “l'unica cosa che sia vicina alla  giustizia” per Martin: il suo risentimento nei confronti di Steven è frutto della convinzione che il medico non abbia fatto del proprio meglio per salvare la vita del padre e, di conseguenza, obbligarlo a perdere un familiare è la sola cosa in grado di ripristinare l'equilibrio.

La lucida logica scientifica di Steven gli impedisce di prendere sul serio la spiegazione paranormale di Martin, ma quando Bob inizia a rifiutare il cibo ed anche Kim perde l’uso delle gambe, nel medico si fa strada l’orribile consapevolezza che le parole del ragazzo siano quanto mai veritiere.

Il film prende esplicita ispirazione dalla tragedia di Euripide Ifigenia in Aulide : il mito narra che le navi di Agamennone fossero bloccate in Aulide dalla bonaccia e l’unico modo per ammansire i venti fosse sacrificare la figlia del re, Ifigenia. Con uno stratagemma il padre la fa giungere in Aulide, ma resasi conto della verità, la ragazza rifiuta con veemenza di essere uccisa. Ben presto però si accorge di quanto la spedizione sia importante per suo padre ed offre spontaneamente la propria vita. Al momento del sacrificio, la Dea Artemide mossa a pietà, sostituisce la ragazza con una cerva e porta la giovane a dimorare fra gli Dei.

Anche in questo ultimo lavoro di Lanthimos è presente una divinità, si tratta però un dio adolescente. La sua sete di giustizia divina verrà appagata sì da un sacrificio, ma per ottenerlo agirà nel modo scomposto, capriccioso ed infantile tipico della sua età. Ad un dio onnipotente benché immaturo come Martin, fanno da controcanto le costanti menzioni al recente menarca di Kim, avvalorando così il topos del sacrificio della vergine per ammansire gli Dei in collera.

Ne Il sacrificio del cervo sacro, così come in Kynodontas, appare centrale la tematica del rapporto fra genitori e figli e di quanto l’amore che li lega sia frutto diretto dell’impegno filiale nel compiacere madre e padre, ma anche oggetto di conflitto tra i fratelli che si contendono ferocemente tale amore, pena la morte.

Il sacrificio ha anche una grande forza purificatrice, solo il sangue innocente può lavar via le colpe dei padri ristabilendo lo status quo, tanto per Agamennone quanto per Steven. In questo senso l’allusione maggiore che si può rintracciare si ha nella scena in cui Martin invita a cena Steven; dopo il pasto, il ragazzo insiste affinché lui, sua madre ed il medico vedano Groundhog Day definendolo il suo “film preferito”. Interessante è notare che proprio in quel film è stato ravvisato il senso di purificazione ed auto miglioramento che il protagonista ottiene dal rivivere ogni giorno lo stesso giorno; un loop dal quale riesce ad uscire solo quando capisce di dover apportare dei cambiamenti radicali nella propria vita. Non solo, il breve frammento che appare ne Il sacrificio del cervo sacro, riporta il discorso fra i due protagonisti:

Rita: Perché me lo stai dicendo? ?

Phil Connors: Perché voglio che tu creda a me. 

Rita: Tu non sei Dio, non ne hai la stoffa. Sono 12 anni di scuola cattolica che te lo dicono.

Phil Connors: Come sai che non sono un Dio?

Quasi fosse un’ironica allusione alla presunta natura divina, ma non perfetta, di Martin.

Come di consueto anche quest’ultimo lavoro di Lanthimos ha innumerevoli piani interpretativi, tanto che si ha l’impressione che ad ogni visione si possano cogliere dettagli a cui non si aveva fatto caso la volta precedente, anche i suoi personaggi sono ricchi di sfaccettature che li rendono allo stesso tempo umani ed animaleschi, Dei e demoni. Nicole Kidman qui riprende il ruolo interpretato in Eyes wide Shut, Barry Keoghan è un magnifico alieno mentre Colin Farrel siamo noi, poveri mortali assoggettati alla volontà divina. Un otto pieno va alla ninfa Raffey Cassidy ed al petulante Sunny Suljic.

In conclusione si può affermare che sia un film basato su antitesi che cercano di bilanciarsi per ricreare un equilibrio, ma perché questo avvenga è necessario che prima ci sia il caos: “Per primo fu il Chaos”, così recita la Teogonia di Esiodo, identificandolo appunto come il principio di tutte le cose. 

Gradimento Autore : 8,6/10 (interpretazione: 8/10; Regia: 8,5/10; sceneggiatura 9,5/10)

Gradimento Amletico*: 8,2/10

*media tra gradimentro del pubblico, critica ed autore

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