Oleanna, la realtà nascosta tra le pieghe della memoria

 
In scena al: Teatro Eliseo - Foyer Valli Roma

Quando: dal 19 settembre al 6 ottobre

Regia: di Emiliano Bronzino

Oleanna è il titolo di una canzone universitaria, da cui prende il nome il dramma e ne percorre la trama attuativa. In scena, nell’aula di ricevimento di una università, un giovane professore sul punto di ottenere un’importante cattedra che riceve nel suo studio una studentessa problematica, non contenta del suo profitto scolastico. Il docente (Francesco Bolo Rossini) pur rimanendo assorto dai suoi problemi familiari cerca di essere comprensivo, e si offre di aiutarla. In un primo momento, la conversazione tra i due si svolge mantenendo il classico protocollo. La giovane donna (Elisa Menchicchi), forse presa dall’emozione, manifesta un certo imbarazzo nell’esporre i propri problemi e il professore, cercando di farla sentire a proprio agio, commette la leggerezza di evadere dagli schemi etici e il rapporto tra i due diviene a dir poco confidenziale. 

Teatro-Eliseo-Oleanna.jpeg

Una conversazione talmente personale da diventare aspra e accusatoria, tanto che ben presto le più bieche offese prendono il posto delle parole forbite e di circostanza. La ragazza, in preda a una forte  voglia di rivalsa, lancia vere e proprie accuse nei confronti dell’insegnante. Accuse gravi, che vanno dal maschilismo al razzismo, fino alle molestie sessuali. Il professore, preso alla sprovvista e quindi del tutto impotente, non può che assistere al tragico naufragare delle proprie certezze; ma subito  dopo si riprende e partecipa attivamente al conflitto.

Oleanna_01.jpg

Il loro rimbeccarsi non conosce pause, arrivando a travolgere perfino lo spettatore che diventa partecipe della drammaticità degli eventi e non sa per chi simpatizzare tra i due litiganti. I due attori non solo si contendono le accuse a volte infondate, ma anche le difese che appaiono contraddittorie. La lotta tra la studentessa e il professore prosegue senza tregua, in un crescendo di agitazione che deflagra repentinamente nell’epilogo. Il tutto senza una verità di fondo, perché la realtà si nasconde tra vecchi rancori nascosti tra le pieghe della memoria e falsi moralismi, che aleggiano tra le parole e le loro contraddizioni: perché mai come in questa drammaturgia i protagonisti si mettono a nudo di fronte agli spettatori, tanto che confermano le parole di Mamet . “Lo scopo di un lavoro teatrale è quello di portare sulla scena l’anima vivente dell’uomo, l’Autore in teatro ci rende partecipe  ad emozioni realistiche le cui regole sono talmente ciò a cui assistiamo”.

Oleanna_05.jpg

Il teatro è dunque solo il riflesso di una realtà le cui regole sono cosi illusorie da superare gli schemi stessi della stessa apparenza. Una eccellente regia di Emiliano Bronzino porta in scena il capolavoro del famoso drammaturgo statunitense rispettando il senso del testo, ma rendendolo più consono alla realtà italiana. Elisa Menchicchi nel ruolo della studentessa e Francesco Bolo Rossini nel ruolo del professore calcano la scena in maniera ottimale, valorizzando lo spettacolo di un grande autore e rendondolo ancora più ammaliante.

Oleanna dimostra che i temi di David Mamet sono e rimangono di una modernità inquietante: la figura stessa dell’insegnante e il rapporto che spesse volte ha nei confronti delle allieve è ancora fatto di cronaca. I personaggi creati dall’ Autore vivono pienamente il conflitto drammaturgico e si adattano alla situazione creata: ma non vengono assolutamente giudicati, evitando così ogni rigido moralismo.