PICASSO Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925

Periodo: 22/09 - 21/01/2018

Luogo: Scuderie del Quirinale

Orario: Dalla domenica al giovedì dalle ore 10.00 alle 19.00. Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30

Prezzi: intero: € 15.00; ridotto: € 13.00

Era il febbraio del 1917, mentre in Europa imperversava la Grande Guerra (giunta ormai quasi al termine) Pablo Picasso veniva in Italia per la prima volta, al seguito dell’amico Jean Cocteau. Allora trentaseienne, lo spagnolo nativo di Malaga era già un grande pittore di fama internazionale, che aveva rivoluzionato la storia dell’arte dando vita all’avanguardia cubista.

Quest’anno ricorre il centenario del viaggio italiano di Picasso, e dopo la mostra organizzata a Napoli nella primavera scorsa, al Museo di Capodimonte, anche le Scuderie del Quirinale rendono omaggio a questa ricorrenza.

Il soggiorno italiano di Picasso si divide tra Roma e Napoli: nell’Urbe ha modo di scoprire le antichità e resta impressionato dalle rovine e dalle meraviglie del Rinascimento; mentre nella città partenopea rimane affascinato dall’arte popolare, dal teatro delle maschere, ma anche dalle grandi collezioni museali, come quella Farnese del Museo Archeologico, e dagli affreschi di Pompei.

Fu lo scrittore francese Jean Cocteau a convincere l’amico Picasso a lavorare per lo spettacolo Parade; questi si presentò all’atelier parigino del pittore vestito da Arlecchino, figura molto frequente nella produzione artistica di Picasso e nella quale Cocteau si identificava, convincendolo così a realizzare sipari, scene e costumi per il balletto ideato da Sergej Djagilev, noto impresario teatrale.

 
Arlecchino con specchio, 1923, olio su tela, 100 x 81 cm.

Arlecchino con specchio, 1923, olio su tela, 100 x 81 cm.

 

Il 17 febbraio del 1917 Picasso e Cocteau lasciano quindi Parigi per raggiungere Djagilev e la compagnia dei Balletti Russi a Roma, dove il pittore risiede in via Margutta. Picasso diventa presto amico di Stravinskij ed intraprende una relazione con la ballerina russa Ol’ga Chochlova, che sposerà l’anno seguente.
Per lo spettacolo realizza alcuni costumi con l’aiuto del futurista Fortunato Depero, ma soprattutto dipinge il monumentale sipario, di oltre dieci metri per sedici. Questa straordinaria opera, conservata al Centre Pompidou di Parigi, è esposta per la prima volta a Roma; tuttavia, per la mancanza di uno spazio espositivo adeguato, non ha trovato posto alle Scuderie del Quirinale ma nel limitrofo Palazzo Barberini, nell'ampio salone di Pietro da Cortona. In questo modo la meravigliosa tela di Picasso entra in contatto uno dei cicli pittorici più importanti del barocco romano, quello affrescato dall'artista toscano tra il 1633 ed il 1639. Le due pitture dialogano nell’enorme salone, con un salto cronologico di circa tre secoli, creando un’atmosfera davvero suggestiva.

Sipario per il balletto "Parade", 1917, tempera su tela, 1050 x 1640 cm.

Sipario per il balletto "Parade", 1917, tempera su tela, 1050 x 1640 cm.

In mostra sono esposte circa cento opere, tra tele, gouaches e disegni, oltre a fotografie, lettere autografe ed altri documenti, provenienti da tre distinti continenti, dall’Europa agli Stati Uniti, fino al Giappone. I prestatori per la mostra sono ben 38, e fra questi si annoverano alcuni tra i musei più prestigiosi al mondo, come il MoMa, il Guggenheim ed il Metropolitan di New York, la Tate di Londra o il Tyssen di Madrid, solo per citarne alcuni.

L’esposizione rende dunque omaggio al viaggio in Italia di Picasso, documentando l’impatto a lungo termine di questo soggiorno sulla sua arte; l’arco cronologico preso in considerazione va dal 1915 al 1925, decennio fra i più intensi, prolifici e stimolanti per l’artista. In questi anni Picasso si muove tra le forme avanguardistiche cubiste e il classicismo, desunto soprattutto dagli esempi italiani, dalla maniera di Raffaello e dei grandi del Rinascimento cinquecentesco.

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Unica nota stonata è l’illuminazione (a tratti troppo fioca in alcune sale), ma ciò non rabbuia comunque un’esposizione che brilla per validità scientifica e per bellezza dei dipinti.

Gradimento Autore: 7/10