Poesie da Vivere: Salvezza, di Guido Gozzano
È l’ora del crepuscolo per Guido Gozzano. Ha ventisette anni quando scrive questa poesia, ma sa che la morte sta per raggiungerlo. La sua vita finirà cinque anni più tardi, stroncato dalla tisi che lo affliggeva da tempo. Non è tuttavia solo la morte a tormentare l’animo del poeta torinese. La fine della gioventù – con l’arrivo dei trent’anni – segna un momento di perdita di quella allegria e spensieratezza che non torneranno più. Di fronte a questa situazione, per Gozzano c’è solo un modo per sopportare il dolore: quel sopore che lui chiama Salvezza.
Vivere cinque ore?
Vivere cinque età?...
Benedetto il sopore
che m’addormenterà....
Ho goduto il risveglio
dell’anima leggiera:
meglio dormire, meglio
prima della mia sera.
Poi che non ha ritorno
il riso mattutino.
La bellezza del giorno
è tutta nel mattino.
Gozzano inserisce questa poesia nella raccolta Colloqui e la dedica all'attrice Emma Gramatica: "per l'anima sua di bimba sopravvissuta". Per lui, invece, la giovinezza non c’è più, “non ha ritorno il riso mattutino” e allora non ha importanza vivere cinque età – ovvero infanzia, adolescenza, gioventù, età adulta e vecchiaia – se si è perduta la fase più bella della vita. Non rimane che dormire per risvegliarsi al mattino, il momento migliore non solo della giornata, ma anche della vita, in un giorno qui inteso come metafora dell’esistenza intera.