Dietro le quinte della valutazione editoriale con Piera Rossotti Pogliano
La letteratura è un posto bellissimo, anche per ciò che succede dietro le quinte delle pagine pubblicate. E il processo editoriale, a metà strada tra l’artigianato e l’industria, è popolato di tante figure interessanti che a volte mi capita di incontrare. È andata così con Piera Rossotti Pogliano, conosciuta durante un corso presso l’agenzia letteraria Herzog, editrice che mi ha accompagnato nel percorso di analisi e valutazione di manoscritti.
Piera Rossotti Pogliano è la direttrice editoriale di Edizioni Esordienti E-book e di Edizioni Tripla E. Dopo aver approfondito insieme il tema della consulenza letteraria, ho approfittato della sua gentilezza per porle alcune domande sul suo lavoro.
Come si è approcciata al mondo dell’editoria?
Prima del 2000 ho conosciuto un giovane scrittore, Maurizio J. Bruno, che aveva appena completato il suo primo romanzo e aveva fatto estese ricerche su internet pensando a come pubblicarlo. Da quell’incontro è nato un sito, “Il Rifugio degli Esordienti”, con lo scopo di fornire informazioni e consigli gratuiti e disinteressati a chi, inesperto scrittore, volesse pubblicare il suo libro. Era il momento in cui si stava allargando il fenomeno dell’editoria a pagamento e l’autopubblicazione non esisteva ancora, e il sito ebbe grande seguito.
Al suo interno organizzammo un ulteriore servizio gratuito chiamato “Lettura incrociata”, di cui mi occupavo io. Gli autori ci mandavano i loro manoscritti e davano la loro disponibilità a leggere i manoscritti di altri, il tutto in modo anonimo. Una griglia di valutazione permetteva poi di esprimere un giudizio obiettivo e non offensivo.
Alcuni anni dopo, Il Rifugio si è affiancato a DANAE, la Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti. Gli autori ci inviavano i loro testi e io, con un piccolo gruppo di lettori esperti, sceglievo i libri da inserire in catalogo, sulla base del contenuto e del rapporto qualità-prezzo.
Sono esperienze ormai concluse, ma che sono state molto importanti per conoscere il mondo dell’editoria e degli autori esordienti.
E da qui inizia la storia della sua casa editrice.
Era il 2011, negli anni in cui si stava affermando l’e-book. È stato abbastanza naturale pensare che tanti autori che avevo selezionato con DANAE meritassero di essere conosciuti. Esordiente per me significa non ancora famoso, ma meritevole di diventarlo. Così è nata Edizioni Esordienti E-book, che per alcuni anni ha pubblicato soltanto in digitale, per poi diventare Edizioni Tripla E quando molti autori, avendo ormai diverse pubblicazioni al loro, non erano più esordienti. Allo stesso tempo all’e-book abbiamo affiancato la pubblicazione cartacea, mai superata da quella digitale, per cui la prima denominazione non era più rispondente alla realtà.
In che modo si muove un’editrice nel mare di un settore spesso ancora a predominanza maschile?
È un problema che in realtà non ho mai sentito. Partecipando ad alcune riunioni dell’Hangar del Libro, un progetto realizzato dal Salone Internazionale del Libro in collaborazione con la Fondazione Circolo dei Lettori e volto alla promozione degli editori indipendenti piemontesi, ho incontrato molti colleghi, perlopiù uomini. Sono in genere tutti piuttosto tradizionalisti, legati alla distribuzione del cartaceo in libreria, mentre io ho cercato di percorrere una strada nuova, quella del digitale e del Print on demand. Non direi quindi che la differenza si trovi nel genere, quanto più nella visione del futuro del libro.
Parlando invece di genere, ho un aneddoto interessante. Un gruppo di miei autori, in occasione del Salone del Libro di qualche anno fa, ha organizzato un “brainstorming linguistico”, decidendo che l’appellativo che più mi conviene è “editora”, e non “editrice” o “editore” al maschile.
Come avviene il processo di selezione e pubblicazione dei testi?
Ho un gruppo di lettori che compila le schede dei manoscritti, poi io leggo interamente quello che mi sembra più interessante e, in definitiva, sono io che scelgo cosa pubblicare. Sono una vecchia signora molto autoreferenziale!
Per concludere mi piacerebbe chiederle quali sono i suoi autori di riferimento, le pagine che la emozionano e l’hanno ispirata.
La lista rischia di diventare chilometrica, quindi mi limiterò a segnalarle un giovanile, sfegatato amore per Proust e poi, molti anni dopo, quando tentavo di scrivere un romanzo storico, la scoperta di Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Ho letto con avidità, più ancora del romanzo, i suoi Carnets. Questa scrittrice mi ha aiutato a saldare il mio amore per la storia con la mia passione per Proust, così il tempo della storia che stavo scrivendo si è fuso con il mio tempo interiore.
Tanto per la cronaca, il romanzo che poi ho scritto è stato Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour, finalista al Premio Calvino 2000, a cui ha fatto seguito Il ventre pieno di farfalle. Ho scritto anche una raccolta di racconti, basati su ricerche all’Archivio di Stato di Torino: La Bela Caplera e altre donne sole o malaccompagnate nella Torino napoleonica. Poi mi sono messa a fare “l’editora” e ora mi dedico solamente ai romanzi altrui!