Roulette cinese: un film memorabile e un gioco da provare
Rainer Werner Fassbinder non è certo un regista come un altro: il suo cinema spietato e senza compromessi è qualcosa che rimane ancora oggi indigesto. Se nel panorama recente risulta talvolta un po’ dimenticato, la causa non è da attribuirsi alla sua precoce scomparsa (muore appena a trentasette anni), ma precisamente alla crudeltà di una produzione che non ha paura di mostrare il marciume che corrode la nostra società, portando all’esasperazione situazioni disfunzionali che riconosciamo ancora oggi come attuali. Inimicandosi politicamente la destra e la sinistra (con pellicole come Le lacrime amare di Petra von Kant e Il diritto del più forte che mostrano come la violenza e il male regnino anche nelle dinamiche relazionali lesbiche e omosessuali) Fassbinder non ha paura di girare il coltello nella piaga mostrando il rovescio morale della Germania Ovest negli anni del miracolo economico. La sua estetica, invece, è sicuramente più accattivante per il grande pubblico, e questo lo sa bene Luca Guadagnino che lo omaggia nel suo recente Suspiria (2018).
Il film che si intende presentare qui non rientra nemmeno nel novero dei suoi più celebri. Roulette cinese, infatti, sebbene costituisca un lavoro eccellente, occupa sicuramente una posizione di nicchia nella produzione di questo autore di nicchia. La storia è perfettamente geometrica: Angela è una bambina che odia ferocemente i suoi genitori ma odia soprattutto se stessa. Semi-paralizzata a causa di una poliomielite, intende vendicarsi della sua vita infelice. I genitori, sebbene ufficialmente ancora sposati, coltivano durature relazioni extraconiugali con partner fissi. Così la bambina organizza il suo piano diabolico facendo in modo che tutti questi convergano nella loro casa di campagna, convinti ognuno di concedersi un weekend romantico con l’amante. Il piano va a buon fine, e l’imbarazzante incontro avviene, sotto lo sguardo divertito di Angela. Scandalo? Assolutamente no. Non si tratta di fair play o di prenderla sportivamente: è la corruzione morale di ognuno di questo quattro adulti che permetterà la convivenza paradossale di genitori e amanti sotto lo stesso tetto. Tutti accettano di buon grado l’assurdità della situazione, o almeno apparentemente si adeguano. Si respira un’atmosfera mondana mentre vediamo gli uomini giocare a scacchi e le fascinose Anna Karina e Margit Carstersen scambiarsi carezze e occhiate, in un tripudio di velenosa sensualità. A questo quadretto si aggiungono la domestica e il figlio di questa, Gabriel, ambigue presenze che intorbidiscono un’atmosfera già nefasta. È il fallimento della vendetta? Niente affatto. Non siamo neanche all’inizio.
La lucidità folle con cui Angela prosegue questo piano sadomasochistico non può che ricordare il rigore e la bellezza delle pellicole hitchcockiane. Il thriller infatti sembra strizzare l’occhio al lavoro del maestro della suspense, proponendo un ritmo incalzante e dinamico, che ci porta dritti alla scena clou, ovvero alla presentazione del gioco di società più crudele della storia. Non vi diciamo come va a finire - preferiamo che lo scopriate guardando il film, o che lo immaginate provando a giocare voi stessi a roulette cinese. Le regole sono le seguenti: occorre creare due squadre composte da almeno tre membri ciascuna in cui a turno i membri di una squadra “scelgano” una persona appartenente alla squadra avversaria (senza comunicare chi), cercando di descriverla a questa in maniera indiretta. Le formule sono: se fosse una moneta? Se fosse un tipo di morte? Se fossi uno scrittore famoso? E così via. L’obiettivo dell’altra squadra è indovinare chi è la vittima prescelta.
Se il film propone queste regole precise non è detto che non si possono rielaborare. Una variante potrebbe essere non impiegare il sistema delle squadre e il vincolo di pensare solo a persone presenti. Si può pensare anche a conoscenti comuni come addirittura a personaggi famosi. Le domande possono essere: se fosse un fiore? Se fosse una marca di scarpe? Se fosse un segno dell’oroscopo cinese? Se fosse una vocale? Se fosse un pianeta? Se fosse un colore? Se fosse un insetto? E via dicendo. Le opportunità sono virtualmente infinite, e vi proponiamo di sperimentare per trovare la formula che vi sembra più efficace e divertente. Scoprirete, se decidete di guardare il film, cosa si nasconde dietro questo gioco per Fassbinder, in questo dramma borghese ad alta tensione che è Roulette cinese, manierato e spietato come solo il cinema d’autore Europeo sapeva fare.