Si ritorna al Teatro Vittoria con Storia de Roma Nostra
Attraverso le frange del sipario chiuso vedo i piedi andare avanti e indietro. I panneggi si muovono come onde di un’oceano rosso pronto a invadere la platea. Potrei scrivere di quanti giorni sono passati dall’ultima volta che ci sono stato, ma non sarebbe interessante. È più importante capire perché vengo qui. Il teatro è un luogo di socialità, un posto dove la gente si incontra e scambia due chiacchiere. E dove ci si può divertire ad ascoltare i dialoghi delle altre persone che ti siedono accanto. Certo, adesso con le mascherine è più difficile. Spesso le parole si confondo, si mischiano e trasformano. Ciò che invece qui rimane uguale è l’eleganza. Non ci sono pop-corn né lattine di coca cola. Il teatro è un luogo che vuole eleganza, ma non la richiede. Non c’è bisogno del frac o del vestito per andare. Quello che è importante è prendere parte allo spettacolo, perché gli attori hanno bisogno del pubblico e il pubblico degli attori. Se però devo scegliere un motivo per cui vado a teatro, allora dobbiamo andare alla conclusione. A quell’applauso finale che è un rito catartico per chi lo fa e per chi lo riceve. Può essere forte, appena accennato, con due dita, a mani aperte, ma resta comunque un gesto di condivisione e stima reciproca. “E allora facciamoci un bell’applauso”, dice Viviana Toniolo, direttrice del Teatro Vittoria, prima dell’inizio dello spettacolo. Poco più di un’ora in cui si ripercorre la storia di Roma dalle origini fino all’unità d’Italia. Il poema da cui è tratto è Storia Nostra di Cesare Pascarella, poi l’ha adattato Toni Fornari, che è anche in scena con Stefano Messina, Emanuela Fresi, Roberta Albanesi e Andrea Rizzoli. Che accompagnati dalle musiche di Stefano Fresi ( La canzone de “i sette Re di Roma” è di Pino Cangialosi), le coreografie Simone Leonardi e la regia Stefano Messina ci fanno dimenticare di quest’epoca in cui la pandemia sembra aver bloccato ogni cosa. Non però gli applausi, che sono copiosi e che la compagnia rivolge anche a tutti i colleghi (come quelli del Sistina e dell’Eliseo) ancora fermi.
Info spettacolo: qui.