Valentina Morelli: “Parlare per me è difficile, per questo scrivo”
Leggendo "Un avanzo di troppi risvegli" di Valentina Morelli è possibile percepire, attraverso la sua prosa elegante, tutta la delicatezza, la tenacia e l'inaspettato affetto che offre al lettore.
Valentina è una perfetta combinazione di competenza e sensibilità, pozione che conosce solo chi "troppo sa e troppo sente".
Vi invito quindi a fare un piccolo viaggio insieme a noi dentro nuove sensazioni alla scoperta di un libro che narra, come afferma la sua casa editrice CasaSirio, una storia che non puoi smettere di raccontare.
Ciao Valentina, pensavo che come prima domanda potremmo andare sul classico con una breve descrizione di te e del tuo background, raccontando un po' anche quali esperienze ti hanno spinta a scrivere
Vivo a Genova da vent'anni. Dopo la laurea in architettura, ho finalmente lasciato Milano, città che non ho mai amato, e ho scelto di vivere in una città di mare. Il mare e i libri mi sono sempre stati fondamentali per placare un'innata irrequietezza. E la scrittura è sempre stato il mio mezzo d'espressione: sono emotiva, troppo, e - specie in situazioni in cui mi sento molto coinvolta - parlare mi risulta difficilissimo. Scrivendo ho tempo e modo di scegliere le parole giuste per esprimere quello che sento, di trasformare un pensiero, un'emozione in un racconto.
Un giorno (era il 2013) ho inviato uno dei miei racconti a una piccola casa editrice che cercava nuovi autori: è piaciuto, mi hanno scelto. E così ho iniziato a pensare che quello che scrivevo poteva essere interessante per qualcuno che non fossi io.
Vorrei ora chiederti del tuo libro che, secondo il mio modesto parere, ha uno dei titoli più belli degli ultimi anni. Ogni storia ne ha dietro un'altra, qual è la storia della tua e della genesi dei tuoi personaggi?
Grazie mille, sono felice che ti piaccia il titolo: è un verso di una poesia di Cesare Pavese (Fine della fantasia) che mi sembrava perfetto per la storia che racconto.
Non è facile parlare della genesi del libro senza svelare troppo della trama, che è costruita sul misterioso legame di due protagonisti lontanissimi.
Posso dirti che tutto nasce da una notizia di cronaca ascoltata per caso alla radio una mattina di cinque anni fa e che mi ha così colpito che ho dovuto smettere di fare quello che stavo facendo e sedermi, le gambe non mi reggevano. Ho sentito il bisogno di saperne di più. Da lì è partita una ricerca, ho scoperto che cose simili sono molto più frequenti di quanto immaginassi. Per quanto possa sembrare incredibile, quello che racconto nasce non da una storia vera, ma da centinaia di storie vere. Mi piacerebbe che a qualche lettore venisse voglia di approfondire l'argomento.
Ogni personaggio, invece, è un puzzle, un collage di persone vere: amici, familiari, gente che vedo sull'autobus. Saro, per esempio, ha l'aspetto di un ragazzino bellissimo che ho conosciuto da bambina in Sicilia; Vito ha la risata di un mio amico; la prostituta toscana che somiglia a Marilyn è identica - nell'aspetto e nei modi - a una ragazza che fa la cameriera in un ristorante che frequentavo. L'uomo, invece, è la somma di tutte le frustrazioni e di tutte le tristezze della mia vita.
Nel romanzo si nota anche una certa centralità dei luoghi geografici descritti, dando un'occhiata alla tua biografia si legge che sei nata a Modena, cresciuta a Milano e ora vivi a Genova, esiste un luogo reale (o immaginario) in cui ti senti più a casa?
Hai centrato una delle fonti della mia irrequietezza: il non sentirmi a casa da nessuna parte. Considerando che nelle mie vene scorrono sangue napoletano e sangue austriaco, ti rispondo con le parole di Elsa Morante (da l'Isola di Arturo):
"Quelli come te, che hanno due sangui diversi nelle vene, non trovano mai riposo né contentezza; e mentre sono là, vorrebbero trovarsi qua, e appena tornati qua, subito hanno voglia di scappar via. Tu te ne andrai da un luogo all’altro, come se fuggissi di prigione, o corressi in cerca di qualcuno; ma in realtà inseguirai soltanto le sorti diverse che si mischiano nel tuo sangue, perché il tuo sangue è come un animale doppio, è come un cavallo grifone, come una sirena. E potrai anche trovare qualche compagnia di tuo gusto, fra tanta gente che s’incontra al mondo; però, molto spesso, te ne starai solo. Un sangue-misto di rado si trova contento in compagnia: c’è sempre qualcosa che gli fa ombra, ma in realtà è lui che si fa ombra da se stesso, come il ladro e il tesoro, che si fanno ombra uno con l’altro.”
Concluderei chiedendoti se un autore in particolare è stato determinante per la tua formazione e, in ultimo, se c'è una domanda che non ti fanno mai alla quale invece vorresti tanto rispondere.
Ho letto e leggo tantissimo, troppo per individuare un autore o un'autrice che, più di altri, sia stato determinante. Scelgo un'autrice che amo: Amy Hempel.
Una domanda che non mi fanno mai? Questa: vuoi che ti regali una casa a Lanzarote? La mia risposta sarebbe, ovviamente, sì. Forse laggiù riuscirei a sentirmi in pace.
In attesa di trovare anch’io la mia isola, ringrazio Valentina per aver accolto le mie domande .