Bamboo: Musica con strumenti autocostruiti, elettrodomestici e non solo...

Luogo: Roma, Auditorium Parco della Musica

Data: 10/03/2017

Durata: 60 m

Prezzo: 13€, posto unico

Etichetta: Bomba Dischi

Auditorium, Teatro Studio Borgna, buio in sala, inizia il live, i Bamboo entrano in silenzio e si dispongono in formazione orizzontale dinnanzi al pubblico e ai rispettivi “strumenti”, come a comunicare che nessun membro è primario o secondario, che non c’è frontman, ma che tutti i componenti sono fondamentali all’organismo Bamboo. Ciò che si nota fin da subito, prima dell’inizio del concerto, è lo scenario “alieno” in cui i Bamboo si muovono, un vero e proprio immaginario fatto di strumenti autocostruiti con forte attitudine D.I.Y. (corrispettivo anglofono dell'italiano "fai da te", ma con accezione marcatamente ideologica), oggetti presi dall’ambiente urbano come segnali stradali, catene, tubi, bidoni di plastica; ma anche oggetti d’uso quotidiano come minipimer, asciugacapelli, spazzolini elettrici, righelli, aspirapolvere, etc fino alla parte più giocosa e fanciullesca che riguarda amplificazione e circuit bending (cortocircuitare apparecchi elettronici per generare "strani suoni") su giocattoli elettronici di ogni genere. Questa sera presentano ufficialmente il loro ultimo disco “Props”, pubblicato dall’etichetta romana Bomba Dischi.

Il concerto inizia, l’acustica è perfetta, partono i visual a tempo di musica proiettati sul telo posteriore al gruppo, molti degli strumenti sono illuminati da piccole luci colorate che ne esaltano i movimenti quando vengono suonati, l’atmosfera si fa mistica e contemplativa, tra il tribale e l’urbano, tra il “serio” e il gioco puro degno del bambino, in una parola Evocativo.

Tra un pezzo e l’altro i consueti e meritati applausi di approvazione del pubblico, anche se inconsciamente distraggono l’ascoltatore dalla catarsi in atto (molto apprezzata la scelta di non perdersi in futili chiacchere e/o titoli dei pezzi tra un pezzo e l’altro donando un senso di continuità al live come fosse un “concept live”, e lo è stato) qui non ci sono “rockstar egocentriche” (l’unica cosa che non mi aspettavo è stato il “classico” uscir di scena per poi rientrare per l’ultimo pezzo). Per quanto riguarda i visual, nonostante l’esperienza Bamboo sia certamente visiva oltre che uditiva, li ho trovati superflui se non distrattivi, personalmente come se percepissi un “overload di stimoli”, ciò che i Bamboo creano è già molto totalizzante e immersivo. 

I Bamboo non possono essere relegati a “musica da sottofondo” quando si va in macchina a lavoro o all’università o a un lounge bar, non si possono cantare sotto la doccia o al falò in spiaggia perché non hanno testi, sicuramente si possono ballare (come hanno suggerito alcuni miei compagni d’ascolto anche se personalmente non li trovo comunque da “discoteca” o da "club"), tutto ciò li rende (purtroppo) poco accessibili al “mainstream” e al mondo dello “show business”, confinandoli in aree che si avvicinano più all”underground” e alla sperimentazione di stampo D.I.Y (a fine concerto ho sentito voci definire il concerto "bello anche se strano e particolare”, che personalmente è un valore aggiunto). Il loro non è un approccio “acchiappone”, come già detto non ci sono “chiacchere” di alcun tipo nei brevi intervalli tra i pezzi, né vi è coinvolgimento del pubblico (in stile Blue Man Group) o show acrobatici (in stile Stomp) e tutti i pezzi sono rigorosamente strumentali (senza voce e/o strumenti tradizionali in stile Einstürzende Neubauten); il sound dei Bamboo è semplicemente unico e autentico, oltre le gabbie soffocanti dei generi (tralasciando superflue e consuete possibili influenze e citazioni), l’esperienza Bamboo è un piacere per gli occhi e le orecchie.

 
 

Tracce Consigliate: "Remote", "Tetris", "Supertechno"

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