Museo di Leonardo da Vinci: Leonardo consumato

Costo biglietto: 12€ intero; 10€ ridotto

Luogo: Museo di Leonardo da Vinci

Orari: aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19

Che Leonardo fosse un’icona pop lo aveva già intuito Marcel Duchamp, quando nel 1919 disegnava baffi e pizzetto alla Gioconda con tanto di scritta ironica L.H.O.O.Q., da leggersi “Elle a chaud au cul” (parafrasando: “lei è eccitata”). L’intento di Duchamp era chiaramente provocatorio; l’obiettivo era quello di dissacrare un mito artistico consolidatosi nel tempo, che aveva reso il quadro di Leonardo una vera e propria icona popolare.

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Leonardo da Vinci fu una personalità assai complessa: pittore, disegnatore, scultore, scenografo, inventore, scienziato… fu una delle più grandi menti del Rinascimento e dell’umanità intera.

Oggi il nome di Leonardo sembra essere diventato quasi un brand, un marchio utilizzato per attirare visitatori e guadagnarci sopra senza scrupoli.

Sono ben tre i “musei” a Roma dedicati al genio toscano: a Piazza del Popolo, in Piazza della Cancelleria e a Via della Conciliazione. Quest’ultimo, seguendo la scia delle innumerevoli mostre che ormai si organizzano sotto questo nome, è chiamato “Leonardo experience”.

Il “museo” espone un gran numero di invenzioni realizzate ad hoc su progetto di Leonardo, la maggior parte delle quali interattive. L’esposizione di questi macchinari è di per sé interessante, ma a volte le didascalie non bastano a spiegarne bene il funzionamento e si finisce spesso per muovere degli ingranaggi come fossero giocattoli.

Sono esposte poi ventidue riproduzioni di suoi quadri, “realizzate dalla Bottega Artigiana Tifernate (…) a tutti gli effetti capolavori riconosciuti e conformi agli standard del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo”, così si legge sul sito del museo.

Personalmente trovo la scelta piuttosto aberrante: che senso ha riprodurre in maniera meccanica i capolavori di Leonardo? Cui prodest? Quali sarebbero gli standard del Ministero? Le dimensioni? Dal momento che le riproduzioni sono in scala 1:1, verrebbe da pensare che sia l’identicità del formato a farne dei capolavori…

Leonardo è sparso ovunque in giro per il mondo: è a Milano, con quel che resta del Cenacolo nel refettorio di Santa Maria delle grazie; nei Musei Vaticani, col San Girolamoagli Uffizi, con l’Annunciazione, il Battesimo di Cristo e l’Adorazione dei Magi; e ancora, è a Parigi, Londra, Cracovia, Washington…

A Roma no; ma l’Urbe, già satura di capolavori, di straordinari monumenti e delle più disparate bellezze, non ha certo bisogno di questi presunti musei.

Il museo, il cui termine deriva da “Museion” (luogo sacro alle muse), è un’istituzione al servizio della società e del suo sviluppo, ed il suo scopo è quello di educare, di insegnare e dilettare.

Non vedo dunque quale insegnamento o quale diletto si possa trarre da riproduzioni artificiali dei suoi quadri; avrebbe avuto più senso predisporre nel museo schermi multimediali ad alta risoluzione o di proiettori, dove poter osservare le sue opere anche nei dettagli.

La parte più desolante è però il bookshop: qui Leonardo si trasforma in un vero e proprio prodotto, i suoi quadri compaiono su ogni tipo di oggetto: dalle consuete calamite alle stoviglie, piatti, tazze e addirittura apribottiglie, magliette della Gioconda con dei fiori e innumerevoli statuette riproducenti l’Ultima Cena.

Un concentrato di cattivo gusto, un trionfo del kitsch.

Questo non è un museo, questa non è cultura. Qui l’arte e la cultura si piegano al becero consumismo; e Leonardo, divenuto bene di consumo, finisce per essere un semplice intrattenimento, un’esperienza da vivere come fosse un parco giochi.

Oltretutto il costo non è affatto modico, 12€ l’intero e 10 il ridotto! Con un prezzo analogo o inferiore si possono visitare alcune delle più belle gallerie di Roma, come la Borghese, la Pamphilj, la Colonna…

La Monna Lisa in tutto questo se la ride sotto i baffi, mentre il povero Leonardo si sta rigirando nella tomba.

Voto amletico: 4/10

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