I consigli musicali di febbraio/marzo
Ecco sette consigli discografici per i mesi di febbraio e marzo. Ritorni attesi e forse insperati, conferme e gruppi che continuano a macinare recordsu record. Anche due lavori nostrani importanti e pieni di ispirazione. Buon ascolto.
Mogwai - As The Love Continues
Il post rock degli scozzesi è ormai sinonimo di garanzia. Con As The Love Continues i Mogwai arrivano a toccare i dieci long playing di un genere che, nel corso degli anni, è divenuto sempre meno masticabile al grande pubblico. Eppure l'uscita di ogni loro disco genera dopo quindici anni ancora un enorme grado di fascino. Gli undici brani sono eterogenei e dentro a ognuno si nascondono trucchi sonori e trame dal forte potere evasivo. Superfici sintetiche lasciano rintoccare il pianoforte e le chitarre conquistano l'altezza più vertiginosa, innalzando arcigni muri di suono. Scossoni, discese e improvvise risalite sono il motore dell'album. E i Mogwai restano gli orgogliosi paladini post rock degli albori.
KingGizzard And The LizardWizard -LW
Quando si parla di loro non bisogna più stupirsi di nulla. Delle sfide che il megagruppo australiano si è autoimposto, forse per mettersi alla prova o solo per un impeto urgente di creatività, si è perso il conto e anche il senso. La prova più emblematica rimane quella dell'uscita di sette album in un anno. I ragazzi di Melbourne con LW portano a compimento la trilogia “microtonale” cominciata nel 2017, quando presentarono Flying Microtonal Banana. In questo terzo atto si trovano tutti gli elementi tradizionali e caratteristici della band, su cui si innestano traiettorie funky e chamber, sostando per un breve tempo in zone world music. Non mancano stoner rock e metallo pesante oltre alle consuete digressioni blues. LW è il fratello minore di KG, ma solo in termini anagrafici.
Nick Cave & Warren Ellis - Carnage
L’australiano è a tutti gli effetti un profeta. In fondo al precedente Ghosteen, nella traccia Hollywood, Cave quasi pronosticò il dramma pandemico che stiamo vivendo. Accompagnato dal miglior discepolo dei fedeli Bad Seeds, Warren Ellis, il cantautore si getta a capofitto in Carnage, lavoro bulimico e finestra spalancata sull'attualità. Concepito voracemente e spogliato di ogni eccedenza - a partire dalla magra copertina - la coppia pare osservare da un balcone il mondo paralizzato, e traduce le struggenti immagini dell'ultimo anno in parole e suoni. Spoken word e ballads tormentate descrivono la pandemia e i tumulti cittadini. In Albuquerque l'acme dell'opera.
La Stanza Di Greta - Macchine Inutili
Il gruppo torinese aveva esordito impressionando la critica al punto di aggiudicarsi il premio Tenco per Creature Selvagge. La Stanza Di Greta torna alle orecchie del pubblico con una raccolta di tredici brani intitolata Macchine Inutili, filastrocche musicate per grandi e piccini. Il quintetto suona strumenti convenzionali e non, scuote cianfrusaglie trovate in soffitta e arpeggia chitarre acustiche, fraseggia con i sintetizzatori e batte a macchina. Nello strampalato parco giochi di scivoli e altalene si nasconde una maturità lirica e una solida preparazione musicale. Un modo delicato per trattare brillantemente argomenti complessi quali lavoro ed ecologia.
Kings Of Leon - When You See Yourself
Si erano perse le tracce della band americana tutta fratelli e cugino. A cinque anni da Walls i Kings Of Leon escono allo scoperto con When You See Yourself, album certamente valido che però non si smuove dalla ricetta classica di southern rock e rock alternativo così cara al gruppo del Tennessee. Il formato mainstream che ne consegue è un risultato scontato, perché i ragazzi conoscono l'ingrediente speciale per confezionare un potenziale coro da stadio per ogni brano. Le undici tracce non aggiungono dunque novità ma ricordano ancora una volta, per chi lo avesse dimenticato, che il rock ventennale dei Kings Of Leon è vivo e vegeto.
La Rappresentante Di Lista - My Mamma
A Sanremo si è vista solo la punta dell'iceberg; il brano Amare è stato la testimonianza del passaggio sul palco dell'Ariston di una band che da anni incanta un pubblico ingiustamente troppo ristretto. Al quarto album La Rappresentante Di Lista si prepara a salpare dal mare all'oceano a bordo di un veliero resistentissimo. My Mamma nasce dove finisce il precedente GoGo Diva e cattura magneticamente già dai primi versi dell'iniziale Religiosamente. Il suono continua ad arricchirsi e le ritmiche aumentano il battito, mescolando nel trip hop ipnotico ritornelli pop che restano scolpiti nella mente al primo ascolto. Spazio anche a testi recitati e vortici tribali per un capitolo decisivo del gruppo nato come duo e negli anni allargatosi.
Pat Metheny - Road To The Sun
Pat Metheny firma sei movimenti in questa “strada verso il sole” mettendoci il nome e lasciando l'esecuzione delle suite a chitarristi classici - Jason Vieaux e il Los Angeles Guitar Quartet -. Il grande jazzista statunitense regala ai fans una piccola apparizione, in un solo brano, dove decide di imbracciare una quarantadue corde pronta a rilasciare note pulite su intervalli di silenzio. Un Pat compositore dunque, che vuole che siano i musicisti da lui designati a trasformare lo spartito in suono attraverso la loro tecnica personale. Due suite per celebrare e onorare lo strumento acustico.