"Amati enigmi" con Licia Maglietta: pagine di recitazione letteraria dense come pennellate
Si sfogliano come pagine di un libro le parole declamate dall’attrice Licia Maglietta, tanto è il loro spessore, la forza della della loro consistenza materica. Ad ogni verbo, sullo sfondo del palcoscenico si dipingono pennellate bianche irregolari, quasi a formare un quadro di Pollock, con le sue macchie, linee, astrazioni che prese singolarmente non hanno un significato ben preciso, ma nel loro complesso compongono un’opera d’arte.
Lo stesso accade nei 70 minuti di spettacolo, in cui Maglietta – sola sul palco – rievoca con slancio intimo e drammatico il libro Amati enigmi della scrittrice Clotilde Marghieri. Durante i fuochi d’artificio di capodanno, una donna racconta con l’impeto di un fiume in piena le sue gioie, disavventure e solitudini. “Di bello, di tenero, di voluttuoso, nella mia esistenza di oggi non ci sono più che i sogni. Nei sogni, che sconfiggono il tempo, ho sempre vent’anni, o sono da fuori di ogni età, perché essi mi restituiscono a quella che fui, che sono ancora, e mai a quella che appaio".
In un tempo sospeso, reso ancor più leggero dal suono dell’arpa che accompagna la rappresentazione, l’attrice napoletana mostra tutta la sua ingannevole sensualità: quell’amato enigma che si compie ogni volta a teatro, dove spettatore e attore non sanno mai se si trovano in una realtà piena di finzione o in una finzione pervasa da realtà.
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