Avengers: Infinity War - L'Apoteosi supereroistica
Anno: 2018
Durata: 149m
Genere: Azione, Avventura, Fantascienza
È molto difficile scrivere una recensione su un film, o una saga in questo caso, che ami. Perché risulta estremamente complicato non lasciarsi andare alle emozioni ed essere obiettivi, specialmente se il film in questione è Avengers: Infinity War.
Quest'ultimo capitolo non lascia indifferente neanche chi non ha mai visto un film targato Marvel. Perché vi sono aspetti inconsueti per un film di fantascienza, e la trama non è solo: "un supercattivo vuole sterminare metà popolazione dell'Universo e i buoni cercano di fermarlo".
C'è altro. Molto altro.
Thanos (interpretato magistralmente da Josh Brolin) è un titano, fra i personaggi più potenti e malvagi del Multiverso Marvel, il cui scopo esistenziale è quello di dimezzare la popolazione universale per far fronte alla povertà e alla miseria che reca con sé la sovrappopolazione. Per questo è alla ricerca delle sei Gemme dell'Infinito che donano al suo possessore un potere smisurato. Il suo è un atto di "compassione" come egli stesso lo definisce; si reputa un profeta, un salvatore, e nonostante la natura folle del suo desiderio non è come uno dei classici villain.
Egli non brama il potere, se non come mezzo per attuare il suo piano di purificazione. È disposto a sacrificare persino ciò che ama pur di raggiungere il fine (esatto avete capito bene, un cattivo in un film di supereroi che sa amare) e sembra eroso da questa sua "missione di vita" tant'è vero che al termine di essa vuole solo riposarsi e veder sorgere il sole tra le montagne, proprio come un guerriero che si gode la meritata quiete dopo la tempesta.
Una tempesta che il titano reputa necessaria, uno scopo divino che trascende bene e male e che ha una componente paradossalmente "giusta" (vorrei poter aggiungere altre virgolette per non causare fraintendimenti): il genocidio sarebbe dettato dal caso, senza distinzione fra ricchi e poveri, una ghigliottina demografica che dividerebbe la popolazione in due: sopravvissuti e... polvere.
All'angolo opposto del ring ci sono tutti gli altri. E per tutti gli altri intendo veramente tutti: Iron Man (Robert Downey Jr.), Captain America (Chris Evans), Thor (Chris Hemsworth), Natasha Romanoff (Scarlett Johansson), Hulk (Mark Ruffalo), Dr. Strange (Benedict Cumberbatch), Spiderman (Tom Holland), War Machine, Black Panther, Visione, Wanda Maximoff, Falcon, Bucky, Loki e altri eroi minori.
E visto che non bastano si aggiungono pure i Guardiani della Galassia: Star Lord, Rocket, Gamora, Drax e Groot.
Tutti i supereroi della Marvel riuniti assieme nonostante le divergenze avute nei film precedenti e che faticano a superare (è il caso di Iron Man e Captain America, entrambi sono lo specchio dell'inquietudine) per via di caratteri molto forti e talvolta molto diversi, in modo da offrire agli spettatori la possibilità di identificarsi con chi più li rappresenta (punto a favore del reparto marketing della Marvel).
Tornando al film ciò che colpisce maggiormente è l'atmosfera pesante che si respira fin da subito. I toni cupi della nave in cui, nel capitolo precedente, Thor aveva fatto salire il suo popolo lasciando presagire un leitmotiv del film che ricorda vagamente "Logan", il capitolo conclusivo (e terribilmente bello) della saga degli X-Men. Si ha la sensazione che sia la fine di qualcosa, e quella strana angoscia che ti accarezza per tutta la durata del film ne è la prova, soprattutto quando l'ingresso in scena di Thanos, probabilmente il vero protagonista del film, viene introdotto da una brezza in stile film horror.
Si comprende dalle prime sequenze che i fratelli Russo vogliono celebrare i 10 anni di successi di questo franchising (14 miliardi di dollari solo al botteghino) con un film memorabile da un punto di vista degli effetti speciali.
Ma vogliono anche chiudere un'era nel modo più solenne possibile, con scenografia, fotografia, colonna sonora (vi aspettate Hans Zimmer? Stavolta è Alan Silvestri), e combattimenti mai visti prima.
Uno spettacolo in tutto e per tutto, una dimostrazione di potenza economica ed emotiva da parte della Marvel, con un'attenzione capillare ad ogni sfumatura emozionale degli eroi, recitati magistralmente da un cast incredibile, in cui ogni attore è stato disposto a fungere da piccolo ingranaggio per far funzionare una macchina in cui conta il gruppo e nessuno si prende totalmente il palcoscenico.
Ovviamente non mancano battute esilaranti e momenti per stemperare la tensione e non prendersi troppo sul serio, ma ciò che ne esce è un film dallo spessore narrativo che supera di gran lunga i film passati e aggiunge qualche motivo in più per incasellarlo nel rettangolo verde "consigliato: assolutamente sì" su MyMovies.
Una menzione particolare va infatti alle battaglie che si svolgono; nell'ottica di un film d'azione/fantascienza hanno un livello di epicità mai visto prima, dalla potenza di Thor, all'agilità di Spiderman; dalla furia di Drax, alla completezza fisica di Captain America, ogni supereroe è rodato nel suo ruolo e non fallisce il compito di mandare letteralmente in visibilio l'intera sala del cinema.
Ma Avengers: Infinity War non è solo questo. È un inchino tremendamente bello e malinconico. Che non merita altre parole e forse in fin dei conti va visto e raccontato lasciandosi trasportare dalle emozioni.
Gradimento Amletico*: 8.5/10
Paese: USA
Produzione: Marvel Studios
*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore
IMDb: 8,8
rottentomatoes: 84%
MyMovies: 3,75/5