Joe Victor - "Night Mistakes": Groove e Rio Grande

 
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Anno: 2017

Genere: Dance; Disco Folk; Pop Rock

Durata: 34' 41''

Etichetta: Bravo Dischi

“Every night i think to do the disco folk. In the Rio Grande”.

Questo il mantra, la regola aurea che i Joe Victor cantano, quasi urlano, e infine ballano nel loro singolo lancio, Disko Folk Genial, apripista del secondo lavoro in studio, Night Mistakes, edito per la Bravo Dischi. Che il quartetto romano avesse una smisurata propensione per il senso del ritmo lo si era già palesato, a colpi di plettro sulla sei corde acustica, nel primo capitolo discografico della band. Quel Blue Call Pink Riot, datato appena 2015, una magnificazione del folk, del blues e del classic rock di fiera tradizione statunitense.

Ma che tali sessioni ritmiche potessero deflagrare con cosi tanta energia e pulsione, e che dal mondo candido di Simon e Garfunkel si potesse passare con naturale disinvoltura a quello caleidoscopico di Bee Gees e Boney M, era francamente impronosticabile. Ciò che realmente conta in questi “errori della notte” è il groove: che esso provenga da una chitarra, dalle quattro corde di un basso o  dai tasti neri e bianchi di una Korg poco importa. Purché scorra libero e inarrestabile nelle dieci tracce, i dieci affluenti di un unico fiume in piena, pronto a straripare dagli argini.

Un Rio Grande per l’appunto.

Ecco allora spiegato perché Disco Folk Genial come primo estratto e brano numero uno dell’album, nomen omen e manifesto di una evoluzione artistico-sonora davvero inaspettata. Versi inglesi e francesi miscelati vicendevolmente, un basso metallico che attrae tutto attorno a se', tastiere balcaniche ed un ritornello, introdotto da uno stacco di cinque colpi cadenzati tra cassa e rullante, che coinvolge e cattura. Un fulmine pronto a squarciare il cielo, seguito dal riverbero del tuono.

Provare per credere.

 

Ma la festa è solo all’inizio, ed è pronta a proseguire senza alcuna interruzione, sempre nel segno degli anni settanta e ottanta, tra ritmi ossessivi e luci al neon proiettate nella sala del party infinito, dove è severamente vietato star fermi.

Night Music 1988 e Charlie Brown infondono adrenalina purissima sin dalle prime battute, grazie ai riff intermittenti delle tastiere di Valerio Roscioni, che preparano il campo ai refrains dai tempi accelerati, nei quali convergono decisi tutti gli elementi della band, acuti e controcanti compresi. Freaks è un laboratorio di “stranezze” melodiche e vocali, con organo e parole stravolte, quasi masticate, pronte a scherzarsi in ogni istante. Superstar un tributo onesto e sincero ai fratelli Gibb di Stayin' Alive e Should Be Dancing, al John Travolta/Tony Manero della febbre del sabato sera.

Ridurre però Night Mistakes a progetto di sola disco music sarebbe un errore grave e non concesso.

Il folk, che in alcune trame evolve quasi in funky, continua a persistere nelle chitarre e nella voce di Gabriele Mencacci Amalfitano. C’è anche molto pop, brevi parentesi rock e svariati ammiccamenti alla world music. Perché solo il Rio Grande quando si può viaggiare attraverso la musica e il canto, raggiungendo le coste del Mediterraneo, sponda araba (in una sensuale Goldenation), o le vette delle Ande (nella meravigliosa Goombay Drums), da cui l’eco di fantastiche melodie, che tutti canteranno, giungerà fino a valle e busserà alle porte delle genti?

Un paio di ballate, infine, dai toni meno schizofrenici e più compassati, sono gli ultimi tasselli di un puzzle polifonico ed eclettico. Bye Bye Eleonor Rose è il giusto congedo, una rimembranza del recente passato  della band, fatto di chitarre, cori e tamburelli, unito alle nuove tinte dance. E questa commistione funziona, convive armonicamente, testimoniando non un abbandono della vecchia strada per la nuova, quanto un ampliamento del ventaglio delle scelte musicali.

Un calderone ricco di ingredienti ma ben ordinato, all'interno del quale i Joe Victor, da esperti alchimisti del suono, coadiuvati nella produzione da Matteo Cantaluppi (che conta lavori con Ex Otago e TheGiornalisti), fondono perfettamente generi e stili diversi, contaminano mondi lontani, sperimentano. Il prodotto finale è un sound personalissimo e coraggioso, che guarda fedelmente agli anni dorati della disco music, senza una nostalgia troppo esasperata, ed un occhio fisso al presente, attento all'originalità e ai gusti dei giorni nostri.

Che la festa, dunque, abbia inizio.

 

 
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Gradimento Autore: 8/10

Gradimento Amletico*: 7.8/10

Tracce Consigliate: "Disco Folk Genial"; "Freaks"; "Goombay Drums"

*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore

 

*altre recensioni

 

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